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Politica – NEL CALDERONE URBAN QUANTE SORPRESE

8 Ottobre 2008 0 Commenti

Nel mentre Brunetta fa la guerra allo spreco delle consulenze, il Comune di Mola ingaggia in un sol colpo una cinquina di esperti esterni per un totale di circa 350.000 euro. Due per Urban e tre per il cinema digitale. Strano: ai cinque avvisi rispondono solo in cinque (uno per bando!)

Marco Sciddurlo – È oramai fatto notorio che il Pic Urban 2 molese sia un fallimento. Il mega progetto di Piazza XX Settembre e del lungomare molese (da Portecchia alla zona dell’Acqua di Cristo) si è trasformato in uno striminzito progettino che verrà pagato in buona parte dai molesi (si legga quanto scritto nell’articolo «Il fallimento… continua» di Città Nostra dello scorso giugno); lavori che dovevano essere già consegnati da tempo sono ancora da terminare, il che probabilmente comporterà la perdita dei finanziamenti comunitari destinati a questi progetti (due esempi: la ristrutturazione dell’Istituto Osservatori Radar Villani – ex IPSIAM –, in via Di Vagno, doveva essere terminata per il 7 aprile scorso, ma i lavori sono fermi da mesi e mesi ed è, ad oggi, tutto da fare; ancora, i lavori all’ex municipio, che dovevano essere terminati il 27 dicembre del 2006, sono fermi da mesi a causa di un contenzioso sorto con la ditta appaltatrice); alcune strutture recuperate sono cadute nel dimenticatoio (si pensi ai Giardini di don Pedro). Infine, ciò che più conta è che la crescita economia e una migliore vivibilità sociale, naturali frutti del Pic Urban II, non si sono avute (interessante è al riguardo l’articolo «È basso il reddito dei molesi» dello scorso numero di Città Nostra), essendo mancata un’Amministrazione capace di far fruttare proficuamente i milioni e milioni di euro, destinati dalla Comunità Europea per risollevare le sorti di una “Mola depressa”.Ma il “calderone” del nostrano Urban 2 è sempre ricco di sorprese……..

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7 Luglio 2008 0 Commenti

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IL FALLIMENTO…CONTINUA!!!

7 Luglio 2008 0 Commenti

Marco Sciddurlo

 

Il 30 maggio scorso è stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale, il bando di gara dei «Lavori di sistemazione del fronte mare urbano lato nord – 1° lotto funzionale consistenti nella realizzazione di aree pedonali, strade, parcheggi e pista ciclabile, impianti idrici, fogna nera e bianca, pubblica illuminazione, opere di difesa a mare». Qualcuno esclamerà che era ora, dopo tante promesse… In realtà, a leggere bene il bando di gara, esso non è altro che il naturale sbocco di una politica amministrativa dalla suadente propaganda, ma dalla inefficiente e negletta azione concreta. Il bando, pubblicato all’“ultimo minuto”, conferma ancora una volta l’incapacità della nostra amministrazione cittadina, che in questi anni ha gestito e sperperato milioni e milioni di euro senza portare alla nostra comunità alcun concreto e duraturo effetto benefico. Sembra che il suddetto bando sia stato emanato più per consentire al nostro Sindaco ed alla sua amministrazione di “salvarsi la faccia” a fronte dell’insuccesso e del fallimento dell’Urban 2 molese, che a risollevare le sorti dell’economia di Mola e a garantire una migliore vivibilità sul nostro territorio. E tutto ciò anche a scapito delle casse comunali e delle tasche dei cittadini, come tra un po’ si dirà (sia ben chiaro, si tratta di opinioni, pertanto opinabili.Il fallimento continua…, e ciò anche a causa    dell’accidioso, incomprensibile e colposo silenzio di tutto il Consiglio comunale.

 

 

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GLI ORGANI DI GOVERNO E BUROCRATICI DEL COMUNE

7 Luglio 2008 0 Commenti

L’attribuzione delle competenze istituzionali e procedurali

                                               parte

                                        Giuseppe Liotine*

 

Premesse

Fino all’emanazione della legge 08.06.1990 n° 142, l’ordinamento dei comuni era regolamentato prima con leggi dello Stato e poi, con la formazione delle Regioni, anche con leggi regionali; ed i comuni erano quasi soggetti a tutela degli enti statali, ai quali il testo unico della vecchia legge comunale e provinciale del 1934 ed il vecchio regolamento di attuazione attribuivano estesi controlli sulle procedure operative.

L’ordinamento dei comuni era articolato osservando la concezione amministrativa napoleonica, che attribuiva al Sindaco ogni funzione e competenza di vertice nello svolgimento dei vari servizi comunali: il Consiglio aveva funzioni di indirizzo e controllo della attività politica e amministrativa del comune, mentre la Giunta ed il personale dell’amministrazione, anche a livello dirigenziale, aveva compiti di collaborazione con l’attività del Sindaco, il quale aveva solo facoltà di delegare funzioni entro limiti subordinati alla sua potestà.

Tutte le deliberazioni del comune costituivano attività adottate sotto peculiare responsabilità del Sindaco e la loro esecutività era subordinata a preventivo parere, sia di legittimità che di merito, in un primo tempo  della Giunta Provinciale Amministrativa (GPA) operante presso la Prefettura, e poi del Comitato Regionale di controllo (Co.Re.Co) operante presso la regione di appartenenza.

L’ordinamento tecnico, amministrativo e finanziario dei comuni, che era stato concepito quando i servizi erogati alla collettività erano molto contenuti per quantità e per difficoltà tecniche, si era, dopo l’ultimo conflitto mondiale, notevolmente espanso con la crescita della società: si erano moltiplicati i servizi e l’attività tecnica dei comuni, che rendevano sempre più onerosi e variegati gli impegni ed il controllo dell’attività collaborativa del personale di gestione.

L’ambizione dei singoli in tali condizioni, davano luogo a frequenti contestazioni, con conseguenti crisi di governo che condizionavano negativamente l’azione realizzativa dell’attività programmata. Ai frequenti accadimenti di situazioni di crisi, seguirono forti istanze dei cittadini responsabili, che impegnarono i vertici dell’amministrazione ad elaborare nuovi principi e disposizioni in materia di ordinamento degli enti locali, e diedero luogo all’emanazione della legge 08.06.1942 n° 142 che, con le successive modifiche costituzionali volte ad adeguare la legislazione statale e regionale ai principi di autonomia e decentramento, conclusero la complessa storia legislativa delle autonomie locali con l’emanazione del testo unico in materia di enti locali (TUEL) 18.08.2000 n°267, che costituisce tappa fondamentale per la sistemazione delle autonomie locali ed il riordino ed attribuzione delle competenze, nettamente distinte fra gli organi di governo ed il personale dirigente dei comuni.

 

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PDL: UNA UNITÀ D’INTENTI È POSSIBILE

7 Luglio 2008 0 Commenti

Intervista a Michele Palazzo, consigliere comunale di “lungo corso”

                                                                  Nicola Lucarelli

 

Michele Palazzo è uno dei consiglieri comunali di “lungo corso” della politica molese. Dopo l’esperienza nella Democrazia Cristiana, è stato assessore nella Giunta Maggi. Sempre rieletto nelle elezioni successive per l’UDC. Uscito dal partito di Casini tre anni fa insieme con Nicola Tanzi ed altri, è tra i fondatori del Movimento dei Moderati che, in tappe successive, ha aderito ai Circoli della Libertà della Brambilla e successivamente al Popolo della Libertà. Lo abbiamo sentito su diversi temi ed in particolare sulla situazione del Centro-destra molese, che da qualche anno vive una situazione di crisi nei rapporti fra le diverse anime politiche.

 

Tra due anni circa si torna votare per eleggere il Consiglio comunale e il Sindaco di Mola. A più di metà consigliatura quali sono i risultati acquisiti dalla tua parte politica, in quanto minoranza?

In questi anni il risultato interessante che abbiamo raggiunto è sicuramente il consolidamento del nostro gruppo “Movimento dei Moderati per Mola”: un numero sempre crescente di cittadini, movimenti e associazioni condivide il nostro stesso percorso, partecipando alle  assemblee o frequentando la nostra sede, in via Bovio n° 58, per rappresentare le loro esigenze e per fare politica nel vero senso della parola. Abbiamo maturato un percorso comune con tutti gli iscritti e simpatizzanti che ha portato la nostra formazione politica ad interloquire anche a livello regionale e nazionale, contribuendo attraverso le numerose manifestazioni non solo locali, alla vittoria nell’aprile scorso del centro-destra e al buon risultato del PdL a Mola.

In Consiglio Comunale abbiamo costituito, insieme al candidato sindaco del centro destra Nicola Tanzi, un gruppo con forte unità d’intenti, operando in modo da valutare attentamente e coerentemente con le nostre idee i provvedimenti che vengono portati all’attenzione dell’Assemblea. Votando a favore o contro, assumendoci sempre precise responsabilità nei confronti dei cittadini. Abbiamo spesso suggerito la procedura più opportuna da adottare, nel rispetto della legge, per evitare inutili perdite di tempo burocratico. Sviste che potevano configurare un danno ai cittadini non sono certamente passate inosservate al nostro gruppo consiliare. A volte siamo stati incompresi, ma il tempo ci ha dato puntualmente ragione. Chi pensava ai “Moderati” come ad una opposizione a tutti i costi e senza progetto è  stato clamorosamente smentito.  Diverse istanze portate da noi all’attenzione dell’Amministrazione hanno visto una felice soluzione di alcuni problemi, non ultimo il movimento di opinione promosso, con la raccolta di ben 4500 firme, contro i parcheggi sotterranei in piazza.

Come ritieni che si possa operare nei restanti due anni?

Il nostro Movimento è fortemente convinto che questi due anni che rimangono devono essere utilizzati nel concepimento di un progetto, ovviamente di centro destra, serio e credibile. Che coinvolga realmente i cittadini, le associazioni e la società civile nelle scelte degli uomini e dei programmi. Bisognerà lavorare senza demagogia e personalismi, tutti insieme, tenendo ben presenti i nostri errori strategici commessi nelle ultime tre tornate amministrative e le relative disattenzioni e pecche dovute alla arrogante convinzione di anteporre il candidato al programma. La politica si deve aprire alla gente, deve imparare ad ascoltare. Solo con questo metodo democratico può nascere un programma reale e condiviso, non “un libro dei sogni”, come accaduto in questi anni di gestione del centro-sinistra. Un programma quindi reale e non fittizio o da “libro dei sogni”.

Qual è il tuo giudizio sull’operato dell’Amministrazione Berlen e sui suoi programmi futuri?

Il giudizio ovvio è negativo. Anche se, comunque, mancano meno di due anni alla conclusione della consigliatura. Mi auguro seriamente che nell’immediato si  realizzino i progetti  attesi e propagandati da anni. Noi, ma soprattutto i molesi, stiamo aspettando che veramente qualcosa accada. Il futuro sta diventando troppo breve per questa amministrazione. Dicono di aver consapevolmente abbandonato l’ordinario per gestire i grandi progetti, ma non si vedono né l’uno e né gli altri; continuiamo ad aspettare. Se qualcosa si realizzerà, saremo i primi a gioire, come cittadini e come rappresentati dei molesi. Diversamente, come sembra più probabile, sarà il giudizio dei cittadini ad essere inesorabile.

Un segnale clamoroso è già venuto dai molesi in occasione delle Politiche di Aprile con il grande successo del centro-destra. La nostra gente non può continuare a rinnegare la sua convinzione “moderata”, ma noi abbiamo il dovere di proporre una politica seria mirante a far crescere l’economia del Paese, da tempo fra gli ultimi in Puglia.

A giorni dovrebbero partire i lavori per il fronte mare nord: qual è la posizione del tuo gruppo sul futuro completamento del Progetto Bohigas?

Innanzitutto parlare ancora del progetto Bohigas è improprio. Infatti del progetto iniziale è rimasto quasi nulla ed è stato completamente stravolto e riadattato dai pur bravi e competenti tecnici comunali. Di Bohigas rimane solo il ricordo delle buone intenzioni e il plastico  servito soprattutto come ottimo strumento di propaganda. Se questa doveva essere la fine del famoso progetto, si conferma l’idea che ho sempre espresso, e cioè che  si potevano coinvolgere architetti ed ingegneri locali, che molto meglio conoscono la realtà paesaggistica, culturale e sociale di Mola, magari attraverso un concorso di idee. Nel contempo avremmo dato risalto a professionisti locali che l’Università di Bari forma brillantemente, senza andare a pescarne uno fino in Spagna che a mio modo di vedere, durante il percorso, ha ritenuto Mola ben poca cosa rispetto alla sua fama di architetto. Ricordo bene le motivazioni che mi indussero a votare a favore del progetto Bohigas:

          a) mettere ordine nel triangolo i cui vertici erano:  Piazza XX Settembre,                porto Colombo e base del molo di Levante.

          b) rendere fruibili spazi enormi inutilizzati del fronte mare; risaltare beni architettonici di notevole interesse che passavano inosservati;

c)       togliere spazio alle auto per restituirlo ai pedoni;

     Il tutto volto a favorire lo sviluppo economico della città in termini turistici. Mola sarebbe cambiata. I lavori che partiranno e non proprio a giorni, non vanno assolutamente in quella direzione. Oggi il mio voto sarebbe stato contrario e non mi ritengo un “tirapiedi” del nostro comune.

Un tuo giudizio su quanto è stato realizzato con Urban 2…

Il comune di Mola ha ottenuto i finanziamenti Urban 2 poiché è stato considerato afflitto da forte disagio sociale: la disoccupazione giovanile è la più alta fra tutti i comuni della provincia; il reddito procapite dei molesi è fra i più bassi della regione. Le attività commerciali continuano a chiudere e non si fa nulla per salvaguardare coloro che fra mille difficoltà tentano di andare avanti, pur di non emigrare. I giovani, soprattutto laureati, si trasferiscono al nord, abbandonando il paese di origine. Di insediamenti industriali, artigianali, agroalimentari e commerciali neanche l’ombra. La pesca e l’agricoltura vivono da anni ormai momenti difficili. Il turismo… neanche a parlarne. Il giudizio che esprimo insieme al mio gruppo su quanto è stato realizzato da Urban è negativo. Non è servito a nulla, se tutte le condizioni che hanno consentito di ottenerlo sono ancora tutte là, nulla è cambiato. Eppure i 22 milioni di euro sono stati quasi tutti spesi, restano 4 milioni di euro che serviranno per iniziare i lavori del fronte mare, a cui andranno aggiunti altri milioni di euro in mutui a carico dei cittadini. Non è sicuramente un risultato positivo per Mola. Altri comuni, a noi prossimi, senza i milioni di Urban hanno saputo realizzare cose concrete e non sogni. In alcuni di essi la disoccupazione è solo un triste ricordo.

Perché il Centro-destra, o meglio il Popolo della Libertà, non riesce ad esprimersi a Mola con una sola voce?

Il PdL non riesce ancora ad esprimersi con una sola voce poiché non si è voluto riconoscere al candidato sindaco della Casa delle Libertà alle ultime comunali ruolo di rappresentante o portavoce della coalizione come si era sempre fatto e cercato in passato. Le politiche di Aprile avrebbero potuto ricompattare la coalizione. Evidentemente i tempi non erano maturi.

Quali margini di incontro esistono per ricompattare il Popolo della Libertà molese? Quali rischi ci sono nel caso di divisione perdurante in vista delle prossime consultazioni elettorali?

Ritengo che i margini siano ampi e non è certamente nostra intenzione dividere il Popolo della Libertà molese. Soprattutto non vogliamo assumerci questa responsabilità. Sicuramente c’è stato un vizio di comunicazione nel centro destra locale. L’innesto di nuovi elementi, dotati di grossa personalità non è stato visto come una risorsa ma è stata interpretata come fenomeno destabilizzante di una dirigenza forse un po’ cotta da tre sconfitte consecutive alle amministrative.  In effetti, le conseguenze sono state destabilizzanti, ma ne avevamo bisogno.  Una scossa era salutare. In tutti e tre i casi abbiamo voluto anteporre la capacità di rastrellare voti da parte del candidato sindaco  ad una  progettualità.   Si potrebbe ripartire proprio da quegli errori senza necessariamente trovare il colpevole. La cosa positiva da parte nostra è la mancanza di pregiudiziali. Se si riterrà necessario aprire un tavolo di confronto, siamo disponibili. Diversamente ognuno andrà per la sua strada, assumendosi di conseguenza la responsabilità di un’ulteriore vittoria del centro-sinistra. Una unità d’intenti è sicuramente possibile, a partire da un programma condiviso nell’interesse dei cittadini: rivangare ogni volta le incomprensioni e i dissidi non serve a costruire il futuro. Chiaramente andare divisi alle prossime consultazioni elettorali significa determinare un’enorme possibilità di perderle. Le esperienze passate sono lì: siamo rimasti fuori sempre per una manciata di voti. Ma questo è chiaro a tutti.

E’ vero che avete già individuato un vostro candidato-sindaco?

Non abbiamo individuato ancora il “nostro” candidato sindaco. Certo personalità che abbiano le giuste capacità e che siano spendibili  ci sono tra di noi ma scendere nel particolare è presto. I nomi dovrebbero essere la diretta conseguenza di un progetto politico amministrativo globale e soprattutto condiviso. E’ il risultato di incontri programmatici  prima ancora di discussione in seno agli iscritti e simpatizzanti del nostro Gruppo politico. E’ un momento di partecipazione collettiva. Si potrebbero, visto che tempo ne abbiamo, organizzare delle primarie. L’errore più grosso che si possa commettere in politica è autoproclamarsi candidato, come si dice… “si entra papa e si esce cardinale”.

Su quanti voti potenziali potrebbe contare il vostro Movimento?

Non mi va di dare numeri. Partecipo a competizioni elettorali da decenni, un minimo  di esperienza ce l’ho per non azzardare. Ma la stessa esperienza mi aiuta a capire i “cavalli di razza”. Tra di noi  ne vedo sicuramente tanti. Si potrebbe azzardare l’ipotesi di più liste per contenerli tutti. Certo più il progetto sarà credibile e più avremo “cavalli di razza” nelle nostre liste. Ergo: senza i nostri Gruppi non si va lontano.

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DEMOCRAZIA PARTECIPATA: GLI APPELLI SI SPRECANO

5 Giugno 2008 0 Commenti

Di Antonio Mottola

Alla lettera significa “potere del popolo”, ma spesso il significato di “democrazia” si associa e riduce al diritto-dovere che ci viene riconosciuto dalla Costituzione di eleggere i nostri rappresentanti, e nel contempo di essere eletti nelle amministrazioni locali e nazionali. Il concetto di democrazia è invece molto più vasto, e il suffragio universale non è che la parte più importante.

Di recente sta prendendo corpo il concetto di “democrazia partecipata”, Si tratta di un nuovo modo di governare che comporta il coinvolgimento diretto dei cittadini nei processi decisionali sia a livello locale che nazionale, senza la pretesa di sostituirsi alla rappresentanza elettorale. Sul numero scorso di Città Nostra, l’ing. Maggi (ex sindaco di Mola, poi eletto in Parlamento) ha proposto l’istituzione di un “consiglio comunale ombra”, ovvero di una sorta di interlocutore privilegiato per l’amministrazione comunale composto da cittadini senza vincoli di partiti. Si tratterebbe di uno strumento di democrazia partecipata legittimato dallo Statuto comunale e disciplinato da un apposito regolamento.

Ma gli strumenti che consentono la partecipazione popolare all’amministrazione comunale, in forma singola o associata, sono già previsti dallo Statuto comunale. Uno di questi strumenti, purtroppo inattuato, è costituito dalle cosiddette “Consulte cittadine” (art. 73), ovvero luoghi di discussione, confronto e decisione, composti da rappresentanti delle associazioni, ma anche da specialisti e operatori sociali di volta in volta invitati che possono apportare un contributo significativo nei gruppi di lavoro o nei tavoli tematici di approfondimento. Le Consulte possono rivolgere al Sindaco e alla Giunta istanze, petizioni, proposte, ed esprimere nelle materie di competenza i pareri richiesti dagli organi collegiali. Una sorta di lente d’ingrandimento sui bisogni dei cittadini e del paese, e un punto di osservazione privilegiato a disposizione degli Amministratori comunali. Inoltre, presso il Comune è stato istituito da tempo l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) dove si possono presentare segnalazioni, reclami e proposte riguardo a disservizi comunali.  

(Continua su Città Nostra in edicola)

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Il giro di boa

9 Maggio 2008 0 Commenti

di Andrea G. Laterza

 

Il Comune di Mola vota il bilancio, mentre la consigliatura è ormai nella sua seconda metà. I risultati stentano ad arrivare, sebbene il quadro politico nazionale e locale sia in forte movimento e la popolazione dimostri ampi segni di insoddisfazione. Sarà l’anno dell’attuazione, sia pure parziale, del Progetto Bohigas? E le scelte urbanistiche a cosa porteranno? La Giunta Berlen alla prova delle realizzazioni.

 

L’amministrazione Berlen è nel suo terzo anno di vita. Fra un po’ meno di due anni si tornerà a votare e il centro-destra molese, forte dei risultati delle ultime elezioni politiche, già sembra avanzare l’ipoteca di una candidatura Diperna a Palazzo di Città. Tuttavia, gli annunciati “venti di guerra” non sembrano scalfire più di tanto il pacioso temporeggiare della Giunta

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Berlen da’ il via al dopo-Urban

9 Maggio 2008 0 Commenti

di Antonio Mottola 

Sembra che finalmente il vento stia cambiando nel Palazzo municipale. Il fallimento pressoché totale del PIC Urban 2, in scadenza a fine anno, avrebbe spinto l’Amministrazione comunale a virare la barra della politica economica in una direzione intermedia tra il turismo di massa di tipo sagrarolo e la piccola imprenditoria.

Il primo fa guadagnare qualcosa a ristoranti e pizzerie tre mesi all’anno, mentre non rende nulla in termini di benefici alla collettività. Basti pensare a come insozzano il paese quei “turisti della domenica”, e ai costi per la pulizia delle strade che sono al 100 % a carico dei cittadini (TARSU, storia di una gabella, Città Nostra n. 59). La piccola imprenditoria mira invece a valorizzare le risorse di cui già disponiamo, di cui la più importante è il know how, ovvero il bagaglio di esperienza accumulato dai nostri artigiani, agricoltori, marinai, in tutta la loro vita lavorativa.

In questa ottica si pone il recupero della zona PIP, ovvero quell’area in Contrada Scannacinque destinata agli insediamenti produttivi, che per tanti anni è stata lasciata alla mercè di vandali, ladri, e da qualche anno anche delle carovane dei nomadi.  Invertendo questo trend vizioso, l’Amministrazione comunale starebbe dunque procedendo alla infrastrutturazione primaria della zona con il completamento e la manutenzione degli impianti fognari, di illuminazione pubblica e di viabilità, e al recupero del centro direzionale (Prende sempre più forma la zona PIP di Mola, La Gazzetta del 21 febbraio 2008) finito di recente su Striscia la notizia. Le immagini televisive dell’edificio, costato miliardi di lire alla collettività, mai utilizzato e adibito a canile abusivo, hanno fatto il giro del mondo mettendo alla berlina il nostro paese.

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Fu vera Europa?

9 Maggio 2008 0 Commenti

di Aniello Claudio Rago

La tenzone elettorale appena conclusa ha posto in evidenza, ove ce ne fosse stato bisogno, la scarsa considerazione che la classe politica italiana detiene riguardo le capacità intellettive e di discernimento dei propri elettori.

Come noto, infatti, i maggiori esponenti di ogni raggruppamento, al di là di un imbarazzante silenzio su questioni afferenti prettamente l’etica della politica, hanno condotto una “campagna” improntata soprattutto al perseguimento di utilitaristici scopi elettorali, mediante l’enunciazione di propositi dai contenuti indubbiamente accattivanti, quali l’eliminazione dell’ICI sulla prima casa e la riduzione delle tasse, ovvero al dibattimento su argomenti di scarso o relativo interesse per una popolazione alle prese con seri problemi investenti la quotidianità, senza tuttavia aver fatto conoscere le fonti cui attingere le risorse finanziarie indispensabili per una non ingannevole fattibilità di quanto promesso.

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