Lettera al Sindaco*

Gentile Sindaco Colonna,

pochi giorni fa, il 6 giugno, dopo una maratona lunga 72 ore, la Camera ha approvato il Decreto Scuola, convertendo in Legge il Decreto dell’8 aprile 2020. Vi sono indicazioni sullo svolgimento degli imminenti esami di Stato, la futura valutazione degli studenti e degli alunni di scuola primaria, sui prossimi concorsi per il reclutamento del personale scolastico, ulteriori tutele per il diritto allo studio dei ragazzi diversamente abili e, come recita il Decreto all’Art.7 ter: “Al  fine  di  garantire  la  rapida esecuzione di interventi di edilizia scolastica, anche  in  relazione all’emergenza da COVID-19, fino al 31 dicembre 2020  i  sindaci  e  i presidenti delle province e delle città metropolitane  operano,  nel rispetto dei principi derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea, con i poteri dei commissari”, affinché intervengano in modo celere e in tempi utili sull’edilizia scolastica del territorio.

Dall’ormai indimenticabile 5 marzo, diverse proposte sono state messe in campo dalla Ministra e vari esperti: metà classe in presenza, l’altra metà a casa in videoconferenza; doppi turni uno al mattino e l’altro nel pomeriggio;  entrate scaglionate con riduzione oraria della lezione da 60 a 45 minuti; mascherina o meglio visiera; pannelli in plexiglas, solo frontali o tipo cabina elettorale; maestre di scuola dell’infanzia bardate con mascherina, visiera e tuta monouso per “proteggersi” dai bambini, normo o diversamente abili, a cui non è possibile imporre l’uso dei DPI.

Ipotesi tra le più disparate e originali sono state avanzate pur di evadere dalla triste realtà: com’è accaduto per la sanità, anche per la scuola pubblica italiana, negli ultimi anni, sono stati operati talmente tanti tagli per risparmiare sul personale docente e ATA, sull’edilizia e le infrastrutture tecnologiche, che, il rischio di una nuova emergenza sanitaria in autunno, ci lascerebbe totalmente e inesorabilmente disorientati.

Dopo tante elucubrazioni, si affaccia all’orizzonte l’unica soluzione plausibile per far rientrare i “nostri” alunni in sicurezza a scuola: intervenire sull’ampliamento degli spazi. Infatti, benché sia stato bandito il nuovo concorso, esso non potrà espletarsi in tempi utili, assicurando efficienza e sicurezza e un regolare avvio della didattica. Inoltre, dopo l’esperienza traumatica della Dad (Didattica a distanza), per molti docenti, genitori e studenti è impensabile riproporla a settembre tout court. Infine, pensare che bambini e ragazzini, il cui canale comunicativo per eccellenza è il contatto, la fisicità, il rumoroso e caloroso assembramento, possano farne a meno, solo sulla base di prescrizioni mediche o genitoriali veicolate da barriere in plexiglas, è pura fantasia. Rimane una sola via: mettere a disposizione ulteriori locali o edifici, che possano garantire il distanziamento sociale in ingresso, durante e a conclusione delle attività didattiche.

In merito a quest’ultimo punto, la interpelliamo Signor Sindaco. Visti i nuovi poteri conferiti dalla Legge, visti i fondi stanziati dal governo, pari a 1,4 miliardi (di cui 360 milioni solo per l’edilizia scolastica per materne e primarie), Le chiediamo: ha in mente un progetto? ha pensato d’istituire un tavolo tecnico, magari composto da dirigenti scolastici e docenti, ingegneri e architetti, sindacalisti, responsabili della sicurezza, e perché no anche da una rappresentanza genitoriale, per effettuare un monitoraggio sull’edilizia scolastica molese e approntare un progetto condivisibile, fattibile ed eseguibile in tempi utili? Abbiamo diversi edifici abbandonati o inagibili, che, ristrutturati e messi in sicurezza, potrebbero con i loro ampi (o ampliabili) spazi fornire una soluzione al distanziamento soprattutto dei più piccoli: pensiamo alla sede dell’ex Istituto Professionale Marittimo di Via Di Vagno, già utilizzato agli inizi del precedente A.S., per lavori di ristrutturazione della Montessori. E anche negli edifici attualmente sede del I e II Circolo Didattico, potrebbero essere individuati spazi convertibili in ulteriori e più ampie aule.

Certo, come sostiene il Sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio De Caro, i fondi potrebbero essere insufficienti, tuttavia bisognerà pur partire da qualcosa. Indubbiamente è importante agire sulla base di Linee guida nazionali, che il Ministero tarda ad emanare, ma aver preventivamente ben chiaro i settori su cui intervenire, consentirebbe di stimare con maggior precisione i capitoli di spesa necessari.

Siamo ormai a metà giugno e, considerando le lungaggini burocratiche e politiche e i tempi tecnici dell’edilizia, forse sarebbe il caso di non perder altro tempo. Tre mesi, estivi, passano in fretta… e molti genitori sono letteralmente spaventati all’idea di ricominciare con le modalità appena terminate.

Se la politica nazionale ha tardato nel dare risposte, auguriamoci che quella locale non faccia altrettanto.

Ci pensi, ne va del futuro dei nostri figli, sotto il profilo non solo culturale ma anche psicologico e sociale!

*FUtuRA – Mola di Bari

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