Comunicato stampa

Il Circolo di Legambiente “I Capodieci” di Mola, per evitare strumentalizzazioni e interpretazioni distorte, ha effettuato un’attenta lettura delle motivazioni della sentenza di assoluzione nel giudizio di primo grado del processo relativo agli impianti in contrada Martucci. Perciò si ritiene di dover sottolineare con forza che il giudice, pur assolvendo gli imputati perché ritiene “che gli elementi acquisiti a sostegno della sussistenza del reato (…) siano insufficienti, non inequivoci, in parte contraddittori”, ha con chiarezza affermato che le discariche non sono state realizzate a regola d’arte, e che l’assoluzione non deve essere assolutamente costituire un alibi alla ripresa automatica delle attività di utilizzo degli impianti stessi (figuriamoci alla progettazione e realizzazione di nuovi).

Egli afferma infatti che l’assoluzione “non può e non deve attestare in alcun modo che le discariche di interesse siano state realizzate a regola d’arte, che gli impegni contrattuali (e imposti dalle normative di settore) relativi alle modalità realizzative e di gestione delle stesse siano stati rispettati e che quindi le attività di gestione delle stesse possano automaticamente e immediatamente riprendere, con l’abbancamento dei rifiuti”.

Il giudice ha, inoltre, segnalato nelle sue motivazioni che “i periti (e già l’Arpa Puglia prima di loro) nella loro relazione (che tutte le parti, compresi i difensori della Regione Puglia e dei Comuni interessati hanno potuto acquisire) hanno evidenziato significative criticità e la conseguente necessità di interventi strutturali e gestionali sul comparto di discarica che garantiscano che in futuro la certezza che non vi possano essere quelle perdite di percolato che allo stato si sono presentate solo come possibili o occasionali e comunque non tali (ma solo per carenza della relativa prova) da aver provocato modifiche nella falda acquifera.”

Per questi motivi e poiché non è accettabile che sullo stesso sito insistano più discariche (adiacenti, controllate, non controllate e abusive) da oltre quarant’anni, contrada Martucci va messa in sicurezza fermando l’impianto complesso ancora in esercizio e interdicendo la realizzazione e gestione di altri impianti di trattamento dei rifiuti sul nostro territorio.

 

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