di Vito Giustino

Paolo Daniele

“I miei non li considero concerti, ma un tentativo di diffondere la conoscenza dell’armonica cromatica, uno strumento basato sul fiato, che inspira ed espira come l’essere umano”.

Con queste parole Paolo Daniele, uno dei più grandi armonicisti italiani, ha inaugurato il suo concerto “The sound of breath” tenutosi al chiostro Santa Chiara. Lo spettacolo rientrava nel programma della “Piccola casa-teatro sotto le stelle”, la rassegna curata dalle associazioni Like a Jazz e Giù la Maschera che vi abbiamo presentato qualche settimana fa, ma di cui solo due date si svolgono nel centro di Mola. Questa è la prima.

Dopo una breve ma accattivante presentazione di Lisa Angelillo, Daniele è salito sul palco, accompagnato dal suo gruppo: Nicola Lepore alla chitarra, Aldo Nardelli alle tastiere, Giuseppe Berlen alla batteria e Nico Catacchio al contrabbasso. Ovviamente, Paolo Daniele all’armonica. Uno strumento che, come ha spiegato durante le chiacchierate col pubblico tra un brano e l’altro, “un po’ tutti abbiamo in casa, ma in genere lo teniamo in un cassetto. E invece ha un potenziale immenso, permette di riarrangiare i brani più diversi”.

La serata ha seguito proprio questo fil rouge, brani lontanissimi per epoca e per genere, dalla musica classica del ‘700 come l’”Aria sulla quarta corda” di Bach (così ora sapete come si intitola la sigla di “Superquark”) al jazz, dal blues alla salsa cubana… tutti eseguiti per armonica. Una serata che ha rappresentato anche un’occasione per ricordare vari musicisti, da Toots Thielemans, considerato il maestro di tutti gli armonicisti, a Bruno De Filippi, grande musicista e compositore, passando per George Gershwin ed Ennio Morricone (di cui Paolo è stato allievo, e che ha ricordato con una struggente esecuzione di “Nuovo cinema Paradiso”).

Il concerto si è aperto sulle note di “Over the rainbow” di Judy Garland e si è concluso con “What a wonderful world” di Louis Armstrong. Una scelta non casuale essendo i due brani che, durante le lunghe settimane della quarantena, Paolo aveva eseguito e “sfidato” alcuni suoi colleghi musicisti a eseguire con dei video su Facebook.

Allora quei brani erano un modo per far sapere a tutti che la musica continuava a esistere, ora servono a ricordare che la musica e l’arte in generale vanno aiutate a esistere. Mola è piena di risorse artistiche tuttora impossibilitate a esprimersi (pensiamo al teatro Angioino, talmente penalizzato dalle norme anti-Covid che ad oggi non sappiamo se avrà la possibilità di riaprire). Per qualche mese abbiamo dovuto rinunciare alla libertà, vogliamo essere privati anche della bellezza?

Il prossimo appuntamento della rassegna “Piccola casa-teatro sotto le stelle” che si terrà presso il chiostro Santa Chiara sarà il monologo “Niuiòrc Niuiòrc” di Francesco Foti domenica 30 agosto.

 

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