Redazionale

Progetto umanitario “Malawi.. Volontariamente”, rientrati in Puglia i 4 volontari

Gianni Liaci, Rosa Macchia, Hiber Scardino e Maria Enriquez erano partiti per l’Africa lo scorso 3 maggio per sostenere le popolazioni locali dopo il ciclone Idai

Sono rientrati in Italia, dopo 24 ore di viaggio, i quattro volontari dell’Associazione Protezione Civile Volontari Torchiarolo che lo scorso 3 maggio erano partiti per l’Africa carichi di materiale di prima necessità da donare alle popolazioni locali, dopo le devastazioni del ciclone Idai.

Il presidente e veterano delle missioni Gianni Liaci di Torchiarolo, insieme ai volontari Rosa Macchia (Mola di Bari), Hiber Scardino (Lecce) e Maria Enriquez (Mesagne), infatti, hanno visitato i villaggi del Balntyre, in Malawi, dove dal 2015, grazie al progetto “Malawi…Volontariamente”, sono riusciti a realizzare pre-school per i piccoli alunni e una water pump per andare incontro alle esigenze primarie degli abitanti.

Partiti con 8 valigie cariche di medicinali, alimenti e materiale didattico, i volontari hanno dapprima fatto scalo ad Addis Ababa in Etiopia e poi a Lumbashi in Congo, per dirigersi infine a Lilongwe, la capitale del Malawi. La condizione dei villaggi è apparsa sin da subito critica, pur nello scorrere regolare delle giornate: «La situazione sta tornando alla normalità, effettivamente è difficile scorgere un disastro da una situazione di per sè già disastrata. Tutto sommato questa zona è stata colpita di striscio dal ciclone Idai», ha raccontato Liaci, appena arrivato in loco. Tuttavia, sin da subito i volontari sono stati accolti da una brutta notizia: 3 dei bambini censiti e accuditi durante le missioni precedenti erano deceduti ed un’altra, Natasha, versava in gravi condizioni a causa della malaria. Le devastazioni, infatti, avevano aumentato le condizioni di disagio e di mancanza di igiene della zona, provocando la diffusione di malattie e virus contagiosi. Fortunatamente Natasha è riuscita a sconfiggere l’infezione e a tornare alla sua normalità di bambina, da vera combattente, come lo sono tutti i piccoli abitanti dei villaggi.

Dopo i primi giorni trascorsi con gli alunni della pre-school, tra giochi e formazione, i volontari hanno fatto visita al carcere femminile di Lonzu, dove le mamme sono rinchiuse con i propri figli. Lì hanno anche avuto modo di incontrare i prigionieri del settore maschile e di poter donare materiale a sostegno dei volontari che da anni gestiscono la struttura. Oltre ai medicinali raccolti in Italia, hanno donato anche viveri comprati in loco: zucchero, uova e sapone, fondamentali per la vita quotidiana nel carcere.

Tappa obbligatoria succesiva era l’orfanotrofio “Alleluja Care Center” di Namwera, gestito dalla volontaria italiana Rita Milesi. La struttura accoglie bambini africani abbandonati e li accudisce fino al compiere dei 3 anni, alla cui età per legge, i piccoli devono essere inseriti nel villaggio d’origine e ospitati dai parenti più prossimi.

In Malawi i volontari hanno anche avuto modo di incontrare Andrea, una ragazza di origini colombiane che ha deciso di sostenere il progetto “Malawi…Volontariamente”, e Roberto, un giovane spagnolo, che in Africa sta costruendo un luogo in cui i bambini possano imparare un mestiere e vivere una vita normale. Lì Roberto ha anche incontrato l’amore e dato vita ad una famiglia felice.

«Continuo a non farmene una ragione. Nonostante da anni veda questa realtà, non riesco ad accettare tutto questo. Leggendo un libro ho scoperto la chiave di lettura: “Non accettare mai queste situazioni e nel piccolo contrastarle”. E siamo al punto di partenza. Ed ecco perché ogni anno torniamo qui», ha confessato Gianni Liaci.

 

 

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