Comunicato stampa

Deianira Dragone (foto di Viviana Galluzzo)

Proseguono mercoledì 3 e giovedì 4 aprile (ore 21), al Teatro van Westerhout di Mola di Bari, le repliche di Amori impossibili, omaggio al drammaturgo Aldo Nicolaj nel progetto Ritratti della Compagnia Diaghilev. Diretto da Paolo Panaro, lo spettacolo è interpretato da Deianira Dragone e Carlo D’Ursi e tiene insieme gli atti unici Viva la regina, Otto secondi e Il belvedere (info 333.1260425). Aldo Nicolaj ha accompagnato con il suo pungente umorismo i cambiamenti sociali che hanno attraversato la più recente storia di Italia, rimarcando, nello stesso tempo, l’eternità e l’universalità di certe debolezze dell’uomo contemporaneo.

Dietro la sua opera, pregna di humour inglese, si cela una lunga e nobile tradizione, quella del teatro che passa attraverso il café-chantant, il cabaret colto degli anni ‘20 e ‘30 e, soprattutto, la rivista da camera del secondo dopoguerra, che trova i suoi massimi esponenti nell’esperienza della compagnia de I Gobbi (Alberto Bonucci, Vittorio Caprioli e Franca Valeri) e in quella formata da Franco Parenti, Dario Fo e Giustino Durano.

Il teatro di Nicolaj è a metà strada tra l’arte e l’artigianato; la sua scrittura drammatica è caratterizzata da un’armonica fusione fra le tecniche del più aristocratico teatro comico e la rapidità del lazzo e della battuta del numero dal varietà, dello sketch televisivo.

Paolo Panaro presenterà l’integrale della trilogia Proust, il Tempo e la Musica dedicata dalla Compagnia Diaghilev alla Recherche del grande scrittore francese, e al Teatro van Westerhout di Mola di Bari, venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 aprile (ore 18), porta in scena consecutivamente Un amore di Swann, Il tempo perduto e Il tempo ritrovato per quattro ore di spettacolo di grande intensità narrativa (info 333.1260425). Proust, il Tempo e la Musica è il risultato di un lungo e appassionante lavoro di drammaturgia attraverso il quale vengono portati in scena tre spettacoli di narrazione letteraria che non si limitano soltanto a far luce sul complesso rapporto dell’autore con l’universo della musica, ma sondano gli abissi dell’animo umano attraverso la dimensione del “fare, ascoltare e discutere di musica”.

In un gioco speculare fatto di appassionanti narrazioni e di suggestivi rimandi alle pagine pianistiche di Beethoven, Schumann, Liszt, Debussy, Chopin e altri ancora, la memoria del passato si incrocia, attraversa e ridà senso al contingente mondo del presente. Opera monumentale che sperimenta un’inedita concezione della narrazione, scardinando l’ordine consequenziale del romanzo ottocentesco per aprirlo alla dimensione dell’inconscio, la Recherche è un laboratorio di scrittura nel quale confluiscono arte, musica, scienza, letteratura e filosofia. Il suo intento è quello, dopo le nuove scoperte di Einstein, di rideterminare, attraverso l’arte, i fondamenti della temporalità dell’uomo. E Proust riesce a tradurre in narrazione le istanze delle avanguardie artistiche della sua epoca, dall’impressionismo al futurismo, sperimentando, per la prima volta in letteratura, la mobilità e il dinamismo del divenire.

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