di Marco Sciddurlo

Il prossimo 10 giugno si terranno anche a Mola le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale e del Sindaco, con eventuale (e probabile) turno di ballottaggio al 24 giugno.

Sono ben 791 i comuni italiani chiamati alle urne (in alcune Regioni a statuto speciale si vota a maggio ed in Friuli si è già votato). Si tratta dunque di una tornata elettorale importante (in 9,9% dei comuni italiani si va al voto). Nella provincia di Bari (ora detta Città Metropolitana), oltre a Mola, si voterà a Conversano, Monopoli, Casamassima, Noci, Acquaviva delle Fonti, Altamura e  Toritto.

Il termine per la presentazione delle liste scadeva sabato scorso ed ora abbiamo il quadro ufficiale delle liste (ben 16) e dei candidati che si presentano ai cittadini molesi, in un mix di “cose vecchie e cose nuove”.

Una novità è che il centrodestra si è spaccato in due: abbiamo il centrodestra “storico”, che ripresenta la candidatura di Stefano Diperna (che ha iniziato la sua carriera politica nel 1993 come vicesindaco della “Giunta Maggi” e, dopo quella esperienza, è stato presente continuativamente nelle Istituzioni comunali, come consigliere ed una volta come sindaco); mentre un “esodo” dal centrodestra ha portato alla formazione di una coalizione di liste civiche, con la candidatura di Giuseppe Colonna (già segretario del sindaco Diperna e consigliere comunale di centrodestra nella scorsa consiliatura).

Colonna è a capo di una coalizione formata da 4 liste civiche (Alleanza per Mola, Idea, La Voce e Scelgo Mola).

Diperna è sostenuto da 5 liste, tre di partiti  (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con Mola, quest’ultimo fa capo al partito Noi con l’Italia–UDC) e due civiche (Disegniamo Mola Insieme e Prospettiva Comune), ma manca la Lega, anche se da il suo “appoggio politico” (dunque, non c’è la lista dell’unico partito del centrodestra che dovrebbe formare il Governo nazionale).

Mentre il centrosinistra è del tutto imploso, tanto che nessun partito di questa area politica si presenterà alle elezioni (eclatante è la scomparsa del PD per questa tornata elettorale cittadina).

Così abbiamo tutte liste civiche “autoctone” all’infuori del movimento Legalità e Trasparenza, per quatto candidati sindaci in lizza: due (Condividiamola ed Enzo Chiarelli Sindaco) a sostenere Vincenzo Chiarelli; due ad appoggiare la candidatura dell’ex sindaco Giangrazio Di Rutigliano (Giangrazio Di Rutigliano Sindaco e Rinascita); la lista del movimento Legalità e Trasparenza “sponsorizza” la candidatura Domenico Paccione (che supportava Russo alle scorse elezioni); mentre la lista Futura sostiene la candidatura di Antonio Tricase (consigliere del PD –poi fuoriuscito–, subentrato nello scorso consiglio a seguito dell’ingresso di Pino Desilvio nella “Giunta Di Rutigliano”, contrario alla sfiducia votata contro l’ex sindaco Di Rutigliano, nonché consigliere comunale del Partito Socialista ai tempi della c.d. Prima Repubblica).

Infine c’è la candidatura a sindaco di Michele Daniele del Movimento 5 Stelle (unica forza politica in corsa che, con tutta probabilità, sarà rappresentata nel Governo nazionale).

Diperna è la quarta volta che concorre alla poltrona di sindaco di Mola; per Di Rutigliano è la terza, mentre tutti gli altri candidati sono in lizza per la prima volta per il ruolo di primo cittadino.

In questo quadro di spaccatura del centrodestra ed implosione del centrosinistra, diversi esponenti del centrosinistra sono trasmigrati in altri “lidi”, ritrovandoli candidati nella coalizione guidata da Colonna o nel centrodestra di Diperna.

È pur vero che, forse, oggi la definizione di centrodestra e centrosinistra non ha più molto senso (se non per individuare, per comodità, delle aree di aggregazione dai confini molto liquidi); ma il passare, per calcoli elettorali, da una parte all’altra di queste aree, con una certa disinvoltura, ci convince sempre più che molti partiti e movimenti non sono altro che cordate elettorali, spesso personalistiche, create solo e soltanto per vincere le elezioni, senza alcuna idea e visioni politiche (mettiamoci insieme, ciò che conta è vincere le elezioni! Non mi vogliono, allora faccio una lista e vado per conto mio!).

Ed abbiamo già visto in passato come i movimenti civici sono scomparsi con lo spoglio elettorale, ma poi ne nascono altri per nuove elezioni; ed anche i partiti spesso non sono altro che simboli ritirati fuori per le tornate elettorali (non mi pare si possa parlare di attività dei partiti a Mola negli ultimi anni; tra l’altro, non hanno nemmeno una propria sede stabile – tranne il PD che, tuttavia, come si è visto, è clamorosamente scomparso in questa tornata elettorale ‒).

Ma perché c’è tutto questo fiorire di liste per le elezioni? Oltre ai sette candidati alla poltrona di sindaco, abbiamo ben 255 persone che concorrono ad entrare nel consiglio comunale (tutte le liste hanno 16 candidati, all’infuori di Legalità e Trasparenza che ne ha 15).

Visto che oramai ad ogni tornata elettorale locale abbiamo una grande platea di candidati, uno si aspetterebbe che a Mola la politica sia un continuo fermento di iniziative, dibattiti, progetti, sedi di partiti e movimenti sempre attive e gremite di gente, eccetera eccetera. E ciò non solo a ridosso delle elezioni, ma per tutto l’arco di un’intera consiliatura.

Sappiamo che la realtà è purtroppo diversa; perché la politica ha assunto una dimensione talmente personalistica che non è più una realtà aggregante e coinvolgente. Quello che invece si verifica è il proliferarsi di liste create appositamente per le elezioni, con l’unico scopo di accaparrare più voti possibili; ovviamente a vantaggio di chi, navigando da tempo “in materia”, ha con sé un pacchetto di voti ed ha bisogno di una lista che lo faccia entrare in consiglio (un candidato porta alla lista venti voti, un altro trenta, chi cinquanta; e poi entra in consiglio il “solito noto” con il suo pacchetto di 100, 150 e più voti).

Ma questa non è una politica “sana”; non è pensare, dibattere, cercare soluzioni e proporre progetti per il bene di Mola. No, questa è bieca strategia elettorale, magari con un maquillage di marketing, fatta per cercare di rastrellare più voti possibili (anche perché, in assenza di idee e progetti seri, in molti elettori l’unica motivazione nel “mettere una croce” è data per l’amicizia e la parentela con qualcuno delle centinaia di candidati; se non addirittura per favori e promesse di ogni tipo, anche al limite della legalità).

Ed allora i “capobastone” mettono in lista chiunque, anche persone che non sanno distinguere una delibera da una determina, e che forse nella loro vita in Municipio ci sono andati solo per chiedere un certificato anagrafico, senza sapere nulla di cos’è e come funziona un’amministrazione pubblica.

Ed ai precedenti spogli abbiamo assistito anche a parecchi candidati che avevano ottenuto 0 od 1 preferenza. Si trattava dei c.d. “riempilista”, accorsi in aiuto dei “capobastone” che, per presentare molte liste, poi non avevano i candidati per riempirle, così, per non fare brutte figure prima dello spoglio, chiedevano ad amici e parenti di completare formalmente le liste con candidature “fasulle”. Con lo spoglio delle elezioni del 10 giugno vedremo se anche quest’anno si è ripetuto questo andazzo deleterio!

Di fronte a questo scenario sociale e politico avvilente, viene da domandarsi: è etico tutto ciò? Con quale senso di responsabilità per il bene delle Istituzioni e dei cittadini si formano queste liste? Se si agisce più con furberia e per strategie elettorali, e non per visione della città e programmi di sviluppo, riusciremo a vedere quella crescita che Mola può avere se ben amministrata?

Ma noi cittadini non dobbiamo mai dimenticare che anche il nostro voto è saturo di responsabilità ed eticità e, con la nostra preferenza, libera da amicizie e non in vendita, possiamo davvero cambiare Mola, votando gente capace che davvero non vuole la “poltrona”, ma cambiare in meglio la nostra città, consentendo quello sviluppo che negli ultimi decenni in tanti hanno promesso ma sinora nessuno le ha dato.

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