di Andrea G. Laterza

Domenica 24 giugno si pone fine alla lunga campagna elettorale iniziata, di fatto, all’indomani del voto di sfiducia del marzo 2017 che mandò a casa il Sindaco Giangrazio Di Rutigliano.

Tante cose sono accadute da allora: la spaccatura nel centro-destra con l’emergere delle candidature di Giuseppe Colonna e di Stefano Diperna; il dissolversi del centro-sinistra con i veti reciproci e la scomparsa del PD locale; l’emergere di ben 7 candidati alla carica di sindaco.

Alla fine, il primo turno si è incaricato di fare ordine: ben il 72% degli elettori hanno diviso il proprio voto tra le coalizioni di Colonna e di Diperna, con un netto spostamento a destra dei votanti, mentre il Movimento 5 stelle si afferma come primo partito (conquistando un seggio) e Giangrazio Di Rutigliano prevale sui suoi detrattori, quasi tutti rimasti a casa, con il ritorno dell’ex Sindaco nel Palazzo municipale, questa volta da consigliere di opposizione.

La sinistra storica molese, invece, per la prima volta dalle prime elezioni post-fascismo del 1947, non otterrà alcun seggio in Consiglio comunale: una sconfitta epocale che la dice lunga sulla colpevole disgregazione attuata da una classe dirigente inadatta al compito e velleitaria.

La battaglia che si consumerà nei seggi domenica prossima, sebbene senza apparentamenti formali, sarà probabilmente all’ultimo voto.

Giuseppe Colonna parte in vantaggio su Stefano Diperna per quanto riguarda il voto ai candidati sindaco, ma le sue liste sopravanzano di poco quelle del suo concorrente.

Ricordiamo il quadro scaturito dal voto del 10 giugno.

E’ in testa Giuseppe Colonna: sui 13769 voti validi per i candidati sindaco, Colonna ha conseguito 4979 voti (36,16%), mentre la sommatoria delle 4 liste (Idea, Alleanza per Mola, Scelgo Mola, La Voce) della sua coalizione è di 4679 voti (36,38%) su 12859 voti validi per le liste.

Segue Stefano Diperna: sui 13769 voti validi per i candidati sindaco, Diperna ha ottenuto 4513 voti (32,78%,  mentre la sommatoria delle 5 liste (Noi con Mola, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Prospettiva comune, Disegnamola Insieme) della sua coalizione è di 4553 voti (35,40%) su 12859 voti validi per le liste.

In queste ore Stefano Diperna sta chiamando alle armi tutti gli elettori di centro-destra che nel 2015 votarono per lui e che, invece, al primo turno gli hanno preferito Giuseppe Colonna.

Diperna fa leva sul fattore “esperienza” per “ripartire ora”, mentre Giuseppe Colonna chiede un cambiamento nelle persone e nei metodi  e propone un “patto per la città” in 10 punti.

Difficile dire se l'”usato sicuro”  di Diperna farà leva sugli elettori indecisi o se questi gli preferiranno (come al primo turno) la prospettiva della “forte modernizzazione” invocata da Colonna.

Al momento, analizzando i flussi elettorali, si può dire che Colonna ha avuto una maggiore attrattività di Diperna su coloro che nel 2015 votarono per la coalizione “Bene comune” di Giangrazio Di Rutigliano.

Tuttavia, negli ultimi giorni si sarebbero mossi a favore di Diperna alcuni notabili dell’ex centro-sinistra.

Ad esempio, Pino De Silvio si starebbe spendendo per una vittoria di Diperna al ballottaggio: in tal caso, circola con insistenza la voce che potrebbe andare a lui l’assessorato al Turismo.

Anche Francesca Mola, già vice-sindaco nella Giunta Di Rutigliano, avrebbe dato indicazione ai suoi elettori di votare per Diperna al fine di ottenere “soddisfazione” sugli ex di Progetto Mola Franco Battista e Mario Lepore, passati con Colonna.

Giangrazio Di Rutigliano invece non si esprime chiaramente, ma sembra che le indicazioni alla sua cerchia siano per un voto a Giuseppe Colonna.

Il voto dei sostenitori di Enzo Chiarelli, nonostante il risultato poco brillante, andrà con molta probabilità a Stefano Diperna.

“Futura” ha invece dato indicazione ai suoi elettori per l’esercizio del diritto di voto, votando scheda bianca.

Più complessa la partita per i voti che al primo turno sono andati al Movimento 5 stelle: 2000 voti in cerca d’autore. Un ghiotto bottino per entrambi i contendenti.

E’ probabile che una larga fetta di elettori di Michele Daniele e del movimento non si recherà al voto, abbassando così di molto la soglia dei votanti che, quasi certamente, scenderà al di sotto del 50% degli aventi diritto. In ogni caso, il M5S ha lasciato libertà di voto o di non voto ai propri elettori.

Intanto, i due contendenti si guardano bene dal rendere noti agli elettori i nomi delle rispettive squadre assessorili. Il timore è quello di inimicarsi parti significative dell’elettorato nel caso di nomi poco graditi ai cittadini.

E, in effetti, stando alle indiscrezioni che circolano, alcuni nomi – sia in un campo che nell’altro – sarebbero espressione (diretta o indiretta) di interessi costituiti in cerca di rappresentanza.

Ci auguriamo di essere smentiti dai nomi che il vincitore esprimerà nei giorni successivi all’affermazione elettorale.

Mola riparte o cambia soltanto con un personale politico che sia vera espressione degli interessi generali della comunità. Tutto il resto non è solo noia ma pericolosa, insidiosa e dannosa muffa.

 

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