di Giuseppe Montanarelli

La statua di S. Nicola al centro nell’abiside della Matrice.

Memoria liturgica della traslazione del corpo di San Nicola da Myra a Bari.

I Molesi e soprattutto i marinai celebravano l’antica festa copatronale minima della traslazione di San Nicola, con la Messa solenne nella Chiesa Matrice e la processione del quadro posto trionfalmente su una caravella trainata a mano.

La processione si avviava verso il mare per la benedizione dei pesci, delle acque e del sale.

Subito dopo la processione rientrava in Chiesa Madre.

In questa occasione si raccoglievano i fondi per maritare le ragazze povere e si assisteva alla vendita del pesce secco, del sale grosso e dei saponi.

I notabili molesi parteciparono economicamente all’impresa dei sessantadue marinai, contribuendo alla realizzazione dell’arca di legno per conservarne le reliquie. Infatti sul coperchio dell’arca, conservata nel tesoro della Basilica di Bari, compare lo stemma di Mola di Bari insieme agli altri comuni finanziatori.

Tradizione vuole che ci fossero due fratelli marinai molesi nell’esecuzione dell’impresa della traslazione, Francesco ed Antonio Conenna, denominati i Fratelli San Pietro, che raccontarono a Mola le gesta dell’avvenimento.

Il Capitolo molese dipendeva dalla Cattedrale di Bari, pertanto in occasione della traslazione, Mola di Bari ricevette alcune reliquie del Santo. Il Popolo molese acclamò nuovo patrono San Nicola, consacrandogli la Chiesa Madre e commissionando un quadro ora perduto.

Il quadro fu poi sostituito dalla pregevole e preziosa statua lignea in oro zecchino, attualmente collocata nel coro absidale della Chiesa Matrice, insieme ad altri due patroni di Mola di Bari, San Giovanni Battista e San Filippo Neri.

 

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