di Nicola Bellantuono

La Navita srl, che dalla scorsa primavera cura il servizio di igiene urbana del Comune di Mola, gestisce una pagina Facebook con la quale pubblicizza le proprie attività e tiene un efficace filo diretto con i cittadini, che possono porre domande e richieste di chiarimento.

Apprendiamo così che una nostra concittadina, particolarmente attenta alla tutela dell’ambiente, ha scritto a Navita il seguente messaggio: «Vorrei sapere come smaltire le lampadine rotte, che come è noto sono rifiuti speciali e non vanno assolutamente gettate nella spazzatura indifferenziata né nel vetro. In precedenza era possibile lasciarle nelle ferramenta quando si acquistava una lampadina nuova, ma mi hanno detto in 3 diverse ferramenta che adesso questo non è più possibile per vostra volontà, e che bisognerebbe portarle direttamente in discarica.

Questa procedura mi sembra piuttosto complicata (si pensi agli anziani, o a chi non possiede un auto) e credo che solo i cittadini con elevatissimo senso civico si accolleranno questo impegno, mentre i più le smaltiranno in maniera non corretta. Potreste gentilmente dirmi se quello che mi hanno riferito è corretto o se invece esiste una procedura più semplice?».

Le osservazioni della nostra concittadina sono esatte. A differenza delle vecchie lampade a incandescenza e di quelle alogene, tutte le lampadine di nuova generazione sono considerate rifiuti speciali (rectius: rifiuti urbani pericolosi, n.d.r.): alcune tipologie contengono mercurio e altri componenti nocivi, che non vanno dispersi nell’ambiente e neppure mandati in discarica; altre sono progettate in modo da assicurare la riciclabilità quasi completa dei loro componenti.

Nessuna lampadina va gettata nella raccolta differenziata del vetro. Si tratta infatti di oggetti che contengono anche plastica e metalli, che ostacolerebbero i processi di riciclo del vetro.

Esistono perciò canali dedicati per la raccolta differenziata delle lampadine esauste: in particolare, per i tubi fluorescenti impropriamente detti “al neon”, le lampade “a basso consumo”, le lampade LED e quelle a vapori di sodio è obbligatoria la raccolta differenziata (la raccolta differenziata non è prevista solo per le vecchie lampade a incandescenza e per quelle alogene).

Tutte le “isole ecologiche”, come il Centro Comunale di Raccolta di Mola, sono abilitate a raccogliere questo tipo di rifiuto e indirizzarlo verso gli appositi canali di riciclo.

La nuova legge sui RAEE (“rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche”), in vigore dal 2016, è però intervenuta per semplificare la vita ai cittadini e migliorare l’efficacia della raccolta differenziata.

Essa prevede due modalità di conferimento alternative al centro comunale di raccolta. Ogni esercizio commerciale che vende lampadine o altri RAEE (incluse le batterie) è tenuto al cosiddetto “uno contro uno”: se cioè l’apparecchiatura giunta a fine vita è di piccola dimensione (fino a 25 cm), il negoziante deve ritirarla gratuitamente previo acquisto di un prodotto analogo. Se poi la superficie di vendita del negozio è di almeno 400 mq, l’obbligo del ritiro gratuito sussiste anche senza acquisti.

Torniamo quindi al messaggio lasciato su Facebook dalla nostra concittadina, che ha denunciato il diniego di più negozianti molesi al ritiro delle lampadine rotte anche quando ne viene acquistata una nuova. La risposta di Navita non è tardata: «Le lampadine a basso consumo vanno conferite nel centro comunale di raccolta». A meno di un errore di comunicazione, il social media manager di Navita ha avvalorato ciò che la nostra concittadina si è sentita dire da ben tre esercenti: Navita non provvede più al ritiro dei RAEE dagli esercizi commerciali.

Stando così le cose è inevitabile porsi delle domande.

Le condizioni previste dall’appalto per il servizio di igiene urbana (che è lo lo stesso in vigore prima del subentro di Navita) prevedono anche il servizio di raccolta dei RAEE dai punti vendita al dettaglio nel territorio comunale? Oppure il gestore del servizio di igiene urbana si era accollato questo servizio, sebbene non previsto, e adesso Navita ha stabilito di non prestarlo più? La scelta è stata concordata con il Comune, oppure gli uffici comunali ne sono all’oscuro? Venuto meno il servizio di raccolta da parte di Navita, perché i punti vendita non si sono dotati di una modalità alternativa di conferimento dei RAEE, necessaria per rispondere all’obbligo del ritiro “uno contro uno” previsto dalla legge?

Saremo felici di ricevere risposta perché, perdurando questa situazione, fra gestore, Comune e commercianti sembra che almeno un attore stia venendo meno ai propri doveri.

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