Redazionale

La Pro Loco di Mola di Bari si onora di invitare i cittadini ad una Tavola Rotonda che si terrà giovedì 21 Febbraio 2019, dalle ore 18:00 alle ore 20:00 circa, presso la libreria Culture Club Cafè, di Domenico Sparno in via Van Westerhout, Mola di Bari.

La conoscenza storica, gli aspetti giuridico legali e l’importanza della valorizzazione del borgo antico, a comuinciare dall’arco Vaaz che si affaccia su piazza XX Settembre saranno i motivi principali della discussione.

Chi erano i Vaaz?

Nel 1609 Mola passò nelle mani di Michele Vaaz, ricco mercante ebreo portoghese, fortemente connesso con la corte del vicereame spagnolo, dove ricopriva alti incarichi.

L’Università di Mola, che rappresentava gli interessi delle famiglie notabili del luogo, organizzò immediatamente una fiera opposizione al nuovo feudatario, impugnando il decreto del 1584 con il quale Filippo II aveva concesso il regio demanio alla città. Non mancarono dispute legali e scontri fisici tra i cittadini e i rappresentanti della famiglia Vaaz, fino a quando il 28 luglio 1612 un parlamento generale, nel quale sedevano i cittadini più deboli e corrotti e gli adepti dell’usurpatore, riconobbe l’atto d’acquisto del portoghese, nel frattempo nominato conte di Mola.

Il clero e l’università locale accompagnati dalla gran parte della popolazione, misero in atto numerose proteste, memoriali e ricorsi al viceré ed alla Camera della Sommaria, ai quali seguirono violenze e soprusi da parte dei rappresentanti del nuovo feudatario; molti molesi furono imprigionati nel castello di Bari.

La principale motivazione dell’insorgenza dei molesi era la volontà di sottrarsi ai diritti e i privilegi che il feudatario esercitava nei confronti della città, inclusa l’imposizione di dazi sul commercio. L’economia di Mola, che sino ad allora era stata improntata principalmente sull’esportazione via mare delle derrate alimentari prodotte nell’agro proprio e in quello dei paesi vicini, subiva così un colpo durissimo, al quale solo parzialmente si riuscì a rimediare organizzando una capillare rete di contrabbando, che faceva affidamento sulla complicità dei frati francescani del convento di Santa Maria del Passo, prossimo al porto.

Nel 1670 la Regia Camera della Sommaria riconobbe la validità del privilegio concesso da Filippo II a Mola; tuttavia il paese non otterrà la libertà fino al 1755. Negli anni 1690-1692, intanto, Mola fu focolaio di un’epidemia di peste particolarmente virulenta, che ne decimò la popolazione.

Con l’espulsione dei Vaaz, iniziò per Mola un periodo di grande ripresa economica, alimentata dall’incremento dei traffici marittimi e dal miglioramento delle tecniche agricole e agronomiche che accrebbero la produttività del suolo e la qualità delle derrate prodotte. Seguì un repentino sviluppo demografico e urbanistico e un generale miglioramento del tenore di vita degli abitanti. Politicamente, le vicende di Mola seguirono quelle del Regno di Napoli, con un predominio del ceto agrario e mercantile, rappresentato poche famiglie fra le quali i Noya, baroni di Bitetto, e i Roberti.

 

 

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