di Nicola Bellantuono

L’Assessore Nico Berlen

La Giunta comunale ha approvato nell’ultima seduta lo schema del documento unico di programmazione (DUP) che sarà poi sottoposto per l’approvazione al consiglio comunale. Il DUP, oltre al resto, contiene il programma triennale dei lavori pubblici 2019-2021.

Le recenti dichiarazioni del sindaco Colonna, delle quali Città Nostra ha dato conto nei giorni scorsi, rendono opportuna un’analisi dettagliata di questo programma.

La legge impone una programmazione dei lavori pubblici su base triennale per mettere in evidenza gli intendimenti delle amministrazioni su un orizzonte temporale medio-lungo, consentire una più accorta valutazione delle priorità e riconnettere l’elenco delle opere che si intendono realizzare con il reperimento delle corrispondenti risorse nel bilancio di previsione dell’ente, che è pure organizzato su un intero triennio.

L’area portuale dall’alto

In base al principio dello scorrimento dell’orizzonte di pianificazione, le opere considerate di “priorità 1” dovrebbero essere realizzate nell’anno corrente; quelle di “priorità 2” e attribuite all’anno successivo, dovrebbero essere indicate come “priorità 1” nel programma triennale approvato l’anno a venire, e così via. Nella pratica, però, tali automatismi non sono frequenti in generale e tanto meno lo sono per il programma triennale del nostro Comune, che di anno in anno non è quasi mai stato un fedele aggiornamento del documento approvato nell’anno precedente.

Tali differenze sono naturalmente più accentuate in occasione degli avvicendamenti delle amministrazioni: ciascuna, infatti, individua priorità diverse e possiede una differente capacità di programmare gli interventi e reperire le risorse necessarie alla loro realizzazione. È bene pertanto leggere i programmi triennali senza cadere nella trappola degli entusiasmi facili o cedere alla retorica degli annunci.

Nondimeno, questo primo programma di opere pubbliche della giunta Colonna costituisce per certi versi un provvedimento-bandiera: la misura della sua ampiezza dà oggi conto dell’ambizione degli intendimenti amministrativi; la misura delle realizzazioni di fine mandato costituirà la cartina di tornasole del successo dell’azione che sarà stata condotta. Ricordiamo infatti che questa consiliatura giungerà a scadenza naturale nella primavera 2023, ossia poco più di un anno dopo la conclusione del triennio al quale questo programma triennale si riferisce. Un tempo ragionevolmente esteso perché, nella fisiologia delle cose, tutto quanto viene incluso in questo programma triennale possa giungere a compimento. Al di là dell’intrinseco valore amministrativo dell’atto non è quindi una forzatura attribuirgli anche un peso rilevante sul piano strettamente politico.

Via Paolo VI

Prima di entrare nel merito delle singole opere previste, è utile uno sguardo alle cifre complessive e alle fonti di finanziamento. Il programma prevede interventi per 62 milioni di euro complessivi (erano 77 nel programma 2016-2018, 79 nel programma 2017-2019 ma appena 23 nel programma 2018-2020), ripartiti tuttavia in modo alquanto asimmetrico: 9,3 milioni il primo anno, 10,3 il secondo e ben 40,3 il terzo. Come pietra di paragone, nel precedente programma triennale, approvato durante la gestione commissariale Schettini, le cifre in ballo erano del tutto simili per i primi due anni (rispettivamente 9,6 e 13,4 milioni), mentre nessuna opera era prevista per il terzo anno. L’asimmetrica distribuzione delle previsioni di spesa, sbilanciate sull’ultimo anno, era invece caratteristica comune anche nei precedenti programmi triennali, rimasti in gran parte inevasi anche solo per le opere che venivano dichiarate più urgenti.

Quanto alle fonti di finanziamento, colpisce che le risorse derivanti da entrate vincolate per legge siano appena 5,2 milioni, e siano tutte concentrate nel primo anno. Ulteriori 1,9 milioni sono previsti dalla contrazione di mutui (0,6 per il 2021 e 1,3 per il 2020). Quanto alle cifre restanti, è previsto l’apporto di 11,3 milioni di euro da capitali privati (750.000 al primo anno e la somma restante al terzo) e ben 43,5 milioni da alienazioni di patrimonio comunale, secondo le previsioni della legge 403/1990. Si tratta di una cifra imponente, associata per 2,7 milioni al 2019, 11 milioni al 2020 e 29,8 milioni al 2021 e che, per poter essere reperita, richiederebbe il verificarsi di due condizioni né banali, né indolori: la messa in vendita di una porzione significativa del patrimonio comunale, e la presenza di soggetti disposti a rilevare i beni alienabili.

Palazzo Roberti

Per identificare questi ultimi, non essendovi indicazioni all’interno del programma triennale dei lavori pubblici viene in aiuto il piano di alienazione approvato dalla giunta il 1° marzo scorso. Vi si identificano tutti i beni del patrimonio comunale che sono teoricamente disponibili alla vendita, attribuendo loro un valore di mercato di 6,3 milioni di euro; inoltre vengono enumerati quali, tra quei beni, sono effettivamente suscettibili di vendita per l’anno corrente: tra fabbricati e terreni edificabili vengono ritenuti alienabili beni per un valore di 3,5 milioni. Come è possibile, allora, che il programma triennale faccia leva su introiti da alienazione di 2,75 milioni di euro per il solo 2019, che presupporrebbero la vendita dell’80% dei beni dichiarati alienabili? Abbiamo posto il quesito all’assessore ai lavori pubblici Nico Berlen, che si è detto consapevole della difficoltà di assicurare prontamente alla vendita gli immobili dichiarati alienabili in una percentuale così alta, priva di riscontro nella storia dell’ente. Per questo motivo, l’amministrazione comunale ha in mente il ricorso a un più efficace istituto previsto dal nuovo codice degli appalti: si tratta della cessione di immobili in cambio di opere, che consente di trasferire un immobile alienabile all’impresa affidataria dell’esecuzione di un’opera pubblica, a titolo di corrispettivo anche parziale per i lavori. E come è possibile che nel triennio si indichino introiti da alienazione 7 volte superiori al valore dichiarato dei beni disponibili? Su questo aspetto l’assessore Berlen si è riservato di approfondire la questione: Città Nostra sarà felice di darne conto ai lettori.

Nell’attesa, riportiamo di seguito quali sono le opere pubbliche inserite nel programma triennale, indicando per ciascuna di esse il costo stimato.

Per l’anno 2019, sono programmate, con priorità massima una serie di opere che nella precedente programmazione erano state schedulate all’anno 2018: la riqualificazione dell’area portuale nell’ambito del waterfront metropolitano (2,0 milioni); la realizzazione dell’asse attrezzato di viale Paolo VI (815.000 euro); la ristrutturazione della scuola dell’infanzia “prolungamento di via Fiume” (700.000 euro); il primo lotto dei lavori di adeguamento del recapito finale delle reti di fogna bianca a ovest e a sud dell’abitato (2,3 milioni); la realizzazione del secondo lotto del canile comunale (750.000 euro, interamente con capitale privato trattandosi di un intervento previsto in project financing). Sempre al 2019 è ascritto, ma solo con priorità media, il dragaggio dei fondali del porto (2,75 milioni). Va rilevato che per nessuna di queste opere l’amministrazione dispone ancora di progetto esecutivo, e che un progetto definitivo è stato redatto solo per la ristrutturazione dell’edificio scolastico e la realizzazione dell’asse attrezzato.

Tutte le opere programmate per l’anno 2020 sono dichiarate di media priorità e senza che sia previsto l’apporto di capitali privati: la realizzazione del sottopasso pedonale di via Matteotti (1,8 milioni), il secondo lotto funzionale del restauro del palazzo Roberti (1,6 milioni), la sistemazione dell’area del castello verso piazza Venti Settembre con apertura dell’arco Vaaz (400.000 euro), l’ampliamento del cimitero (1 milione), le infrastrutture stradali in corso Italia con realizzazione del parcheggio (1,5 milioni), la sistemazione degli accessi alla città (1 milione), la realizzazione di un rondò in via Russolillo (350.000 euro), la messa in sicurezza della rete ciclabile (650.000 euro) e la ristrutturazione dei viadotto sulla Mola-Cozze (400.000 euro). Ulteriori misure sono previste per il patrimonio immobiliare esistente, con la manutenzione straordinaria delle scuole San Giuseppe (850.000 euro) e Arianna (1,2 milioni), la ristrutturazione degli impianti sportivi (1 milione), la manutenzione del mercato ittico (250.000 euro) e degli edifici pubblici (200.000), il progetto integrato di valorizzazione del poggio delle antiche ville (200.000 euro).

Infine, vengono programmati nell’anno 2021 numerosi interventi di particolare rilevanza economica: i più significativi sono il terzo lotto del restauro di palazzo Roberti per un importo di 8,5 milioni di euro, per il quale non si dichiara alcun apporto di capitale privato, la sistemazione dell’area portuale per 6,5 milioni, in partnership pubblico-privato, la realizzazione dell’area mercatale e del polo servizi (4,5 milioni interamente di provenienza privata), il completamento del fronte mare nord e sud (4,2 milioni complessivi, tutti di provenienza pubblica).

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