di Nico Colella*
A volte capita che qualcuno faccia una foto alle barche del Palio e ci scriva sotto “c’era una volta”, oppure “abbandonate” ecc… No, quelle barche non sono state abbandonate per niente.
Sono controllate, monitorate attentamente e rappresentano una nostra continua spina nel fianco.
La verità è che non abbiamo fondi per aggiustarle, al momento. Le esigue risorse economiche di cui disponiamo vengono investite negli eventi per darvi qualcosa di decente e degno dell’immagine di questo paese. Non avanza nulla.
Gli sponsor?
Parlate con i commercianti e vedete cosa (giustamente) vi dicono: sono continuamente vessati da richieste di sponsorizzazioni per eventi di ogni tipo.
Onestamente ci sentiamo un po’ male ad essere l’ennesima organizzazione che va a chiedere.
Non siamo un’azienda culturale, siamo volontari, facciamo altro nella vita e non aspiriamo a trasformarci in una srl della cultura. Per questo è difficile trovare finanziamenti per poter recuperare 5 delle 6 barche delle Contrade .
Sappiate che non stiamo fermi con le mani in mano.
Siamo nella fase di richiesta preventivi per capire l’entità del danno e quanto ci serve per recuperare i gozzi. Una volta avuti i preventivi, cercheremo di fare qualcosa per recuperare quanto serve. Ma crescere con gli spiccioli non è facile.
Lo diciamo da anni: il Palio dei Capatosta , assieme alla Sagra del Polpo , sono eventi fortemente identitari della nostra città. Identitari per ragioni storiche e perché nel nome vi è un collegamento diretto con il nostro paese.
Mola è Sagra del Polpo. I molesi sono Capatosta.
Ma se continuo a dire queste cose, sembra che io voglia portare acqua al mio mulino. Il bello è che non esiste un mulino e non esiste manco l’acqua. Facciamo altro nella vita e rendere forte il Palio come la Sagra non significa portare acqua al mulino delle organizzazioni ma all’intero paese.
- Palio dei Capatosta