di Michele Daniele*

Fare l’amministratore di un Comune è un’esperienza che qualsiasi cittadino dovrebbe fare, almeno una volta nella vita: lo aiuterebbe a capire molte cose.

Nell’attesa, tra i compiti che il Movimento 5 Stelle ha nel suo DNA c’è quello di far comprendere ai cittadini come funziona un’istituzione pubblica grazie all’azione dei loro portavoce all’interno delle istituzioni. Al riguardo vorremmo utilizzare un caso pratico, piccolo ma paradigmatico su come funziona (?) il nostro Comune.

 Contenimento dei colombi

Come caso di studio prendiamo il problema dei colombi. A tutti è noto che il loro guano intasa le grondaie; la sua componente acida erode le pietre dei palazzi e dei monumenti alterandone la struttura e crea luoghi insalubri e rischiosi da frequentare perché carichi di miceti patogeni e parassiti.

Sinora la gestione delle criticità ascritte al colombo negli ambiti urbani è avvenuta principalmente

attraverso l’emanazione di ordinanze dei sindaci, che trattano la materia evocando la sussistenza di “emergenze sanitarie o di igiene pubblica”.

L’ordinanza sindacale di giugno 2018

Ed un’ordinanza sindacale è stato il provvedimento che l’ex commissario straordinario Schettini, con i poteri di Sindaco, ha emesso lo scorso 15 giugno per far fronte all’annoso problema dei colombi.

Forse non tutti i concittadini sanno che, a causa di questa ordinanza, tutti i proprietari o conduttori di immobili sono passibili di sanzioni di 200 euro se non effettuano la loro personale “guerra ai colombi”. L’ordinanza prescrive, tra l’altro, di installare dissuasori su qualunque punto di posa, di schermare qualunque apertura dove possano nidificare i piccioni, e di mantenere perfettamente pulite da guano e piccioni morti le aree private sottostanti fabbricati interessati dalla presenza di piccioni.

Per la legge, il Sindaco è l’autorità sanitaria locale e, in quanto tale, può emanare ordinanze contingibili ed urgenti, con efficacia estesa al territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica. Tutto regolare, quindi? Direi non tanto, e forse per niente.

Era corretta questa ordinanza?

Prendiamo ad esempio, la definizione di “contingibile” dal dizionario Treccani: “che può accadere imprevedibilmente; è termine in uso nel diritto pubblico, di solito in unione con l’aggettivo urgente, per qualificare situazioni e circostanze di grave ed eccezionale necessità che, non potendo esser fronteggiate con i mezzi ordinarî, danno all’autorità il potere di emettere provvedimenti di carattere straordinario e di durata temporanea, in deroga alla legislazione vigente“.

Quindi il (sacrosanto) potere di ordinanza di un sindaco è previsto per far fronte a situazioni eccezionali ed emergenziali, per poter prendere delle misure immediate e temporanee. Che so: una invasione di cavallette, per cui ordina di tapparsi in casa e di non uscire sinchè non sono passate oltre o sono stati presi provvedimenti per debellarla.

Ora, non sembra che il problema dei piccioni sia da considerarsi nè una situazione eccezionale e nè temporanea, bensì strutturale e duratura. E lo strumento da usarsi per farvi fronte non può essere una ordinanza contingibile ed urgente. Tanto più se poi il Comune, da quando ha emesso l’ordinanza, non ha preso alcun provvedimento affinchè questo presunto stato di emergenza e di eccezionalità potesse essere superato.

E non è solo lo scrivente ad eccepire su tali pratiche ma sentenze di TAR che evidenziano come l’ordinanza del Sindaco sia strumento impiegabile solo quando sussistano dimostrate condizioni di imprevedibilità ed eccezionalità del pericolo igienico-sanitario tali da giustificare l’adozione di determinati strumenti. Sono altri gli strumenti, per così dire “ordinari”, di gestione delle problematiche cagionate dal colombo, per esempio l’adozione di piani di controllo o regolamenti di igiene e sanità.

L’interpellanza sul contenimento dei piccioni

Sulla base delle precedenti considerazioni ho protocollato (via PEC) in data 17 settembre una interpellanza intitolata “Contenimento piccioni” e rivolta al Sindaco chiedendo quali provvedimenti erano stati presi per superare l’emergenza e, comunque, di revocare l’ordinanza in quanto il problema legato ai colombi non è eccezionale ma strutturale e nell’ordinanza non c’era un’indicazione di durata.

Il Regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale (art. 23, comma 5) prevede che le interpellanze scritte debbano essere presentate al protocollo generale dell’ente. Esse saranno poi iscritte all’ordine del giorno in occasione della convocazione della prima adunanza del consiglio riservato a interpellanze e interrogazioni. Cosa che non è avvenuta: per qualche strana congiunzione astrale non favorevole, la suddetta interpellanza non è stata inserita all’ordine del giorno e quindi non è stato possibile discuterla.

La risposta all’interpellanza

Bene (cioè male ma si fa per dire). In data 8 novembre ricevo una risposta a questa interpellanza da parte del Comandante della Polizia Municipale che mi comunica che non ritiene di ritirare l’ordinanza, insieme ad altre considerazioni che continuano a lasciarmi perplesso sulla correttezza procedurale ed istituzionale.

Intanto l’oggetto della risposta del Comandante è intitolato “Interpellanza censimento piccioni”. Al lettore che ha seguito sin qui la vicenda risulta abbastanza chiaro che non avevo chiesto un CENSIMENTO dei piccioni bensì un loro CONTENIMENTO. Comprendo il refuso ma il resto evidenzierà che si tratta della leggerezza meno grave.

Perplessità N.1

Intanto, la mia interpellanza era rivolta all’organo politico (il Sindaco) e correttezza istituzionale vuole che sia il Sindaco a rispondere e non l’organo tecnico, come è il Comando di Polizia Municipale che era solo responsabile dell’attuazione dell’ordinanza.

Perplessità N.2

Eventualmente, in supplenza del Sindaco, avrebbe potuto rispondere l’Assessore competente, dott.ssa Lucia Parchitelli, così avremmo avuto la prova della sua esistenza in questa Giunta. Ma neanche questa volta la sua presenza si è manifestata.

Perplessità N.3

Il Comandante così risponde “con riferimento all’interpellanza trasmessa per competenza in materia allo scrivente“. Beh, per quanto su detto mi sembra chiaro che la competenza su un’ordinanza sindacale non può essere di un caposettore tecnico ma del Sindaco, rendendo istituzionalmente curiosa la dichiarazione seguente “si dà atto che essa [la piaga dei piccioni] esiste e coinvolge l’intera cittadinanza pertanto non si ritiene di dover far decadere l’Ordinanza Sindacale vigente in materia“. Quindi un’ordinanza sindacale di stretta competenza del Sindaco viene confermata da un caposettore che non ha potere nè di emanarla e nè di revocarla?

Perplessità N.4

Non solo. La dichiarazione riconosce che il problema esiste e “pertanto” non revoca l’ordinanza. Quindi il problema dei colombi continua ad essere eccezionale e temporaneo, sole caratteristiche che giustificano una ordinanza urgente e contingibile?

Perplessità N.5

La risposta del Comandante prosegue chiedendo all’ASL di Bari di far sapere le misure ritenute più idonee per il contenimento dei piccioni e “di far conoscere la spesa presunta necessaria per utilizzare dette soluzioni affinchè lo scrivente possa avviare le procedure di Legge per l’affidamento delle relative commesse pubbliche, previa richiesta di disponibilità finanziaria al Settore comunale competente“.

Le perplessità aumentano. D’accordissimo a chiedere un parere sui metodi ottimali per il contenimento dei piccioni alla locale ASL, ma trovo piuttosto curioso che ne venga chiesta la stima dei costi a tale ufficio.

Perplessità N.6

E sopratutto che si pensi di avviare le procedure per eventuali appalti senza passare nè dal Consiglio e nè tantomeno dalla Giunta per le relative delibere.

Perplessità N.7

Con la chicca relativa alla “disponibilità finanziaria”: scommettiamo che le casse languono e non vi sarà la disponibilità finanziaria necessaria? Chiudendo il cerchio della vicenda con un gigantesco nulla di fatto.

Se il lettore ha ancora un attimo di pazienza, provo a riassumere l’intera vicenda, piccola ma paradigmatica del modo di funzionamento (?) della nostra amministrazione che, per usare un’espressione aulica: non ne azzecca una.

Riepilogo

AZIONE (di un consigliere di minoranza, ma poteva essere di un consigliere di maggioranza e, più in generale poteva essere di un qualsiasi cittadino che si rivolge al Comune)

  1. un consigliere esercita la sua funzione di controllo ed indirizzo rivolgendo al potere esecutivo (al Sindaco) una interpellanza
  2. in tale interpellanza viene messa in atto un’azione di controllo sul potere esecutivo (perchè un’ordinanza che sembra non adeguata, con richiesta di revoca) ed un’azione di indirizzo (proposta di risoluzione strutturale per il contenimento dei piccioni)
  3. questa interpellanza viene inviata in tempo utile per una sua discussione in Consiglio comunale, come da Regolamento

REAZIONE DEL COMUNE (festival di errori)

  1. l’interpellanza, per qualche ragione non nota, non perviene al Presidente del Consiglio
  2. l’interpellanza non viene inserita all’ordine del giorno dell’apposito Consiglio dedicato ad interrogazioni e interpellanze
  3. l’interpellanza non viene discussa
  4. la risposta non viene data dall’organo politico cui è rivolta (nè dal Sindaco, nè dall’assessore competente) ma da un organo tecnico (il Comando di Polizia Municipale)
  5. l’organo politico non si assume alcuna responsabilità e la dirotta all’organo tecnico
  6. nella risposta si asserisce che sia il Caposettore ad essere competenza dell’ordinanza sindacale, il chè è un evidente ossimoro
  7. l’ordinanza viene confermata da chi non ne ha il potere: può essere confermata o revocata solo dall’organo che l’ha emessa (il Sindaco) e non dal caposettore (il Comandante)
  8. l’ordinanza continua ad essere attiva nonostante non vi siano ragioni nè eccezionali e nè temporanee
  9. l’organo tecnico del Comune a sua volta dirotta la responsabilità di stimare i costi dell’eventuale intervento ad un ente esterno al Comune (l’ASL BA)
  10. l’organo tecnico dichiara di voler avviare le pratiche per l’appalto senza aver ricevuto alcuna delibera nè dall’organo politico (il Consiglio) nè da quello esecutivo (la Giunta)
  11. subordina tale esecuzione ad una disponibilità finanziaria che quasi certamente non c’è, in mancanza di una precisa delibera degli organi politici del Comune
  12. il tutto si concluderà verosimilmente con un nulla di fatto.

C’è da meravigliarsi se poi l’azione amministrativa del Comune sembra paralizzata?

*Consigliere comunale Movimamto 5 Stelle

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