di Marco Sciddurlo
Si è trattato di comizio elettorale, quello tenuto ieri sera dal leader leghista Matteo Salvini al Wonder Village di Mola. L’affluenza è stata maggiore a quella preventivata dagli organizzatori, che, sino a venerdì mattina, avevano venduto 1.500 ticket per le consumazioni (con un ticket di 15,00 euro si aveva diritto a quattro consumazioni, tra cibo –focaccia, panzerotti e panini– e bevande –acqua e birra–; nella serata, avendo finito i ticket stampati, c’era gente che comprava in contanti le consumazioni e gli stand a fine serata non avevano più roba); mentre l’ingresso era libero. Stando a quanto affermato dagli organizzatori, l’affluenza è stata superiore alle 2.000 persone (il prato del Wonder era effettivamente pieno di gente). Ovviamente, non c’erano solo molesi, ma persone venute anche da fuori provincia e pure da altre regioni (probabilmente turisti che, trovandosi in zona, sono venuti ad ascoltare Salvini all’indomani della crisi di Governo). Su alcuni media è apparsa la notizia di Salvini a Polignano, ma credo che l’utilizzo del nome di Polignano sia dovuta al fatto che questa è più conosciuta della nostra cittadina; comunque, nel comizio si è precisato «tra Mola e Polignano». Questa tappa nel nostro litorale si inserisce in un tour che il leader leghista sta facendo in questi giorni nel Sud Italia.
Prima del suo arrivo, si sono alternati sul palco alcuni esponenti della Lega, come Nuccio Altieri, l’On. Rossano Sasso, l’On. Anna Rita Tateo, l’Europarlamentare Simona Baldassarre, la Sottosegretaria all’Ambiente Vania Gava, Giovanni Riviello, il Consigliere regionale della Basilicata Massimo Zullino (che ha ricordato come alle ultime elezioni regionali lucane dello scorso marzo, contro ogni pronostico e sondaggio, la vittoria del centrodestra vede la preminenza della Lega, con la metà dei consiglieri di maggioranza).
Salvini ha parlato delle prossime elezioni parlamentari, che lui vede imminenti, e di ciò che vuole realizzare come Presidente del Consiglio; ha anche accennato alla crisi di Governo causata, a suo dire, dai continui “no” del M5S, che bloccherebbero il Paese. Il comizio ha toccato temi dal solito canovaccio: immigrati (politica dei “porti chiusi”), giustizia più celere, mafiosi e spacciatori in galera con pene più severe, lavoro e riduzione delle tasse senza piegarsi ai vincoli europei, eccetera. Ma ha anche parlato fugacemente delle prossime elezioni regionali in Puglia, toccando i temi delle liste di attesa nella sanità e dei trasporti, dicendo che Michele Emiliano va mandato a casa.
Al termine del comizio, dopo un collegamento con RAI 1, Matteo Salvini è rimasto in mezzo alla gente, stringendo mani, scambiando battute e scattando selfie.
Al suo arrivo, l’ormai ex Ministro dell’Interno ha trovato una trentina di contestatori che cantavano “Bella ciao”, oggetto poi di ironia di Salvini, che ha proposto loro il festival di Sanremo. Inoltre, c’è stato anche un flash mob di protesta di una ventina di persone, dinanzi la fontana monumentale di piazza XX settembre. La venuta a Mola del leader leghista ha pure ridestato dal letargo il PD molese, che ha pubblicato un comunicato su facebook ricordando come «Mola è terra di Gente di mare, che è stata terra di migranti, che è Terra di Gente accogliente, di Gente che non dimentica! (…) le diciamo: Danzi pure Ministro ma sappia che da noi l’odio verso i deboli e gli emarginati, lo stile squadrista da aspirante “ducetto”, Non saranno MAI i benvenuti!».
Al di là dell’affluenza ragguardevole, ciò che si percepiva stando in mezzo alla gente, è il loro entusiasmo per Salvini e la Lega. E gli oppositori al leader leghista, se vogliono fermare la sua ascesa, non si devono limitare ad insulti e paventare scenari foschi, bensì devono suscitare negli elettori lo stesso entusiasmo e far capire quali politiche, alternative, ma determinate e fattibili voglio realizzare.
Caro Marco, condivido molte considerazioni del tuo articolo. Credo che qualcos’altro si possa commentare. Nella comunicazione che ha preceduto il comizio si è indicato come luogo della manifestazione prevalentemente Polignano, come ricordavi, poi Mola – Polignano, poi anche solo Mola, ma dicendolo molto in silenzio (. . . siamo in fase di cancellazione dalla cartina). In realtà quella zona è territorio di Mola, punto e basta! Ma il marketing propagandistico ha bisogno di piccole “confusioni” per far crescere la curiosità, e allora . . . Forse meriterebbe qualche considerazione ulteriore il perché della scelta di quella struttura; questo svelerebbe alcune “affinità elettive” con l’ospite accolto. Sono stato per circa un’ora nel gruppo del dissenso al Magnifico, e in quei frangenti ho osservato. C’è tanto sperpero di pubblico danaro per il Ministro dell’Interno ha il privilegio di girare per la sua campagna elettorale. Non si tratta solo dei pochi euro sprecati nel far giocare con lo scouter d’acqua un figlio sedicenne, no. La questione più rilevante è che un apparato di sicurezza come quello impegnato ha costi notevolissimi. In quei frangenti mi è venuto di pensare: “Sarebbe compatibile, sul piano della democrazia e del conflitto di interessi,che una persona che si candida a leader maximus sia, durante le elezioni anche il Ministro degli Interni, con il ruolo essenziale che ha il Dicastero in questo frangente?”. Forse le evoluzioni delle ultime ore lo scongiurano, ma non si sa mai . . . Veniamo alla clack. Quanti stanno salendo sul carro del vincitore per cogliere l’opportunità? Quante acrobazie hanno già fatto nella loro storia politica? E se tra loro vi sono dei giovani, si tratta di promettenti emuli di Giovanna D’Arco o piuttosto di vittime inconsapevoli dell’intifada che regna nello scenario politico recente? Si domandano costoro perché i contenuti della comunicazione del Nostro si fondino essenzialmente sulle paure percepite e si balbettino poche cose di politica economica perché la conoscenza in materia è nulla, il perché dei Rosari sventolati senza tener conto della indispensabile coerenza con lo stile della coniugalità che la fede cristiana richiede, perché si rifiuta di andare in Parlamento a riferire sugli incontri (numerosissimi, con viaggi secretati dall’omologo Ministero degli interni russo) di suoi fedeli collaboratori con fedelissimi emissari di Putin, perché non è plausibile neppure all’inferno rimborsare in 80 anni milioni di finanziamento pubblico ai partiti utilizzati dal suo partito per altri scopi? Silenzio: solo silenzio sui propri scheletri. Neppure un’idealità espressa, perché all’aridità a volte non v’è rimedio. Un’ultima considerazione: il PD molese, se esiste, avrebbe dovuto essere ufficialmente presente accanto a coloro che hanno manifestato in occasione della presenza indesiderata del Ministro degli interni a Mola, e non rifugiarsi ancora una volta dietro il paravento inutile dei social. E questo per cominciare, solo cominciare, a farsi perdonare la tragicommedia che ha accompagnato la storia di partito e di tutto il centrosinistra nell’ultimo decennio, a Mola e non solo a Mola.