di Vito Giustino

Una bella serata culturale, che fortunatamente ha avuto l’affluenza di pubblico che meritava alla libreria Culture Club Cafè di Domenico Sparno.

Il giornalista Paolo Borrometi, che dal 2014 deve vivere sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia, era a Mola per presentare il libro “Un morto ogni tanto” (i carabinieri e le guardie del corpo non compaiono in foto ma vi assicuro che ce n’erano parecchi).

Intervistato da Annamaria Minunno ha raccontato in poco più di mezz’ora la sua storia dimostrando che i boss non sono riusciti a smorzare la sua vitalità e il suo entusiasmo. Per conoscere le informazioni che ci ha dato sul mondo della mafia leggete il suo libro, mentre quel che resta della serata a noi che l’abbiamo vissuta è il raggio di speranza nello scoprire che, in un ambiente in cui sempre più i giornalisti si dividono in impiegati e primedonne, ce ne sono ancora molti che fanno semplicemente il proprio dovere: “Non mi piace quando quelli come me vengono chiamati ‘giornalisti con la G maiuscola’. Se abbiamo fatto il nostro mestiere siamo giornalisti, punto“.

Chi è Paolo Borrometi (di Matteo Politanò )

Un personaggio scomodo, un intralcio da eliminare ad ogni costo. Paolo Borrometi, giornalista siciliano, vive dal 2013 con l’incubo delle minacce di morte. La sua colpa? Fare il suo lavoro, informare la Sicilia sulle sue ferite, in particolare nelle zone di Ragusa e Siracusa. Dal 2014 vive sotto scorta dopo un’aggressione e numerose minacce. Le ultime sono sfociate in quattro arresti dopo le intercettazioni dei carabinieri che hanno svelato un progetto per assassinarlo, l’ennesimo.

Paolo Borrometi è un giornalista nato a Ragusa nel 1983. Collaboratore dell’AGI per la provincia ragusana, nel 2013 ha fondato la testata giornalistica d’inchiesta “La Spia”. Sin da subito la sua attività è stata minacciata dalla malavita di Ragusa e Siracusa, intimidazioni che nel 2014 sono sfociate in violenza.

Le indagini di Borrometi scuotono il mondo della criminalità organizzata, indagano i lati oscuri del siracusano e del ragusano. Gli argomenti bollenti sono investigazioni che puntano i riflettori sulle ombre: dall’azienda commissariata per mafia Italgas, ai trasporti su gomma gestiti dalla malavita nel mercato ortofrutticolo di Vittoria, fino alla “via della droga”, il percorso sospetto dei corrieri che collega il porto di Gioia Tauro fino alla provinca di Ragusa.

Il 16 aprile 2014 Borrometi viene raggiunto e aggredito da uomini incappuciati che gli provocano una grave menomazione alla mobilità di una spalla. In quel periodo il giornalista si stava occupando dell’omicidio di Ivano Inglese, trentaduenne postino di Vittoria trovato assassinato la sera del 20 settembre 2012. Da agosto 2014 Borrometi viene così messo sotto scorta dai carabinieri e l’AGI lo trasferisce da Ragusa a Roma.

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