Articoli in:  Attualità

CI MANCAVA SOLO IL NUCLEARE

7 Luglio 2008 0 Commenti

 

Le responsabilità storiche e l’occasione per Berlusconi   

Giovanni Amante

Sembra proprio che il nuovo governo faccia sul serio. Centrali nucleari in Italia, nonostante i cittadini abbiano espresso un chiaro “no” con il referendum del Novembre 1987.

Erano stati posti agli italiani tre interrogativi in materia di politica energetica, così sintetizzabili:

          volete che il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) disponga la localizzazione sul territorio delle centrali nel caso in cui gli enti locali non si siano pronunciati nei tempi stabiliti?

          volete che i Comuni che ospitano centrali nucleari o a carbone siano indennizzati?

          volete che l’Enel partecipi ad accordi internazionali per la costruzione e la gestione di centrali nucleari all’estero?

Non si trattò di una maggioranza marginale: il rifiuto registrò percentuali altissime, circa l’80% per i primi due quesiti, poco più del 70% per il terzo. In realtà, l’Enel ha avuto vita facile nell’investire quasi due miliardi di euro per completare i lavori di realizzazione di due reattori sovietici in territorio slovacco, interrotti in seguito alla separazione dell’ex Cecoslovacchia (1993); ma di questo ed altro, ormai, non ci si meraviglia più.

Ciò che genera incredulità, invece, è la concreta intenzione di consentire le realizzazioni sul nostro territorio, e di riproporre la questione all’opinione pubblica (giornali e televisioni) intavolando dibattiti antistorici e ignorando le preferenze già espresse dai cittadini a riguardo.

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PIANETA CACCIA IN PUGLIA

7 Luglio 2008 0 Commenti

Di Nicola Mazzucca

Non c’è alcun dubbio che affrontare l’argomento spinoso e controverso della caccia in Puglia , aldilà dei tradizionali circuiti delle pubblicazioni venatoria specialistiche, rischia di far tremare le vene ed i polsi anche la più navigato ed esperto redattore. Che si sente come il classico vaso di coccio, pressato tra le opposta spinte dei lettori, inevitabilmente divisi tra fieri avversari o appassionati seguaci della dea Diana, protettrice della fauna silvestre e signora degli animali. Un dato è tuttavia fuori discussione. Quando si tocca questo tasto difficilmente ci si distrae e si sbadiglia da entrambe le parti, con esito giornalistico non di rado più che apprezzabile, quanto a valore aggiunto informativo. Va detto che diversi sono gli approcci scientifici possibili riguardanti il tema in discussione: tecnico, psicologico, ecologico, culturale, storico, giuridico e sociologico. Per saperne di più abbiamo selezionato proprio quest’ultimo, nell’intento esplicito di delineare gli elementi di base della pratica venatoria oggi, nella nostra Regione. Senza escludere problemi, contraddizioni e prospettive collegate a tale fenomeno ed orientando l’attenzione non sul tormentone del ‘pro’ e del ‘contro’, ma esclusivamente sulla distaccata valutazione dei fatti verificabili e rigorosamente documentati. Compreso quello, ancora fresco di cronaca recente, dell’imprevedibile tracollo elettorale dei ‘verdi’, letteralmente cancellati dagli elettori italiani. In tale ottica interpretativa, ci siamo rivolti nell’intervista che segue al Presidente dell’”Associazione Nazionale Libera Caccia” di Locorotondo, Michele Lisi (classe1950), responsabile regionale CUPAV, Direttore Amministrativo dell’Istituto Tecnico Agrario Statale “Basile – Caramia”, nonché personalità competente ed impegnata, in grado di approfondire adeguatamente il quadro del  complesso problema della caccia a Sud.

 

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COZZE: SI E’ FATTO POCO

7 Luglio 2008 0 Commenti

Lo stato avvilente di disordine ambientale in cui continua a versare la frazione, giustifica le aspirazioni dei conversanesi. Interessante ricerca del prof: Bruno Radina.

Di Aniello Claudio Rago

 

Le questioni di pubblico interesse ed utilità che nel corso degli ultimi decenni hanno caratterizzato la vita sociale, politica ed economica dei Comuni della Terra di Bari hanno rimarcato una netta contrapposizione tra le modalità di pensiero e di azione dei cittadini molesi e quelle intrinseche ai limitrofi conterranei. Eclatante esempio di tale asserzione può ravvisarsi nelle non poche vicende che hanno visto, ad esempio, gli abitanti di Conversano assumere un  ruolo di preminenza e prestigio in vari àmbiti della vita pubblica, in virtù dell’assunzione di comportamenti, invero a volte forse deontologicamente discutibili, improntati a pervicace “nazionalismo”.

A differenza di quanto solitamente accade a Mola, dove la fomentazione di sterili e controproducenti polemiche ha provocato a più riprese guasti rivelatisi irreversibili, quali la privazione di un Ospedale degno di tal nome, la sottrazione di Istituti scolastici, l’esodo di strutture utili alla tanto auspicata crescita economica, nonché la distruzione di uno dei più significativi siti ambientali del circondario mediante l’allocazione di una megagalattica discarica di rifiuti.

Certo, non poche volte sono stati operati tentativi per scuotere la cittadinanza dal gaudente torpore, ma con risultati deludenti, a causa di una perdurante incapacità a far seguire atti concreti alle parole ed ai proclami fini a se stessi.

Negativa peculiarità, quest’ultima, che di certo non facilita l’asservimento del territorio molese ad una presunta vocazione turistica di recente riscontrata  nei suoi abitanti. Prova ne sia, lo stato di avvilente disordine ambientale in cui continua a versare un formidabile veicolo promozionale in tal senso, la frazione balneare di Cozze, che giustifica la bontà delle motivazioni addotte da coloro che saluterebbero con favore una eventuale annessione di tale lembo di terra al vicino Comune di Conversano.

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DUE STRANI TURISTI …

7 Luglio 2008 0 Commenti

 (dialogo immaginario fra  Voltaire e Candide)

Di Alberto Berardi

 

            È proprio vero! Mola è all’attenzione di tutto il mondo: di quello reale e di quello …virtuale; di quello attuale e di quello che fu! Sono in corso accertamenti circa un “si dice” molto bizzarro! Pare che, oltre ai Lapponi, anche i Posteri siano interessati ad una visita … ante nascita di questo piccolo paese del Sud Italia, noto per la sua completa  deriva… continentale!

            Sentite che cosa mi è capitato: l’altra sera passeggiavo tutto solo e meditabondo lungo il molo che fino a pochi anni fa eravamo orgogliosi di chiamare “Porto Peschereccio”. C’era una spessa foschia, certamente inusitata in questa stagione. Ad un tratto, in prossimità della lanterna, ho intravisto una strana coppia menare i passi con un portamento d’atri tempi. Le due sagome evanescenti erano paragonabili a due ectoplasmi, più che ad esseri in carne ed ossa. Gesticolavano pomposamente immersi, al pari della spessa foschia serale, in una discussione, diciamo così: … animata!

Dal suono delle parole – incomprensibili – mi sembravano forestieri, anzi meglio, stranieri. Pur essendo il Carnevale trascorso ormai da un po’, essi indossavano vestiti demodè: stravaganti palandrane sormontate da un copricapo simile a feluca da ammiraglio francese del Settecento. L’ansia che mi ha preso è stata sopraffatta dalla curiosità e, di soppiatto, mi sono avvicinato, cercando di afferrare ciò che dicevano. Dall’accento tipico dei nostri cugini d’oltralpe, ho dedotto che erano francesi. Qui a Mola? E di questi tempi? E con questo tempo? Ho pensato che Carla Bruni, pardon, Madame Sarkozy stesse facendo un’ottima campagna pubblicitaria per il nostro paese, dalla residenza dell’Elisée.

Ho avuto in passato una qualche cognizione (approssimativa) della lingua francese, ma stentavo proprio a capirli, quei due. Si dice che spesso di necessità si fa virtù e così ho modellato le orecchie a forma di conchiglia, ho usato violenza a quel che resta della mia mémoire (memoria) ed ho ghermito il dialogo che ora vi traduco, chiedendo comprensione per qualche licenza…poetica.            Fra i due risuonavano sovente intercalari del tipo: “mais oui, Monsieur de Voltaire (ma si, signor Voltaire); oppure: “mais non, mon cher Candide  (ma no, mio caro Candido)… E poi all’unisono: “Allez, allez! …Les Italiens!” (ma va! … Questi Italiani!).

 

 

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LA SFIDA DI EXPOMOLA

7 Luglio 2008 0 Commenti

Nonostante un quadro desolante di criticità, gli Artigiani scommettono sulla futura crescita economica. Franco D’Ambruoso, inventore di Orion, il coraggio di un uomo che fa impresa seriamente, investendo continuamente sul proprio intuito e sulle proprie capacità.

                                                               Di Katia Rizzi

Ci vuole sicuramente coraggio a mettere su una fiera delle attività produttive molesi, nonostante la grave crisi che da anni attanaglia il settore, dovuta ad una deficienza strutturale, ma anche ad una classe imprenditoriale poco incline agli investimenti ed ad una pubblica Amministrazione scarsamente attenta ai problemi del settore. Mentre nelle realtà vicine si sono insediate molteplici attività artigianali e industriali, Mola vive da oltre 40 anni il sogno di una zona PIP fiorente e attrezzata. L’ExpoMola, tenacemente voluta ed organizzata dall’Associazione Autonoma Artigiani, è un segno di speranza in un futuro diverso, che persegua la crescita economica e combatta la disoccupazione. Fermarsi alla sola organizzazione espositiva di volenterosi piccoli imprenditori, significa non comprendere il grande valore intrinseco alla manifestazione: è una sfida nei confronti dei politici e degli amministratori locali, che in decenni di promesse non mantenute hanno sciupato la propria credibilità. Anche l’ultimo treno (in ordine di tempo) di Urban sta per passare, lasciando Mola in una situazione di immutata ed immutabile infelicità, alle prese con problemi atavici. Senza sviluppo dell’economia, non può esserci crescita sociale. Si continua ad emigrare in cerca di lavoro ed insieme con le braccia, fuggono anche i cervelli. Certo non si va più negli Stati Uniti, ci si sposta al Nord, a Milano, a Torino, nel Nord-est, ma è sempre e comunque un distacco doloroso dagli affetti e dalla propria terra. L’impoverimento della popolazione, dimostrata da ricerche e statistiche, è un fenomeno che dovrebbe far aprire gli occhi a quanti detengono il potere. Dovrebbe comportare un totale cambiamento di rotta nelle progettualità e negli investimenti. Sperperare danaro pubblico in piccoli contributi a pioggia o in settori improduttivi è oggi uno schiaffo in faccia alle tante famiglie con figli maggiorenni a carico e con un solo stipendio, sempre più misero. Non si può pensare di costruire case all’infinito: prima o poi arriverà la saturazione ed allora saranno dolori per tutti, anche per chi oggi gode di un mercato abitativo esageratamente costoso e privilegiato. La crisi di questo comparto è dietro l’angolo!

Non è un sintomo confortante l’apertura di nuovi istituti di credito a Mola, nonostante un processo economico ed imprenditoriale inesistenti. Vengono per rastrellare danaro ed investirlo al Nord, ma anche per sguazzare con mutui e prestiti, il più delle volte esosi; certo non sono qui per investire sullo sviluppo economico.

In questo panorama, a dir poco sconsolante, emerge la figura di un imprenditore che va sempre più imponendosi anche al di fuori della ristretta realtà paesana. E’ Franco D’Ambruoso, che dal nulla ed a costo di duro lavoro e grandi sacrifici, ha generato un’attività apprezzata ovunque. Orion è oggi un nome nel settore della ceramica, dei sanitari, dei mobili, ma è soprattutto una realtà imprenditoriale in continua espansione. Franco D’ambruoso non ha mai smesso di investire sul futuro. Da poco tempo ha inaugurato uno splendito show-room a Carovigno su una superficie di oltre 1000 metri quadri e con sei dipendenti, mentre a Mola per 1700 metri quadri, occupa ben 35 unità. Ma Orion non si ferma qui. Entro due anni sarà pronta un’area espositiva di ben 6000 metri quadri nella zona artigianale, che consentirà sicuramente quello sviluppo programmato e l’affermazione come impresa primaria nel settore. Convinto assertore degli investimenti pubblicitari e della partecipazione ad importanti appuntamenti fieristici, in primis la “Fiera del Levante”, D’Ambruoso ha saputo anche coltivare la preparazione imprenditoriale dei propri figli. Oggi Giancarlo gestisce l’attività a Mola, mentre Francesca si occupa di contabilità. Un’altra scommessa sulla continuità e sul futuro dei giovani.

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GIORNATA MONDIALE SENZA TABACCO

7 Luglio 2008 0 Commenti

Di Sebastiano Roca

 

     Anche quest’anno in occasione della  Giornata mondiale senza tabacco che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha voluto dedicare alla riflessione sul tema “Gioventù senza tabacco”, l’Unità Operativa Territoriale di Mola di Bari della LILT, ha organizzato, come di consueto, un ricco programma articolatosi nei giorni 30 e 31 maggio.

     Nella prima giornata si è svolta una estemporanea di grafica alla quale hanno partecipato gli alunni delle scuole medie “Dante” e “Tanzi”, dell’istituto Professionale “Tridente” e della Scuola dell’Infanzia paritaria “Fiorilandia”. Nella fase di realizzazione degli elaborati che ha impegnato l’intera mattinata del 30, gli alunni hanno ricevuto le gradite visite del Gen. Giovanni Mazzone Direttore della LILT provinciale di Bari e dell’on . Luciano Violante, i quali si sono complimentati con gli alunni sia per il modo di svolgimento del tema affrontato che per la qualità delle tecniche usate.

     Nel pomeriggio del 31 maggio presso il teatro “N. Van Westerhout” si è tenuta la conferenza sul tema “Gioventù senza tabacco” alla quale hanno partecipato il Sindaco Arch. N. Berlen, il dott. Miche Quaranta e il prof. Francesco Schittulli, rispettivamente presidenti provinciale  e nazionale della LILT. Il tutto coordinato dalla fiduciaria della UOT di Mola prof. Concetta Gaudiuso, la quale nel presentare l’opuscolo di prevenzione, realizzato per l’occasione dalla stessa UOT, dal titolo “Gioventù senza tabacco”, ha sottolineato l’importanza di  corretti stili di vita e il “no” assoluto al fumo come fattori fondamentali della prevenzione.

     Gli interventi dei relatori hanno affrontato a largo raggio l’argomento in discussione dando una serie di informazioni ed esprimendo  concetti degni di riflessione da parte di tutti.

     Il sindaco ha evidenziato il particolare approccio dell’opuscolo che punta non tanto a terrorizzare il lettore quanto a farlo riflettere.  Questo nell’ottica di un concetto di prevenzione come conoscenza, anche riferita al territorio, allo scopo di indurre comportamenti virtuosi sia del singolo che della collettività.

     Il dott. Quaranta si è soffermato sull’enorme mole di attività della LILT anche perché la “Giornata senza fumo” è la conclusione del “Mese senza fumo”, durante il quale sono state effettuate indagini di laboratorio ed attività di controllo. Inoltre il presidente della LILT di Bari ha evidenziato la necessità di una prevenzione informativa presso le scuole, allo scopo di dissuadere i giovani dall’avvicinarsi alla prima sigaretta  in quanto si registra un abbassamento dell’età di iniziazione al fumo, nonché la necessità di aiutare chi vuole smettere di fumare e di tutelare i non fumatori.

     Il Prof. Schittulli, dopo aver lodato l’attività della UOT di Mola che è punto di riferimento per la LILT provinciale, ha messo in evidenza come il tumore sia da una parte una malattia emergente  in quanto sono aumentati i fattori di rischio, e dall’altra una malattia  ambientale e genetica nel senso che è legata all’ambiente ed alle condizioni di ciascun individuo. La lotta al tumore, ha continuato il prof. Schittulli, va fatta principalmente attraverso la prevenzione e la diagnosi precoce ed a questo proposito, a mò di provocazione, ha invitato il sindaco ad attivarsi per la costituzione a Mola di un centro per la diagnosi precoce.

       La serata si è conclusa con un concerto degli allievi della scuola di musica “Athena” di Mola a cui si sono aggiunti anche allievi della scuola  “Musicando” di Mola e del Conservatorio.

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GLI INCENDI BOSCHIVI: GRAVE DISASTRO AMBIENTALE

7 Luglio 2008 0 Commenti

Di Giovanni Urbano

Il patrimonio forestale italiano è tra i più importanti d’Europa per ampiezza e varietà di specie. Più di un terzo del territorio nazionale è coperto da boschi, foreste e macchia mediterranea, interessando una superficie di circa 9.800.000 ettari. Queste aree sono costantemente minacciate da fenomeni come l’inquinamento atmosferico, l’antropizzazione del territorio, il pascolo abusivo, il degrado e l’abbandono, lo sfruttamento irrazionale e, soprattutto, gli incendi che si verificano periodicamente su gran parte del territorio nazionale. Il fuoco percorre e distrugge migliaia di ettari di bosco, foresta e macchia, con una frequenza che aumenta di anno in anno, assumendo dimensioni a dir poco drammatiche. Negli ultimi 20 anni in Italia, il fuoco ha distrutto circa 1.100.000 ettari di superficie boscata, interessando un’estensione superiore a quella dell’Abruzzo. Le statistiche del Corpo Forestale dello Stato riferiscono che nel 2007 la mappa del fuoco, nelle diverse regioni italiane, si è caratterizzata per il rilevante numero di eventi e di ettari percorsi dalle fiamme. Si sono, infatti, verificati 9.318 incendi boschivi che hanno interessato 141.341 ettari, di cui 68.094 boscati e 73.247 non boscati. Dal confronto con i dati del 2006 (5.398 incendi), emerge l’incremento del 70% del numero di incendi e del 270% della superficie totale percorsa dalle fiamme (38.358 ettari). I roghi nel 2007 si sono concentrati soprattutto in Campania (2.108 incendi) ed in Calabria (1.877). In Puglia, regione fanalino di coda per il suo scarso patrimonio forestale, lo scorso anno sono stati segnalati 450 incendi ed una superficie bruciata di 6.542 ettari. Resta ancora vivo il ricordo del tragico rogo avvenuto il 24 luglio nella pineta di Peschici, in cui sono morte tre persone.

 

Giovanni Urbano

Dottorando di ricerca presso il Dipartimento di Biologia e Chimica Agro-Forestale e Ambientale dell’Università degli Studi di Bari.

Laureato con lode in Scienze Agrarie, svolge attività di Dottore Agronomo, come esperto in campo ambientale e di Agricoltura sostenibile e come Consulente Tecnico dell’Autorità Giudiziaria del Tribunale di Bari. Ricopre attualmente la carica sociale di Consigliere segretario dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Bari.

 

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L’ARCA DI DON GIUSE’

7 Luglio 2008 0 Commenti

Di Mimma Tribuzio

Giovedì 12 giugno nell’Aula Magna della S.M.S. “Dante Alighieri” e in replica lunedì 16 giugno nel teatro della S.S. Trinità, i “ragazzi speciali” e i volontari dell’Associazione “Insieme” hanno portato in scena la commedia musicale : “L’arca di Don Giusè”, parodia esilarante della più famosa “Aggiungi un posto a tavola”.

Niente da invidiare a quest’ultima, vista la spontanea bravura degli interpreti che questa volta, a giudizio del pubblico presente in sala in entrambe le serate, hanno superato qualsiasi aspettativa, determinando un sano divertimento negli spettatori intervenuti.

Piacevole serata all’insegna dell’allegria con battute ed espressioni proprie di professionisti comici, preparate con dovizia di particolari dai volontari che hanno seguito tutto il percorso formativo dei ragazzi.

 In particolare l’adattamento della commedia e la stesura del copione sono stati curati da Angeliana Bufo e in seconda battuta, con la traduzione di due scene in dialetto molese, da Sabino Dattolo; il tutto sapientemente contornato dalle scene di Nilla Caputo, dalla coreografia di Anna Affatati e Cinzia Leone, dai canti e dalle musiche di Vito Mannarini, coadiuvato da Giovanni Castellana, Damiana Mizzi e nella seconda serata da Camillo Facchino.

Mi sembra giusto menzionare la pazienza dei volontari, in particolare di Isa Dattolo presente tutti i giorni in Associazione, ma anche di tutti gli altri, chi più chi meno, secondo i propri impegni di studenti, lavoratori e casalinghe, che seguendo con amore e passione tutto il percorso di preparazione dei ragazzi, fino alla lodevole performance delle due serate, hanno consentito di portare in scena uno spettacolo degno di pieno consenso da parte degli spettatori.

Cosa dire dei progressi degli “attori”, ormai non più in erba, visto che calcano le scene teatrali da troppo tempo, ma che con questa rappresentazione hanno dato prova di sicurezza e spontaneità, registrabili da parte di chi li ha sempre seguiti nei loro spettacoli.

Mi piace, a tal proposito,  citare il protagonista della risata, Giuseppe Padovano che ha  divertito e catturato l’attenzione del pubblico insieme a Martino Furio e Raffaele Berardi, due sorprendenti attori eclettici che hanno interpretato più ruoli in dialetto e in italiano; vorrei nominarli tutti i nostri ragazzi, ma sono tanti e tutti, proprio tutti hanno contribuito al successo delle due serate. Siete stati veramente SPECIALI!

Voglio ringraziare gli intervenuti, il Sindaco Nico Berlen e l’Assessore alla Cultura Tonio Bellantuono per l’apprezzamento del lavoro che l’Associazione svolge quotidianamente, nonostante le condizioni ambientali e di precaria sicurezza.

Noi comunque continuiamo  imperterriti nella nostra azione di volontariato, sperando in un futuro migliore, certi che la strada che percorriamo è quella giusta per donare momenti di gioia, naturalmente condivisa, ai nostri “ragazzi speciali” che diventano sempre più BRAVI!

E questo per ora ci basta!

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LAVORO A NEW YORK

7 Luglio 2008 0 Commenti

Di Vittorio Capotorto

         Thomas Pages, un caro amico responsabile dell’Ufficio “Indossatrici” della piu’ importante Agenzia “Cerca Cervelli” dell’Area Metropolitana di New York, mi ha detto che una grande ditta statunitense, produttrice di costumi da bagno, cerca modelle specificatamente italiane per la linea “Estate 2010”.

            Alla domanda “perche’ italiane?” non ha potuto rispondere perchè mi ha comunicato che la cosa avrebbe svelato un “segreto professionale” esclusivo della sua Agenzia.

            All’altra, altrettanto legittima domanda, tesa a capire quale fosse la connessione fra la sua ditta scopritrice di “cervelli” e dei posti di lavoro che richiedevano un corpo ben “modellato”, ha risposto che le “bellezze al bagno” avrebbero dovuto sostenere un impegnativo test “intellettuale”, in Italia, teso ad accertare il grado della loro intelligenza in riferimento al presentarsi appunto “sinuose e sexy”.

            Le prescelte alla prima selezione italiana, in numero di cinquanta, sarebbero venute – spesate di tutto – per una settimana a New York, dove avrebbero dovuto sostenere un test di livello più elevato, che avrebbe fatto loro individuare (cioè agli esperti dell’Agenzia) le 20 fanciulle da assumere con contratto specifico ben remunerato.

            “E le altre 30?” gli ho chiesto. Mi ha detto: “Potranno essere assunte da riviste patinate, tipo Playboy, o da locali in cui è richiesta una presenza femminile di hostess tipo appunto “italiano”, che danno il benvenuto ai clienti. Niente locali a luci rosse, intendiamoci. E con regolare visto professionale ed ottima remunerazione.”

            Sinceramente sono rimasto sconcertato; gli ho quindi chiesto dati precisi, perchè visto che al nostro paese ci sono belle fanciulle, e quasi totale assenza di occupazione, magari a qualcuna interessa partecipare alla selezione. Me li ha promessi e quindi appena verifico che non si tratta di una balla, sarà mia premura inviarle alla Redazione. Poi deciderà il direttore editoriale circa la pubblicazione. “You never know!”

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PADRE LEONE DA MOLA

7 Luglio 2008 0 Commenti

Di   Antonio Panzini

 

Facendo riferimento ai missionari, il Cardinale D. Alexandre Maria dos Santos scriveva : “Anche noi abbiamo eroi, non certo del mare, ma eroi della foresta; uomini valorosi che hanno affrontato bombardamenti; che hanno sopportato fame e sete, caldo e freddo, sole e pioggia, animali feroci e fastidiosi insetti; non in cerca di oro o d’argento, di nuove terre o imperi, ma del sacrosanto e inalienabile dono della libertà. Sia onore ad essi.  Ed è proprio di uno di questi eroi che voglio parlarvi; un eroe silenzioso : Padre Leone da Mola di Bari, nostro concittadino, ultra sessantenne, missionario in Mozambico. Esempio di carità e amore. Ogni giorno, dopo la Messa delle sei del mattino, parte con la sua moto per raggiungere i villaggi sparsi nella foresta. Umile servo di Dio, è dedito all’alfabetizzazione dei popoli dell’Africa. Il messaggio evangelico alle genti lo ha portato traducendo la bibbia in varie lingue. Ben 42 le scuole che segue, dedicandosi ai suoi 3500 bambini che hanno per banchi tronchi d’albero. Alunni che necessitano del materiale scolastico, come quaderni, penne, lavagne e gessi, indispensabile per assicurare loro una scuola.  Padre Leone ha percorso con una vecchia moto tantissimi chilometri; moto che negli ultimi tempi aveva cominciato a perdere colpi con il rischio di lasciarlo in panne nella savana. Grazie al coordinamento di Molasolidale è stata destinata alla sua Missione la somma di € 4.000 che ha consentito l’acquisto di una nuova moto per garantirgli continuità nell’opera missionaria.

 

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PIOGGIA…FREDDO…NEVE

7 Luglio 2008 0 Commenti

Di Vincenzo Capotorto

New York è una citta praticamente affacciata sull’Oceano Atlantico, da cui riceve un clima oltremodo instabile, che consiglia di avere sempre un ombrello a portata di mano ed una giacchettina nella borsa, anche quando fuori sono previsti 40 gradi centigradi “all’ombra” (ma anche per difendersi dalla micidiale aria condizionata che in molti posti non è diffusa uniformemente ma si presenta nelle vesti di affilati coltelli di ghiaccio che ti arrivano letteralmente “fra capo e collo”, specie in alcuni treni della metropolitana o sugli autobus pubblici.

            Questo vale per gli europei come me, abituati diciamo a climi un tantino più “stabili”; non certamente per gli Americani, che come ho accennato altre volte pare che il freddo non lo sentano.

            Ma soprattutto non avvertono il fastidio della pioggia (non pioggerellina, ma pioggia!). Ed ho dovuto impiegare la bellezza di dieci anni per capire tutto ciò, dopo aver ricevuto tanti sguardi di “commiserazione” di tutti quelli che mi incontravano, loro spavaldi – non per finta – sotto acquazzoni che Dio li manda, ed io con il mio ombrello…solitario nel bel mezzo di fiumane di gente.

            Senza contare tutte le volte che la pioggia era (ed è) un pulviscolo “fastidioso”, dal quale difendersi perche’ ti inzuppa senza che te ne renda conto; cioè senza che “io” me ne renda conto.

            Ho provato a chiedere a qualche afroamericano (li chiamavamo innocentemente neri, per intenderci) che abita nello stesso mio palazzo, a cosa è dovuto il fenomeno.

            Mi è stato risposto dai più, con estrema sicurezza, che sono un cattivo osservatore, perchè non ho notato che loro portano quasi tutti un copricapo, che basta e avanza a proteggerli dagli agenti atmosferici. Mentre un paio di loro, con fare sornione, mi hanno detto che il loro è un DNA atavico di origine africana, dove non pioveva quasi mai, per cui la pioggia è ritenuta una benedizione del cielo, che va assorbita il più possibile, a sanare piaghe ancestrali provocate da continue, mortali siccità.

            Dirvi che sono rimasto a bocca aperta è poco; l’essere allibito renderebbe meglio il mio stupore; e come mai queste cose non le si legge da nessuna parte? Semprechè non mi abbiano preso bellamente per i fondelli.

            Ma io sono stato oltre quarant’anni fa a lavorare in Sudan, dove faceva un caldo infernale ed effettivamente non pioveva per almeno nove mesi all’anno; ma da Luglio a Settembre c’era il periodo delle grandi pioggie, quando tutto si allagava e ci rimpatriavano per una lunga vacanza pagata, anche se al 75% dello stipendio.

            Qualcosa non quadra e devo approfondire ancora l’argomento, anche perchè la parte più seguita dei telegiornali americani riguarda le informazioni metereologiche (di oltre una trentina di canali…cito per difetto), mentre ci sono due-tre canali nazionali con loro piccole stazioni locali, che trasmettono continuamente le previsioni del tempo. E questo deve pur dire qualcosa.

            Comunque, aspetterò il prossimo autunno-inverno per approfondire l’arcano; intanto, mi compro quattro o cinque cappelli, per vivere magari la loro stessa esperienza…una volta!

            E pensare che durante tutta la mia vita non ho mai portato un cappello (veramente….anche se i maligni direbbero che non c’era la misura per me).

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PARCHEGGIO GRATUITO

7 Luglio 2008 0 Commenti

Di Vincenzo Capotorto

Avrete notato che sto trovando molte affinità, in quanto all’arte di “arrangiarsi”, fra New York e Napoli. Certamente cose simili accadono in altre metropoli del mondo, ma io qui vivo…..e vedo.

            Ed infatti, dopo aver notato per circa due mesi “invernali” la Vespa che vedete nella foto, tranquillamente parcheggiata su un marciapiede della 81ma Strada di Manhattan all’incrocio con la Seconda Avenue (diciamo in zona centrale-residenziale, Upper East Side), ho voluto approfondire la circostanza.

            Ho così appurato che non si trattava di “legale” parcheggio con pagamento di occupazione di suolo pubblico, nè di veicolo a due ruote (più quella di scorta naturalmente) abbandonato; tantomeno di veicolo di proprietà di un inquilino del…palazzo di fronte. Era la trovata di un furbo di….”parcheggiare” la sua Vespa (che a New York, ma penso in tutta l’America, va enormemente di moda) senza pagare alcunchè.

            In sostanza, essendo il veicolo senza targhe, la Polizia non poteva  fare alcuna multa “di passaggio”; doveva prendersi la briga di chiamare il carro attrezzi e farlo portar via in una delle officine-parcheggi per mezzi sequestrati, dove si sarebbe potuta trovare di fronte alla sgradita sorpresa dell’avvenuta cancellazione del numero di fabbricazione inciso sul telaio. Quindi il fastidio era ritenuto superiore a tutta la trafila da fare, fino alla vendita all’asta della Vespa stessa…..non “identificabile” però per qualunque compratore.

            Naturalmente il “due ruote” era regolarmente assicurato, così se anche qualche ladro avesse voluto portarselo via, correndo tutti i rischi del caso, il proprietario avrebbe potuto denunciarne il furto, scaricando sullo stesso ladro la “colpa” di aver cancellato il numero di fabbricazione ed incassando il premio dell’assicurazione (e forse quest’ultimo era l’obiettivo vero).

            Infatti agli inizi di Maggio la Vespa non c’era più; per l’inizio del bel tempo stabile o per il furto del motoveicolo? Boh…..

            Avete capito amici lettori? Altro che “Vedi Napoli e poi muori”!

            Vedi New York e non morir.

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APPROVATO E FINANZIATO IL SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO

7 Luglio 2008 0 Commenti

Di Mimma Tribuzio

 

Finalmente è vero!  L’Associazione “Insieme” ha ottenuto il finanziamento per poter  svolgere da ottobre prossimo il Servizio Civile Volontario presso il nostro Centro, dopo l’approvazione del progetto “Insieme è meglio ‘08”.

Siamo molto soddisfatti, dopo la delusione dello scorso anno, allorquando avevamo ottenuto l’approvazione, ma erano stati finanziati i progetti che avevano ottenuto un solo punto in più rispetto al nostro.

Le nuove risorse umane di cui abbiamo sempre bisogno, visto il gran numero di utenti diversamente abili da seguire, saranno da noi selezionati ed avviati al Servizio civile volontario, retribuite con una somma cospicua pari a 433 euro, che, con la crisi in ambito lavorativo,  può rappresentare una buona opportunità per ragazzi e ragazze di età compresa fra i 18 ed i 28 anni ed una validissima esperienza  della durata di 12 mesi, da inserire nel proprio curriculum e valutabile con crediti formativi universitari.

Essendo l’ambito molto delicato in cui il Servizio verrà svolto, riteniamo essenziale che nella selezione delle nuove reclute si debba dare priorità a quanti avranno passato un periodo di vero volontariato in Sede, per conoscere realmente da vicino le problematiche esistenti nella nostra Associazione.

La gamma di attività divertenti e gratificanti non solo per gli utenti, ma anche per i volontari che si avvicinano con dedizione ed amore ad un  prossimo più debole, si possono visionare nel progetto che è possibile scaricare dal nostro sito www.assinsieme.it.

Per informazioni telefonare ai seguente numero telefonico 3283853168.

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