Redazionale

Ieri sera, poco prima delle 21, all’età di 95 è serenamente spirato Domenico Campanile. Duramente provato da una malattia dovuta alla vecchiaia, poco prima aveva comunicato a chi gli era vicino che stava malissimo e che preferiva andarsene. La tranquillità e la lucidità, malgrado la sofferenza, colpivano chi gli rendeva visita. A Vitangelo Magnifico aveva detto qualche giorno prima: «Non c’è nulla nella mia vita che non rifarei».  Aveva molto apprezzato l’omaggio che Città Nostra gli ha reso nel numero che sta per andare in edicola e che Vitangelo Magnifico gli aveva portato in anteprima con il commento al Concerto per Organo e Violino del 12 ottobre scorso che Margherita Sciddurlo e Giulia Buccarella gli avevano dedicato in occasione del primo anniversario della consegna del bellissimo organo Zanin che Lui aveva donato alla chiesa di San Domenico.

I funerali di Domenico Campanile si terranno oggi, 19 novembre, alle ore 15.30 ovviamente in San Domenico.

Riportiamo di seguito l’articolo “Chi è Domenico Campanile” che compare nel numero di Città Nostra di novembre domani in edicola.

Domenico Campanile, Mengocce per gli amici e i familiari, è nato a Mola il 19 maggio 1924 da Giovanni e Colomba Buttaro, una famiglia di piccoli agricoltori anche se il padre faceva il calessiere, u galessire, ovvero il trasportatore dei prodotti agricoli molesi ai mercati dei paesi limitrofi, a fretérre. Frequentò la scuola elementare fino alla quinta elementare avendo come insegnante Don Antonio Mancini.

Faceva l’agricoltore quando fu chiamato a servire la Patria. Svolse il servizio militare nell’Arma dei Carabinieri guadagnandosi onorificenze per il suo impegno durante la Resistenza (del 30 settembre del 1945, “Certificate of Merit awarded to Carabiniere Campanile Domenico of Contingente “R”…. for his service under the allied command and for his contribution to the cause of freedom” a firma del Generale H. R. Alexander; e del 25 aprile 1984, “Diploma d’Onore al Combattente per la Libertà d’Italia 1943-1945 come partecipante alla guerra di Liberazione inquadrato in reparti regolari delle Forze Armate” con firme autografe di Sandro Pertini, Presidente della Repubblica, e Giovanni Spadolini, Ministro della Difesa).

Dopo la guerra riprese a fare l’agricoltore. Nel 1951 fu il primo ad introdurre la coltivazione del carciofo nel foggiano, in un’azienda di Ordona. A 36 anni riprese gli studi da privatista per conseguire la licenza media. Gli serviva per meglio inserirsi nella SST cioè l’Azienda di Stato per i Servizi Telefonici di Bari dove era stato assunto come Operatore Telefonico.

È stato per molti anni Presidente dell’Associazione Mutilati e Invalidi della Sezione di Mola meritando una Medaglia d’Oro per il grande impegno profuso nell’assistenza degli associati.

È stato Consigliere Comunale di Mola di Bari e dal 1970 al 1975 anche Assessore all’Agricoltura e all’Annona con il Sindaco Giovanni Padovano e durante la prima esperienza di Centro-Sinistra (DC e PSI) del nostro comune.

Da pensionato si è dedicato con passione e spirito innovativo all’agricoltura. Ha donato alla Parrocchia del SS. Rosario in San Domenico l’organo meccanico Zanin (2018) pensando, ancora una volta, al bene dei suoi concittadini: «Volevo lasciare qualcosa di utile alla comunità. Parlando con Margherita Sciddurlo ci venne in mente l’idea di un organo moderno, che manca a Mola, può durare nel tempo ed è uno strumento ideale sia per una chiesa che per la collettività sull’esempio dell’organo di Sant’Antonio (il Petrus de’ Simone del 1747)».

 

Condividi su: