Comunicato stampa*

OSSERVAZIONI SUL PIANO DELLE COSTE

Nei giorni scorsi la pubblicazione della bozza del piano delle coste ha attirato l’attenzione della cittadinanza molese. Il piano, una volta approvato, dovrebbe garantire o agevolare la fruibilità della costa promuovendo un uso più consono rispetto a quello attuale, nell’ottica dello sviluppo sostenibile.

Va detto che le nostre considerazioni vengono pubblicate solo dopo alcuni giorni, perché hanno richiesto una fase di studio approfondita, in quanto il piano delle coste, seppur in bozza, è un documento piuttosto complesso che va analizzato approfonditamente per comprenderne le direttrici di sviluppo contenute. Teniamo anche a sottolineare che quanto stiamo per dire si pone nel solco della critica costruttiva, che la nostra associazione persegue, con l’unico fine di contribuire allo sviluppo di Mola.

Fatte le dovute premesse, entriamo nel merito della questione.

Il piano delle coste, così come presentato, contiene alcuni spunti interessanti che, secondo noi, andrebbero discussi con i portatori di interesse locale. Inoltre le sue indicazioni non possono essere avulse da un discorso pianificatorio più ampio che tenga conto, oltre che della fascia demaniale, anche di ciò che avviene alle sue spalle. Non possiamo rischiare che le indicazioni contenute nella bozza di piano delle coste condizionino lo sviluppo di ciò che avviene nelle aree poste verso terra rispetto la dividente demaniale o che ne vengano erroneamente condizionate. In virtù di questo sollecitiamo l’amministrazione a predisporre repentinamente l’adeguamento del PRG attuale al PPTR, azione oramai inderogabile data la necessità di integrazione tra il redigendo piano delle coste e le pianificazioni di livello superiore previste dalla regione, tutto ciò in modo che la fascia demaniale possa dialogare con l’intero territorio costiero ed essere la base di uno sviluppo sinergico del territorio molese.

Parliamo di adeguamento dell’attuale PRG, in quanto non sarà possibile attendere i tempi del PUG, di cui alla data odierna non è possibile prevedere gli avanzamenti e/o i tempi necessari alla sua approvazione ed adozione.

Non perseguire questa impostazione di lavoro, equivarrebbe in pratica a non decidere, esponendo il nostro territorio al rischio di approvazione un piano monco, incapace di innescare lo sviluppo della costa che tutti auspichiamo e cioè “Uno sviluppo vantaggioso, sia per il pubblico che per il privato”. Infatti come si pensa di poter sviluppare degli impianti turistici, senza dare il supporto di servizi? Crediamo che tale riflessione valga sia per il pubblico che per il privato.

Queste considerazioni ci spingono a prendere in esame il secondo punto: la visione strategica.

Approvare un piano delle coste significa anche indirizzare lo sviluppo di un paese ed è a tal proposito che risulta obbligatorio porsi un quesito: qual è lo sviluppo della costa che noi vogliamo?

Nell’attuale versione del piano delle coste, questo non si evince. Il professionista incaricato, ha correttamente applicato la normativa e la cartografia regionale al nostro territorio, individuando aree concedibili e non; ne risulta però una classificazione piuttosto rigida ove, a volte, la potenzialità della costa appare invertita risultandone penalizzata l’accessibilità, la fruibilità e non ultima, una suddivisione più “democratica” della stessa.

Lo stesso progettista infatti ne evidenzia le criticità; una lettura attenta del piano dovrebbe considerare tali criticità punti di riflessione fondamentali per una pianificazione condivisa.

Secondo noi dovrebbero essere la cittadinanza, le associazioni locali e i nostri rappresentanti politici ad indirizzare le scelte del progettista indirizzandone le abilità e le conoscenze.

Come associazione riteniamo utile suggerire l’instaurazione di un dialogo costruttivo tra i vari attori: l’amministrazione, il progettista, gli operatori, al fine di elevare il livello della discussione urbanistica riguardo al piano in oggetto affinché il risultato finale possa essere la previsione di una costa realmente fruibile per il cittadino come per il turista, favorendo il dialogo tra le aree appannaggio sia del pubblico che del privato.

Noi ci saremo, come pensiamo altre associazioni che già si sono espresse, pensiamo al gruppo archeologico che ha portato all’attenzione la questione delle preesistenze archeologiche.

Stiamo costruendo la Mola del futuro, ma questo si può fare solo se sappiamo come vogliamo che sia…

*Gruppo Architetti Metropolitani Mola + arch. Francesco Caragiulo

 

 

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