comunicato stampa

Nei giorni scorsi è stata pubblicata la Relazione sulla Performance del Comune di Mola, relativa al 2018.

Tale relazione evidenzia, o meglio, dovrebbe evidenziare, i risultati organizzativi ed individuali raggiunti rispetto agli obiettivi programmati ed alle risorse assegnate.

In pratica, è lo strumento per distribuire dei “premi di risultato” a funzionari (sopratutto) e dipendenti (qualcosina) del Comune. Cioè soldi aggiuntivi rispetto allo stipendio base.

Detta in modo semplice, la Giunta assegna degli obiettivi ai vari Uffici: chi li raggiunge ha il premio, proporzionalmente al livello di raggiungimento.

Naturalmente il nostro Comune è dotato di un bellissimo regolamento che disciplina criteri e modalità di valutazione. Ed ovviamente afferma che verranno premiate capacità commendevoli quali “l’attuazione di soluzioni atte a soddisfare i bisogni della collettività” o la “massima collaborazione ed il continuo interscambio di informazioni tra i vari uffici dell’ente”. E cose così. Ora, considerando quanto Mola sia malconcia da tutti i punti di vista -urbanistico, industriale, economico, sociale- mi sembra di intuire che i bisogni della collettività non è che siano stati molto soddisfatti, senza parlare del livello di collaborazione tra uffici, dove una pratica per fare qualche metro da un ufficio ad un altro potrebbe impiegare settimane se non mesi.

Quindi banale logica aristotelica vorrebbe che, essendo i risultati scarsi, fosse altrettanto scarsa la valutazione dell’operato dei vari responsabili. Ed invece, sorpresa! Tutti i capi settori comunali hanno ottenuto valutazioni eccellenti: su un punteggio massimo di 100, tutti i responsabili hanno avuto punteggi superiori a 90 punti. Il chè conduce al raggiungimento di una retribuzione di risultato massima che, come da tabella contenuta nell’apposito regolamento in vigore sino allo scorso anno, è del 100% (pari al 25% della retribuzione di posizione percepita).

Quindi, se non ve ne siete accorti, noi molesi viviamo  in un Comune dove tutto funziona a meraviglia:

  • se andiamo in Comune per un qualche certificato troviamo sempre aperto e lo otteniamo in pochi minuti
  • il patrimonio del Comune è gestito alla perfezione ed è così remunerativo che le risorse economiche abbondano e così possono essere forniti servizi di qualità
  • i servizi cimiteriali contribuiscono a rendere il Cimitero un luogo sereno per favorire momenti di raccoglimento e di rimembranza dedicati ai nostri cari estinti
  • strade ed edifici pubblici sono perfettamente mantenuti e sempre a disposizione della cittadinanza
  • i vigili  controllano tutto scrupolosamente e qualsiasi irregolarità viene sanzionata con gentilezza ma con fermezza.
  • E cose così.

Incuriosito dai lusinghieri risultati ottenuti, sono andato a verificare quali obiettivi erano stati definiti per i singoli responsabili di servizio. Supponevo ci fossero obiettivi significativi e misurabili quali: aumento del numero dei certificati rilasciati, diminuzione dei tempi di rilascio, aumento della durata di apertura degli uffici, diminuzione spese di contenzioso o di percentuale di esiti processuali favorevoli, diminuzione dei reclami della cittadinanza, e cose così.

Invece gli obiettivi che sono usualmente assegnati sono di questo genere:

  • aggiornamento piano triennale per la prevenzione della corruzione
  • stesura relazione annuale sulla performance
  • programmazione annuale delle assunzioni
  • incontri per informazione su adeguamenti normativi
  • gara servizi annuali di pulizia
  • pagamento servizi svolti (!)
  • controllo denunce e versamenti dei vari tributi comunali
  • aggiornamento elenco procedimenti amministrativi di competenza

Insomma, scartoffie da compilare, tra l’altro di ordinaria amministrazione se non veri e propri obblighi di legge. Ovvio che si tratta di obiettivi fasulli, definiti in modo che sia pressochè impossibili non raggiungerli.

Ciliegina sulla torta. Per poter valutare il raggiungimento o meno di questi obiettivi, viene incaricato un Nucleo di Valutazione costituito da 3 persone al costo di circa 25.000 € all’anno.

Ora, è ovvio che il problema non è nei dipendenti comunali e neanche nei responsabili dei vari uffici ma in chi tali obiettivi li definisce: gli organi politici, con il Sindaco in primo luogo. Il sistema degli incentivi e della premialità dovrebbe essere teso al raggiungimento di risultati concreti e misurabili che migliorino l’esistenza e la soddisfazione dei cittadini. Non ad espedienti tesi solo a far pervenire qualche soldo in più indistintamente a tutti. Perché, se così fosse, almeno potremmo risparmiare qualche decina di migliaia di euro per quella finzione che è la valutazione.

Michele Daniele – Consigliere comunale

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