di Nicola Rotondi

La necessità di colmare un vuoto di informazione, che induce le persone ad affidare le risposte a siti di informazione o a “santoni” della medicina, richiede un serio approfondimento. Lo scorso 5 ottobre si è svolta nel Castello Angioino un’iniziativa dal titolo “Perché vaccinarsi?”, organizzata dalla farmacia Mangiolino, dal Centro Aiuto per la Vita, Vaccinarsi in Puglia, e patrocinata dal Comune di Mola, rappresentato per i saluti di rito dal sindaco Giuseppe Colonna. «È indispensabile avere momenti di comunicazione chiara per la salute pubblica e i minori», ha affermato Colonna. Il compito della comunicazione tecnica è stato affidato ai relatori invitati: la prof.ssa Maria Chironna e il prof. Nicola Laforgia, rispettivamente del Dipartimento Igiene e direttore dell’Unità di Neonatologia del Policlinico di Bari, e il dott. Francesco Pastore, medico pediatra.

Il convegno è stato animato da un dibattito innescato da alcuni interrogativi, rivolti agli ospiti, dal dott. Ottavio Ungaro. I messaggi lanciati sono più che diretti: oggi ha ancora senso vaccinarsi, pur davanti a un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie rispetto a cinquant’anni fa. Tuttavia, sostiene Laforgia, solo grazie ai vaccini si è ottenuto un azzeramento delle malattie infettive. Merito soprattutto della copertura vaccinale, la cui asticella deve essere tenuta alta per evitare che la malattia si propaghi in caso di diffusione dell’agente patogeno, come sostenuto da Pastore.

Rispetto alle teorie no vax, in base alle quali i bambini non andrebbero vaccinati in tenerissima età in quanto indifesi, l’esperienza riportata dalla Chironna è di segno totalmente opposto: «Nei primi due mesi, i bambini rispondono agli stimoli antigenici. Già quando viene al mondo, il neonato entra in contatto con migliaia di antigeni. Vaccinare i bambini serve a proteggerli, con più dosi e prima possibile». Lo stesso Laforgia ha rilanciato: «Bisogna vaccinare le donne in attesa». A tal proposito, presso il Policlinico esiste lo sportello dedicato alle donne incinte: gli stessi esperti hanno sottolineato l’importanza del vaccino antiinfluenzale e antipertosse in fase di gravidanza.

La Chironna ha ricordato che «in una comunità scientifica si prendono decisioni perché per tanti anni medici e scienziati hanno studiato e valutato i vaccini. Vaccinare la popolazione infantile significa fare un intervento di sanità pubblica. Con i test immunologici, i vaccini perderebbero di senso. Chi li prescrive, va contro le linee guida internazionali. Perché dovremmo fare dei test? Non c’è nessuno studio nel mondo che o test che permette di prevedere l’evento avverso, non servono a nulla». Più tranchant, Laforgia: «I test prevaccinali servono solo al medico e al laboratorio che spillano soldi dalle tasche delle persone. Sono fesserie totali che arricchiscono dei malfattori e spargono bufale».

È importante quindi arginare lo scetticismo antivaccini per evitare che malattie pericolose possano ritornare a colpire la popolazione.

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