Redazionale

In Puglia (anche a Mola) continuano ad arrivare persone provenienti dalle regioni del Nord – 907 sono le autocertificazioni inviate alla Regione solo nella giornata del 18 marzo (data dell’ultimo aggiornamento) – e con esse arrivano anche potenziali contagi.

Molte persone ricoverate negli ospedali pugliesi, infatti, sono parenti di persone, soprattutto giovani, rientrati da Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, come ha spiegato il professor Gioacchino Angarano, dirigente del reparto di Malattie infettive del Policlinico di Bari. In tal modo i contagi si stanno moltiplicando, ha chiarito il medico, come era stato previsto nei giorni scorsi dal governatore Michele Emiliano, che aveva invitato i pugliesi residenti al nord a non rientrare. Secondo quanto riferito dal quotidiano Repubblica, inoltre, circa il 15% delle persone rientrate e controllate nelle stazioni ferroviarie pugliesi aveva la febbre. Domani sarà pubblicata la nuova ordinanza del Sindaco di Mola.

Il problema dei contatti in famiglia.

Ma i rientri continuano, come mostrano i dati in possesso della Regione: in totale – dal 29 febbraio al 18 marzo – sono 22.947 le persone che hanno firmato l’autocertificazione e dovrebbero sottostare alla quarantena di 14 giorni. Il picco dei rientri si è avuto nei giorni 8 e 9 marzo. Il problema è che queste persone, pur restando in quarantena, hanno comunque contatti con i familiari, che in molti casi diventano veicoli del contagio. Il governatore Emiliano ha riferito che i dati sui contagi degli ultimi tre giorni nella regione aumentano in modo costante. L’epidemiologo Lopalco, consulente per la Regione Puglia, ha spiegato che “sono giorni preziosi che ci permettono di preparare al meglio la risposta”.

Le persone che fanno ingresso in Puglia, dall’estero o dalle altre regioni italiane, per rientrare e soggiornare continuativamente in Puglia nel proprio domicilio, abitazione o residenza fino al 3 aprile 2020, hanno l’obbligo:​

  • di comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta o all’operatore di sanità pubblica del servizio di sanità pubblica territorialmente competente
  • di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni;
  • di osservare il divieto di spostamenti e viaggi;
  • di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza;
  • in caso di comparsa di sintomi, di avvertire immediatamente il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta o l’operatore di sanità pubblica territorialmente competente per ogni conseguente determinazione.
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