di Vito Marangelli

Nell’ambito dell’evento Saggistica 4 abbiamo ospitato nel pomeriggio del 3 aprile 2019 lo scrittore e giornalista Antonio V. Gelormini.

Con la narrazione affabulatoria che lo contraddistingue Antonio Gelormini ha intrattenuto il pubblico dell’evento, co-organizzato dal Ponte di Eraclito, dal Coro Joy Full Joy, il blog I Bookanieri e da Domenico Sparno, parlando dei temi del suo recente libro (dicembre 2018) “Pentateuco Troiano”.

Un atto d’amore verso la sua città natale, di cui Gelormini conosce nel dettaglio ogni mattone, unito alla guida dottissima ai tesori della Cattedrale di Troia, costruita tra il 1089 (data del primo Concilio zonale di Troia, presieduto da Papa Urbano II) e il 1120 circa, in un intervallo temporale in cui la ricostruita città ‘a forma di nave’ (o, come malignamente insinuava Federico II ‘serpens longa’) ospitò i quattro Concilii presieduti da Papi portanti un nome e un numerale, II, numerologicamente significativi.

Come Gelormini ha spiegato, la città di Troia conserva una relazione numerologica particolare con il numero 5: di qui l’originalissima idea di legare alcuni aspetti architettonici della Cattedrale (La Porta Bronzea principale di Oderisio da Benevento, l’Ambone, la Navata con le sue le colonne, il particolarissimo Rosone di fattura arabesca e l’affresco della Dormitio Verginis) ai libri del Pentateuco, con una relazione idealmente corrispondente ai temi dei libri dell’Antico Testamento.

Come ho avuto modo di dire nel corso dell’evento, mi ha particolarmente colpito la capacità dell’autore di proiettare da ogni singolo dettaglio architettonico della Concattedrale Troiana un viaggio nella cultura, nell’Archeologia, nella Teologia e nella Storia della Puglia e del Mezzogiorno d’Italia.

Noi moderni abbiamo perduto la capacità di leggere la simbologia animalistica medievale (un tema affrontato dal punto di vista dell’Estetica nella ponderosa raccolta di Scritti sul Medioevo di Umberto Eco) e i riferimenti soprattutto teologici dei bestiari raffigurati nelle chiese di quel tempo. Gelormini ci porta con mano nella comprensione delle raffigurazioni scultoree ed epigrafiche e nella loro Esegesi.

Di particolare intensità è la descrizione della visita del futuro Papa Benedetto XVI, allora Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, al bassorilievo dell’Ambone di cui aveva sentito narrare e che volle visitare personalmente. Ne rimase così impressionato da scrivere in sue opere successive della possibile interpretazione dei tre animali raffigurati (un agnello aggredito e quasi finito da un leone sul quale si avventa un cane che cerca di distrarre l’animale dal finire la sua opera) come bene e male della Teologia nella vita della Chiesa.

Consiglio vivamente il libro perché attraverso l’analisi della Cattedrale di Troia, cosa che suscita anche il desiderio di visitare la città, Gelormini fornisce un modello di turismo culturale di elevato livello, utile ai fini di ‘destagionalizzazione’ tanto citata nei proclami della Politica senza tuttavia che se ne vedano implementazioni realistiche e produttive.

E’ stato per me un piacere aver contribuito alla presentazione di questo libro, di cui esiste una traccia video (la registrazione della diretta Facebook da noi effettuata) riportata in questa stessa pagina. Nelle foto allegate esibisco con un certo orgoglio la dedica che Antonio ha voluto scrivere sulla mia copia del libro.

Grazie Antonio Gelormini e arrivederci.

Il libro è disponibile presso la Libreria Culture Club Cafè di Domenico Sparno.

Le foto sono state scattate da Nicola Ungaro.

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