G. Gallo legge il suo intervento stoppato al consiglio comunale

Ieri sera, presso il Culture Club Cafè, si è svolta la conferenza stampa di Alleanza per Mola (ApM), con il coordinatore del movimento Giampiero Recchia ed i consiglieri comunali Giovanni Gallo ed Elisabetta Sciannameo.

In questa occasione (di cui parleremo ampiamente in un altro articolo) il consigliere Gallo ha letto l’intervento che non gli è stato possibile leggere durante il Consiglio Comunale del 16 luglio scorso, dove si è discusso del “caso Losito”, perché stoppato (non si capisce bene su quale motivazione, considerando che lo stop è arrivato appena il consigliere ha iniziato a parlare) dal Presidente del Consiglio Mario Lepore, che aveva già tentato, più volte, di fermare l’intervento della consigliera Sciannameo (l’intervento della consigliera Sciannameo l’abbiamo pubblicato integralmente il 17 luglio: “CASO LOSITO: L’INTERVENTO DELLA SCIANNAMEO”).

I consiglieri hanno precisato che questi due interventi sono in continuità l’uno con l’altro ed il cui contenuto era già stato riferito al Sindaco Colonna, in un incontro tenutosi tra il Primo Cittadino e i due consiglieri di ApM qualche giorno prima del consiglio comunale; incontro voluto dallo stesso Colonna per discutere sulla posizione dei due consiglieri, usciti dalla maggioranza, riguardo la “vicenda Losito”.

I due consiglieri sono stati inamovibili dalla loro posizione e, secondo il loro parere, l’ordine di stoppare i loro interventi è arrivato dalle fila della maggioranza.

A leggere l’intervento scritto che il consigliere Gallo doveva tenere nel consiglio comunale del 16 luglio, si comprendono i timori della maggioranza, perché, secondo questa ricostruzione, si scoprono dinamiche poco edificanti e trasparenti all’interno dell’amministrazione, di retroscena su come è stata formata la Giunta e scelto il Presidente del Consiglio e dove la linea politica-amministrativa sarebbe dettata più da un «gruppetto di poche persone» che dai movimenti politici e dai consiglieri che compongono la maggioranza.

Ecco il testo integrale dell’intervento che il Consigliere Gallo avrebbe dovuto leggere al Consiglio Comunale del 16 luglio:

Grazie Presidente

Conferenza stampa dell’ApM

Saluto i presenti: i colleghi consiglieri, gli assessori, il Sindaco e coloro che ci seguono in streaming;

Ringrazio la collega avv. Elisa Sciannameo per il suo intervento in cui ha richiamato i passaggi fondamentali di questa vicenda, che nel corso del tempo ha assunto una valenza assolutamente più grave rispetto al solo profilo della “incompatibilità” del Consigliere Comunale.

Se i colleghi di maggioranza permetteranno di dibattere in futuro, dando seguito alla procedura il cui punto è oggi in discussione e invocata dallo stesso consigliere nell’assise del 25 febbraio 2020, con i documenti che verranno forniti e le memorie che saranno rese potremo mettere un punto definitivo sulla questione anche dal punto di vista “tecnico – legale”. Diversamente offriremo nuove ragioni a quanti nutrono poca fiducia nelle istituzioni, di coltivare il sospetto e di alimentare maggiormente il dubbio.

Se questa scelta non dipende solo da noi, nostra responsabilità è invece quella di continuare quel percorso di comprensione circa i “perché” di una scelta che ha portato, dall’8 maggio scorso, Alleanza per Mola fuori dalla maggioranza.

Il caso oggi in discussione è la rappresentazione plastica di un “metodo” che, purtroppo, ha rappresentato un vero e proprio modus operandi dall’inizio di questa esperienza politica e amministrativa.

Per comprendere a fondo questo concetto è necessario richiamare atti e fatti, non noti alla cittadinanza, ma che hanno determinato l’avvio di questa “avventura” politica all’indomani delle elezioni comunali.

Coerentemente con quanto espresso e ribadito più volte in campagna elettorale, questo gruppo, non ha mai preteso nulla: mai ha cercato o aspirato a qualche poltrona. Perché? Semplicemente perché abbiamo sempre voluto “il meglio” per il nostro paese e perché, consapevoli del nostro status di “giovani consiglieri” alla prima esperienza amministrativa, abbiamo abdicato nei confronti del Sindaco perché facesse le scelte più giuste per tutti. In altri termini abbiamo investito un capitale di fiducia senza precedenti, nei confronti del Sindaco, perché Mola merita il meglio, sempre.

Se sia stato un investimento buono o cattivo lo valuteremo alla fine della corsa; adesso non è tempo per questo tipo di bilanci.

Le etichette non mi sono mai piaciute motivo per cui ho iniziato a valutare, giorno dopo giorno, se quell’aggettivo “giovane” non fosse una sorta di marchio che, una volta affibbiatoci, poteva determinare atteggiamenti incoerenti con lo “status di Consigliere Comunale” che invece ricoprivamo.

Presto ci siamo accorti che il fattore anagrafico diventava sempre più una discriminante per noi e che, come si fa per i bambini, agli adulti è affidato il compito di decidere ciò che è giusto o sbagliato.

Con queste premesse concettuali proviamo ora a raccontare quanto accaduto all’indomani delle elezioni.

Le Amministrative del 2018 si tengono il 10 giugno e con successivo turno di ballottaggio il 24 giugno viene eletto Sindaco Colonna. La prima riunione di maggioranza si tiene in data 13 luglio.

In quei venti giorni la neo-maggioranza non è coinvolta nella scelta delle personalità che avrebbero ricoperto il ruolo di assessori.

I Consiglieri Comunali non sono interpellati, i referenti delle liste nemmeno, solo un gruppetto di poche persone “lavora” alacremente, con un susseguirsi di riunioni, per determinare quella che doveva essere la Giunta.

Pensiamo che al netto di ogni valutazione, comportamento condivisibile o meno, i patti erano chiari (almeno per noi! O solo per noi…) e la Giunta era prerogativa del Sindaco. Quindi attendiamo pazienti e fiduciosi le sue scelte.

Il 13 luglio 2018 il Sindaco, dopo una preliminare consultazione “Lista per lista”, in cui a noi fu comunicato che l’altro gruppo di liste aveva proposto Orlando e che il Sindaco avrebbe gradito Vincesilao come riferimento per il gruppo di liste APM e Scelgo Mola, è convocata la prima riunione di maggioranza, durante la quale si ratifica che, diversamente da quanto dicevamo in campagna elettorale, la “divisione” della Giunta sarebbe stata così effettuata: 1 assessore per il gruppo di liste IDEA – La Voce; 1 assessore per il gruppo di liste APM – Scelgo Mola; e 3 Assessori indicati dal Sindaco con il criterio della competenza ed esperienza amministrativa.

In questa prima riunione, proviamo a porre alcune domande, soprattutto se le voci che circolavano fossero vere, ma nulla. Saranno i fatti successivi a raccontare un’altra verità: quelle voci erano vere e le decisioni erano già state prese in un luogo diverso da quello della maggioranza.

In una riunione decisiva a cui non ero presente, ma che mi è stata riferita appena conclusa da una fonte assolutamente attendibile, da qualcuno che siede in quest’aula, collocata temporalmente sempre prima della data del 13 luglio, fu portato sul tavolo di discussione una proposta che prevedeva: Vincesilao – vice sindaco; Olando – Assessore e Losito – Presidente del Consiglio. Così come immaginato prima della campagna elettorale. Infatti la Presidenza all’uno era il prezzo per la cessione di quel “Vice” all’altro.

Presenti alla riunione, insieme agli amministratori in pectore, anche alcuni stakeholders, persone non referenti ufficiali delle liste e neppure Consiglieri, che ponendo alcuni veti hanno prodotto la ripartizione che è sotto i nostri occhi.

Nulla di particolarmente rilevante, per noi, se non fosse che, man mano che le cose accadevano quell’investimento di fiducia ci appariva sempre più sproporzionato rispetto alla caratura delle azioni messe in atto.

“Non tutto può andare come ci si aspetta”, qualcuno si rassegnò con questa giaculatoria, e mentre il primo step era superato interviene la presa di posizione netta e decisa del dott. Mario Lepore. A tutti i costi doveva essere lui colui che doveva ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale.

Il Consigliere Lepore portò un concetto, all’attenzione di tutti, tanto semplice quanto vero: “chi aveva deciso che doveva essere Losito a ricoprire quel ruolo?” ed ancora “Quando la maggioranza ha deciso che doveva essere lui il presidente?”

La situazione degenerò:

Losito pretese che i patti venissero rispettati e con un atteggiamento che non condividerò mai fece pervenire le sue minacce al nostro indirizzo tanto che – parole sue – “Se non avrò ciò che mi è stato promesso io faccio saltare il banco al primo Consiglio Comunale”.

Restiamo attoniti. Si susseguono riunioni, incontri e scontri. In mezzo a tutto questo il collega era in vacanza e telefonicamente ci ammoniva circa il da farsi.

Il nostro gruppo provò ad avanzare la candidatura di Elisa Sciannameo alla Presidenza, ma non fu proprio presa in considerazione. D’altronde quale considerazione volete che si dia a due “giovani” consiglieri?

La risoluzione avvenne nella riunione di maggioranza del 30 Luglio 2018: Per trovare un punto di partenza fu sottoscritto un verbale (di cui ho copia) in cui si accordava la presidenza del Consiglio a Mario Lepore, si spartivano le Presidenze delle Commissioni e, come forma di risarcimento danni, al gruppo “La Voce” venivano corrisposte 2 presidenze. Perché non una per lista, visto che le liste sono quattro? È chiaro il motivo…

C’è un particolare, l’accordo è a tempo, infatti nel documento è scritto: “Si stabilisce, infine, che alla data del 31 dicembre 2019 si provvederà ad avviare una discussione di verifica di programma e degli incarichi assegnati in questo accordo ai Consiglieri Comunali”.

Come poi sono andate le cose è noto a tutti.

Le continue liti, incomprensioni, atteggiamenti inutilmente arroganti che hanno ammorbato i lavori dei Consigli Comunali e delle Commissioni sono orami tristemente note a tutti. Mai un lavoro di commissione in cui è presente il collega si è potuto svolgere nel pieno rispetto di tutti e nella serenità. Se all’interno delle stesse si provava ad offrire un contributo o, mai sia!, una posizione discordante, qualche minuto dopo si veniva portati all’attenzione di tutti per essere redarguiti.

Le parole minacciose e i verbi all’imperativo che mi/ci venivano rivolti, nelle diverse situazioni, hanno prodotto un continuo ricorso alla 6a opera di misericordia spirituale che dispone l’animo a “Sopportare pazientemente le persone moleste.”

Atteggiamenti di astiosità nei nostri confronti che hanno, nel corso del tempo, indotto anche in errate valutazioni alcuni nostri colleghi di maggioranza perché noi eravamo ormai il “nemico”. Tanto che in una delle più recenti riunioni maggioranza l’avvocato mi ha invitato anche “ad avere il coraggio lasciare la maggioranza perché o stai con noi o contro di noi” come se l’utilizzo della capacità di critica fosse un qualcosa di insopportabile.

In particolare nella riunione svoltasi all’inizio di settembre 2019 dovetti subire un vero e proprio processo: qualche giorno dopo avrei partecipato ad un incontro politico a Roma, nulla di serio ma solo una convention, certo organizzata dalla destra, ma che in realtà rappresentava per me anche l’occasione per stare qualche giorno fuori. A tale manifestazione non avrei dovuto partecipare perché “Noi siamo una coalizione civica e così facendo metti in imbarazzo l’intera maggioranza. Tu sei un consigliere comunale e se fai una cosa tu necessariamente coinvolgi tutti noi. Evita di partecipare!”

Era incomprensibile quello che stavo subendo, assurdo. Una limitazione (anche) della mia libertà personale, ero oramai in ostaggio di una vera e propria “dittatura della maggioranza”. Persino all’indirizzo del nostro gruppo arrivarono messaggi di avvertimenti perché la smettessimo di comportarci secondo coscienza ma che invece dovevamo essere fedeli e ligi alle indicazioni di questa maggioranza. Il perché di queste pressioni non era lontano da chi poneva questi diktat: durante quella stessa riunione un collega venne al dunque e ci rivolse una domanda secca: “abbiamo sentito in giro che non sosterrete a dicembre la nomina di Losito come Presidente del Consiglio, è vero?”

Ecco qui il vero motivo di tutto questo processo.

Risposi con una domanda: “Chi ha detto che il Presidente lo deve fare Losito”. L’avvocato ribatté: “Gianni (Vincesilao) e il Sindaco”. “Bene – risposi – loro troveranno i voti necessari per la tua elezione.”

Qualora avessimo avuto ancora bisogno di conferme, le stesse arrivavano senza neppure chiederle direttamente: era ormai chiaro che c’era un gruppo ristretto di persone che ha determinato tutto dal principio, e continuava a farlo con crescente prepotenza.

Con spirito di sacrificio siamo tornati ognuno alle proprie cose mentre cresceva in noi un senso di rigetto rispetto a tutto quello che accadeva, incontro dopo incontro, giorno dopo giorno, atto dopo atto…

Arriviamo quindi al “casus belli” ovvero la presunta incompatibilità del collega: sin dall’inizio abbiamo sostenuto, all’interno della maggioranza e fuori, di evitare di arrivare fino a questo punto, di evitare di portare in Consiglio Comunale la discussione e di dare da subito al collega di minoranza le risposte che cercava così da smetterla con questa guerriglia.

È lo stesso avv. Losito che ha imposto a tutti noi, ancora una volta, senza un confronto preventivo di attivare questa procedura.

Più volte ci siamo confrontati con i colleghi consiglieri tutti. Abbiamo sperato di non dover arrivare ad oggi perché, da questi banchi, noi abbiamo il dovere della verità e da questi scranni non avremmo mai potuto tacere i nostri dubbi: dal punto di vista tecnico, come ha esposto la mia collega Sciannameo, ma anche e soprattutto dal punto di vista politico e morale.

Abbiamo sopportato pazientemente tutto, abbiamo messo da parte il nostro “io” a vantaggio di un progetto più grande. Abbiamo giorno dopo giorno compreso che, come ebbi modo di scrivere a qualcuno per cui nutrivo grande fiducia:

“Dall’inizio di questa esperienza sapevamo che c’era tanto da lavorare, e volevo impegnarmi con tutto me stesso in ciò, ma comprendere che mentre da un lato si alimentavano sogni dall’altro si materializzavano promesse è un qualcosa che mi demotivato fortemente e mi ha lacerato dal di dentro. Forse quella “Politica” a cui aspiravo, e aspiro, non sarà mai realizzabile? Non lo so ma vi è un fatto: ho una speranza certa che mi spinge a proseguire nel cammino nonostante tutto e tutti verificando ogni giorno le reali motivazioni a fondamento del mio impegno.”

Crediamo, con oggi, di aver definito quel percorso di comprensione circa le motivazioni che ci hanno indotti a scegliere di lasciare la maggioranza per sostenere dall’esterno di questa l’esecutivo.

In data 8 Maggio 2020 abbiamo comunicato la scelta del nostro gruppo e le motivazioni ideologiche e concettuali su cui questa si fondava.

In data 30 Giugno 2020 abbiamo rappresentato le motivazioni politiche per cui non era più sostenibile fingersi altro rispetto a quello che si è scelto di essere.

Oggi, 16 Luglio 2020, abbiamo voluto rendere noti alcuni fatti che danno la misura di un modus operandi, che riteniamo moralmente illecito, che non potevamo più subire ed assecondare con il nostro, seppur motivato e sofferto, silenzio.

C’è chi potrà obiettare che non individua, dalla prospettiva del “Programma Elettorale”, ragioni capaci di motivare e sostenere la nostra scelta.

Ciò lo afferma chi ha interesse a voler derubricare il tutto a un mero fatto di carattere personale o caratteriale;

Ma anticipiamo la risposta dicendo che tale verifica avviene e avverrà con maggiore impegno ogni giorno nel merito di ogni provvedimento; e man mano che questi matureranno e saranno posti all’attenzione del Consiglio Comunale sottolineeremo le differenze di metodo che riterremo sostanziali.

In conclusione: l’spetto tecnico di tutta questa triste vicenda arriva fino ad un certo punto, l’aspetto politico, etico e morale lo supera di gran lunga e nonostante tutto, noi, se la procedura di verifica delle cause di incompatibilità verrà attivata, così come auspichiamo, ci comporteremo secondo Giustizia.

Se il collega vuole, legittimamente, conservare la sua onorabilità, ed è tutto corretto dal punto di vista legale (cosa che auspichiamo per il bene di tutti) non ha da temere scorrettezze da parte nostra. Permetta l’attivazione della procedura e produca a tutti noi le rinunce che attestano la veridicità delle sue parole.

Dovrebbe invece valutare se, alla luce di quanto oggi viene dibattuto, per il bene dell’amministrazione sia opportuna o meno la sua permanenza in questo consesso.

Il male si vince con il bene e non esiste un “male giusto”.

In questa esperienza abbiamo bisogno di coltivare sempre più atteggiamenti di Giustizia e Verità, valori per cui ci battiamo ogni giorno da semplici cittadini e a maggior ragione abbiamo il dovere di farlo oggi da amministratori della cosa pubblica;

Questo è quanto avevamo da dire nel merito.

Ai nostri concittadini l’esercizio del giudizio sulle nostre azioni e intenzioni.  Grazie.

Mola di Bari, 16/07/2020

Giovanni Gallo

CONSIGLIERE COMUNALE

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