di Marco Sciddurlo

Accesso bloccato a Porto Colombo

Un paese attrattivo offre servizi. Purtroppo, Mola ne è carente.

Consideriamo “Porto Colombo”, una delle spiagge più frequentate dai molesi. L’unico servizio offerto sono cinque raccoglitori in plastica per rifiuti indifferenziati (collocati nel tratto tra le ultime ville abusive a sud di via La Malfa e l’ex ristorante Gabbiano). Sarebbe opportuno che si iniziassero ad installare raccoglitori per la raccolta differenziata e che ci sia un più efficiente servizio di raccolta dei rifiuti lasciati sulla spiaggia (è ovvio che se la gente fosse civile e rispettasse le norme, non troveremmo carte, bottiglie e robacce varie lasciate sulla sabbia e sugli scogli).

Raccoglitori differenziati li troviamo sul braccio lungo di Portecchia, nonostante ci sia un’ordinanza della Capitaneria di Porto che vieti l’accesso all’intero porticciolo (ma tanto nessuno rispetta e fa rispettare quell’ordinanza; viene da chiedersi: perché l’hanno fatta?). Ovviamente, sulle nostre spiagge sono tanti i punti dell’ordinanza balneare della Regione Puglia a non essere rispettati; infatti, a “Porto Colombo” possiamo vedere tizzoni e ceneri, resti del fuoco della sera prima, benché sulle spiagge non attrezzate sia vietato accendere fuochi. Ed anche la caletta di questa zona è invasa dalla posidonia (ma non rimuoverla è una caratteristica del nostro paese!).

Recinzione spostata

A “Porto Colombo” si può accedere da via P. D. Pesce, tramite una stradina, mentre il passaggio da Portecchia è chiuso perché crollata la passeggiata in cemento. Ebbene, il nostro Comune ha transennato l’area prospiciente l’ex ristorante Gabbiano, perché evidentemente c’è il pericolo di distacco e caduta di pezzi di edificio, e qualcuno s’è preso la briga di spostare una parte della recinzione (non si capisce per quale motivo l’abbia fatto).

Abbiamo già segnalato, su questo sito, la grave situazione in cui versa “Cala di Portecchia” nell’articolo “Portecchia: il degrado persiste. Assurdo!” del 21 giugno scorso. Un degrado che continua a rimanere così com’è da parecchio tempo, nell’indifferenza delle Amministrazioni pubbliche.

Mancano gomma antiurto e una altalena

Anche il “Lungomare Dalmazia” necessita di servizi e di manutenzione. Le giostre per i bambini hanno le altalene ridotte a metà (da sei a tre), in alcuni punti la gomma antiurto è venuta meno o si è erosa; il legno necessita di verniciatura per la sua protezione, eccetera eccetera. Purtroppo, si vedono deiezioni canine nella ghiaia, dove giocano i bambini. Forse sarebbe anche il caso che quell’area fosse recintata, giocando un bambino potrebbe mettersi a correre e finire sui massi frangiflutti. Un altro segno di incuria sono i pali a cui erano affissi i vari cartelli (nell’area del parco giochi sono quattro): i pali sono rimasti, i cartelli sono spariti. Un cartello però c’è, sulla “rotonda”, è quello del divieto di balneazione (ovviamente, del tutto ignorato dai bagnanti).

Panchine rotte e arrugginite

Anche le panchine sulla “rotonda” non se la passano bene; un vandalo qualche giorno fa ne ha rotto una, ma tutte mancano di manutenzione da anni, tanto che la ruggine è colata, sporcando la pavimentazione di cemento.

Non abbiamo nemmeno una fontana pubblica funzionante sul nostro lungomare (per abbeverarsi un po’ bisogna arrivare alla piazzetta di fronte la chiesa della Madonna di Loreto). A dirla tutta, alcune fontane non hanno nemmeno l’allaccio alla condotta idrica. C’è però la statua di San Pio da Pietralcina, collocata senza autorizzazione e “vittima” di un’ordinanza di rimozione. Ma non c’è nessun problema; nel nostro paese alcune ordinanze hanno la sorte di diventare “lettere di auspici”.

Bidoni spariti da molto tempo

Bidoni spariti e mai sostituiti

Ah, i bagni pubblici? Non servono, con tanto spazio…!

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