In relazione ad un doloroso fatto di cronaca accaduto a Mola un anno fa, riceviamo dal dott. Nicola De Rossi, addetto stampa della società consulente della famiglia, e pubblichiamo:

COMUNICATO STAMPA

“MIA FIGLIA NON E’ UNA VITTIMA DELLA BLUE WHALE, NON E’ MORTA PER UN GIOCO:
ERA AFFETTA DA UN DISTURBO PSICOTICO. SI RISPETTI IL NOSTRO DOLORE”

Lo sfogo della mamma di Vittoria, la ventisettenne di Mola che si è tolta

la vita un anno fa. Dubbi, piuttosto, su come la figlia è stata curata

Non bastava aver perso la figlia di soli 27 anni per un tragico gesto di cui continua a non darsi pace: deve anche subire le insinuazioni più ignobili sull’origine di quell’atto, non ultima quella che vorrebbe ricondurlo alla cosiddetta “Blue whale”.

Mia figlia era affetta da un disturbo psicotico e il suo suicidio non ha niente a che vedere con quell’assurdo gioco di morte”. A gridare con forza tutta la sua rabbia è Antonia Ingravallo, la mamma di Vittoria Addante, la giovane che poco più di un anno fa, il 7 giugno del 2017, si è gettata sotto un treno presso la stazione del suo paese, Mola, in provincia di Bari.

Oltre al dolore enorme per la perdita della figlia, i genitori in questi mesi hanno dovuto sopportare di tutto da parte delle immancabili e impietose “male lingue”, ma non riesce più a tollerare che il dramma della sua ragazza, e della sua famiglia, venga messo in relazione a quel folle gioco della “Balena Blu” nato in Russia e diffusosi in rete tra siti, social e chat: un gioco che, al culmine di un rituale macabro e autolesionista, spinge al suicidio e che avrebbe fatto diverse vittime tra gli adolescenti e i giovanissimi, anche in Italia.

Ma non certo Vittoria, come spiega la mamma. La giovane era affetta da tempo da un disturbo psicotico con deliri di persecuzione e la sua famiglia, anche a fronte dei suoi più volte dichiarati intenti suicidari, aveva fatto di tutto per starle accanto e perché fosse curata nel migliore dei modi. La giovane era in cura fin dal 2016 presso il consultorio di Gioia del Colle, gestito dalla Asl di Bari, ed era seguita da una psicologa e da uno psichiatra.

Piuttosto, la mamma ha espresso a più riprese numerose perplessità sulle cure specialistiche a cui è stata sottoposta la figlia, sul tipo di terapia anche farmacologica che le è stata prescritta e sul rapporto con i medici che la seguivano, e proprio per fare piena luce su quest’aspetto fondamentale della tragica vicenda, attraverso il consulente personale Sabino De Benedictis, si è affidata a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini. Studio 3A, che tra i vari servizi fornisce anche supporto e consulenze psicologiche nei tanti casi che segue, dopo aver attentamente valutato la delicata vicenda ha presentato anche un esposto presso la Procura della Repubblica di Bari chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare, appunto, se i professionisti che hanno operato sul caso possano essere ritenuti in qualche modo colposamente responsabili del suo tragico epilogo, se questa morte annunciata potesse essere evitata.

Una cosa è certa: la mamma di Vittoria chiede a tutti rispetto per un dolore senza fine. E silenzio.

Dott. Nicola De Rossi
Ufficio Stampa

www.studio3a.net

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