di Vito Giustino

Doveva essere uno degli eventi primaverili del calendario Agìmus il concerto “Morricone suite” del Duo Nova-Giachino che si è tenuto l’altra sera al chiostro Santa Chiara. Poi, sappiamo com’è andata. Per mesi i teatri sono stati chiusi, tutti gli eventi sono saltati e solo alcuni di essi si stanno pian piano recuperando. Nel caso di questo concerto la beffa è doppia poiché, nato per essere “solo” un tributo a Ennio Morricone, slittando di qualche mese ha finito giocoforza per diventare un concerto in sua memoria dato che nel frattempo il grandissimo compositore ci ha lasciati.

Così, questo che è stato l’ultimo appuntamento della rassegna “Suoni a Santa Chiara – La musica riparte ma non dimentica” è stato aperto dal presidente dell’Agìmus Piero Rotolo, che è salito sul palco innanzitutto per ringraziare il pubblico (peraltro la platea era persino più gremita del solito, sempre nel rispetto delle norme anti-Covid), poi per ringraziare tutti i collaboratori e gli sponsor, infine per ricordare Giovanni Padovano, il primo presidente dell’Agìmus, scomparso nel 2002, e a cui da allora tradizionalmente è dedicato l’ultimo appuntamento di ogni rassegna. Dopo i saluti di rito del sindaco Giuseppe Colonna lo spettacolo è iniziato.

Giuseppe Nova al flauto e Luigi Giachino al pianoforte hanno eseguito le note di alcuni dei pezzi morriconiani più famosi mentre sullo schermo scorrevano i film per cui erano stati scritti: “Mission”, “Nuovo cinema Paradiso”, “C’era una volta il West”, “Metti una sera a cena”, “C’era una volta in America”, “Malena”, “Il clan dei siciliani”, “Stanno tutti bene”, “La sconosciuta”… Sono centinaia le colonne sonore firmate da Morricone (anche se i suoi sodalizi più famosi e duraturi sono senza dubbio quelli con Sergio Leone e Giuseppe Tornatore).

Alle esecuzioni dei brani si alternavano aneddoti raccontati dai due musicisti, che hanno avuto modo di incontrare Morricone. “Guardandolo negli occhi capivi che era un uomo in diretto contatto con l’Infinito, come se le sue musiche arrivassero da lì”. Hanno inoltre brevemente illustrato le caratteristiche di alcuni dei suoi pezzi: una delle sfide che più stimolavano il compositore era scrivere brani di tre sole note ripetute all’infinito cambiando ogni volta l’arrangiamento.

Una grande serata di musica e di cinema in memoria di un musicista che tra cento anni sarà ricordato come oggi ricordiamo Verdi o Puccini.

Nel ringraziare Piero Rotolo di averci fatto passare un’estate molto migliore di quella che si prospettava, gli chiediamo quali sono i progetti dell’Agìmus per l’autunno. “Adesso aspettiamo. I concerti autunnali dovranno ovviamente tenersi al chiuso e dobbiamo attendere le disposizioni che arriveranno a metà settembre concernenti i teatri per poter organizzare una nuova rassegna”. Dal canto nostro, ci auguriamo che queste nuove disposizioni siano di aiuto e non di ostacolo a una realtà come quella teatrale che è stata tra le più penalizzate dalle norme anti-Covid ma che, come dimostrano serate come questa, è una delle più utili alla crescita dell’individuo, quindi della comunità.

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