Intervista a Michele Palazzo, consigliere comunale di “lungo corso”
Nicola Lucarelli
Michele Palazzo è uno dei consiglieri comunali di “lungo corso” della politica molese. Dopo l’esperienza nella Democrazia Cristiana, è stato assessore nella Giunta Maggi. Sempre rieletto nelle elezioni successive per l’UDC. Uscito dal partito di Casini tre anni fa insieme con Nicola Tanzi ed altri, è tra i fondatori del Movimento dei Moderati che, in tappe successive, ha aderito ai Circoli della Libertà della Brambilla e successivamente al Popolo della Libertà. Lo abbiamo sentito su diversi temi ed in particolare sulla situazione del Centro-destra molese, che da qualche anno vive una situazione di crisi nei rapporti fra le diverse anime politiche.
Tra due anni circa si torna votare per eleggere il Consiglio comunale e il Sindaco di Mola. A più di metà consigliatura quali sono i risultati acquisiti dalla tua parte politica, in quanto minoranza?
In questi anni il risultato interessante che abbiamo raggiunto è sicuramente il consolidamento del nostro gruppo “Movimento dei Moderati per Mola”: un numero sempre crescente di cittadini, movimenti e associazioni condivide il nostro stesso percorso, partecipando alle assemblee o frequentando la nostra sede, in via Bovio n° 58, per rappresentare le loro esigenze e per fare politica nel vero senso della parola. Abbiamo maturato un percorso comune con tutti gli iscritti e simpatizzanti che ha portato la nostra formazione politica ad interloquire anche a livello regionale e nazionale, contribuendo attraverso le numerose manifestazioni non solo locali, alla vittoria nell’aprile scorso del centro-destra e al buon risultato del PdL a Mola.
In Consiglio Comunale abbiamo costituito, insieme al candidato sindaco del centro destra Nicola Tanzi, un gruppo con forte unità d’intenti, operando in modo da valutare attentamente e coerentemente con le nostre idee i provvedimenti che vengono portati all’attenzione dell’Assemblea. Votando a favore o contro, assumendoci sempre precise responsabilità nei confronti dei cittadini. Abbiamo spesso suggerito la procedura più opportuna da adottare, nel rispetto della legge, per evitare inutili perdite di tempo burocratico. Sviste che potevano configurare un danno ai cittadini non sono certamente passate inosservate al nostro gruppo consiliare. A volte siamo stati incompresi, ma il tempo ci ha dato puntualmente ragione. Chi pensava ai “Moderati” come ad una opposizione a tutti i costi e senza progetto è stato clamorosamente smentito. Diverse istanze portate da noi all’attenzione dell’Amministrazione hanno visto una felice soluzione di alcuni problemi, non ultimo il movimento di opinione promosso, con la raccolta di ben 4500 firme, contro i parcheggi sotterranei in piazza.
Come ritieni che si possa operare nei restanti due anni?
Il nostro Movimento è fortemente convinto che questi due anni che rimangono devono essere utilizzati nel concepimento di un progetto, ovviamente di centro destra, serio e credibile. Che coinvolga realmente i cittadini, le associazioni e la società civile nelle scelte degli uomini e dei programmi. Bisognerà lavorare senza demagogia e personalismi, tutti insieme, tenendo ben presenti i nostri errori strategici commessi nelle ultime tre tornate amministrative e le relative disattenzioni e pecche dovute alla arrogante convinzione di anteporre il candidato al programma. La politica si deve aprire alla gente, deve imparare ad ascoltare. Solo con questo metodo democratico può nascere un programma reale e condiviso, non “un libro dei sogni”, come accaduto in questi anni di gestione del centro-sinistra. Un programma quindi reale e non fittizio o da “libro dei sogni”.
Qual è il tuo giudizio sull’operato dell’Amministrazione Berlen e sui suoi programmi futuri?
Il giudizio ovvio è negativo. Anche se, comunque, mancano meno di due anni alla conclusione della consigliatura. Mi auguro seriamente che nell’immediato si realizzino i progetti attesi e propagandati da anni. Noi, ma soprattutto i molesi, stiamo aspettando che veramente qualcosa accada. Il futuro sta diventando troppo breve per questa amministrazione. Dicono di aver consapevolmente abbandonato l’ordinario per gestire i grandi progetti, ma non si vedono né l’uno e né gli altri; continuiamo ad aspettare. Se qualcosa si realizzerà, saremo i primi a gioire, come cittadini e come rappresentati dei molesi. Diversamente, come sembra più probabile, sarà il giudizio dei cittadini ad essere inesorabile.
Un segnale clamoroso è già venuto dai molesi in occasione delle Politiche di Aprile con il grande successo del centro-destra. La nostra gente non può continuare a rinnegare la sua convinzione “moderata”, ma noi abbiamo il dovere di proporre una politica seria mirante a far crescere l’economia del Paese, da tempo fra gli ultimi in Puglia.
A giorni dovrebbero partire i lavori per il fronte mare nord: qual è la posizione del tuo gruppo sul futuro completamento del Progetto Bohigas?
Innanzitutto parlare ancora del progetto Bohigas è improprio. Infatti del progetto iniziale è rimasto quasi nulla ed è stato completamente stravolto e riadattato dai pur bravi e competenti tecnici comunali. Di Bohigas rimane solo il ricordo delle buone intenzioni e il plastico servito soprattutto come ottimo strumento di propaganda. Se questa doveva essere la fine del famoso progetto, si conferma l’idea che ho sempre espresso, e cioè che si potevano coinvolgere architetti ed ingegneri locali, che molto meglio conoscono la realtà paesaggistica, culturale e sociale di Mola, magari attraverso un concorso di idee. Nel contempo avremmo dato risalto a professionisti locali che l’Università di Bari forma brillantemente, senza andare a pescarne uno fino in Spagna che a mio modo di vedere, durante il percorso, ha ritenuto Mola ben poca cosa rispetto alla sua fama di architetto. Ricordo bene le motivazioni che mi indussero a votare a favore del progetto Bohigas:
a) mettere ordine nel triangolo i cui vertici erano: Piazza XX Settembre, porto Colombo e base del molo di Levante.
b) rendere fruibili spazi enormi inutilizzati del fronte mare; risaltare beni architettonici di notevole interesse che passavano inosservati;
c) togliere spazio alle auto per restituirlo ai pedoni;
Il tutto volto a favorire lo sviluppo economico della città in termini turistici. Mola sarebbe cambiata. I lavori che partiranno e non proprio a giorni, non vanno assolutamente in quella direzione. Oggi il mio voto sarebbe stato contrario e non mi ritengo un “tirapiedi” del nostro comune.
Un tuo giudizio su quanto è stato realizzato con Urban 2…
Il comune di Mola ha ottenuto i finanziamenti Urban 2 poiché è stato considerato afflitto da forte disagio sociale: la disoccupazione giovanile è la più alta fra tutti i comuni della provincia; il reddito procapite dei molesi è fra i più bassi della regione. Le attività commerciali continuano a chiudere e non si fa nulla per salvaguardare coloro che fra mille difficoltà tentano di andare avanti, pur di non emigrare. I giovani, soprattutto laureati, si trasferiscono al nord, abbandonando il paese di origine. Di insediamenti industriali, artigianali, agroalimentari e commerciali neanche l’ombra. La pesca e l’agricoltura vivono da anni ormai momenti difficili. Il turismo… neanche a parlarne. Il giudizio che esprimo insieme al mio gruppo su quanto è stato realizzato da Urban è negativo. Non è servito a nulla, se tutte le condizioni che hanno consentito di ottenerlo sono ancora tutte là, nulla è cambiato. Eppure i 22 milioni di euro sono stati quasi tutti spesi, restano 4 milioni di euro che serviranno per iniziare i lavori del fronte mare, a cui andranno aggiunti altri milioni di euro in mutui a carico dei cittadini. Non è sicuramente un risultato positivo per Mola. Altri comuni, a noi prossimi, senza i milioni di Urban hanno saputo realizzare cose concrete e non sogni. In alcuni di essi la disoccupazione è solo un triste ricordo.
Perché il Centro-destra, o meglio il Popolo della Libertà, non riesce ad esprimersi a Mola con una sola voce?
Il PdL non riesce ancora ad esprimersi con una sola voce poiché non si è voluto riconoscere al candidato sindaco della Casa delle Libertà alle ultime comunali ruolo di rappresentante o portavoce della coalizione come si era sempre fatto e cercato in passato. Le politiche di Aprile avrebbero potuto ricompattare la coalizione. Evidentemente i tempi non erano maturi.
Quali margini di incontro esistono per ricompattare il Popolo della Libertà molese? Quali rischi ci sono nel caso di divisione perdurante in vista delle prossime consultazioni elettorali?
Ritengo che i margini siano ampi e non è certamente nostra intenzione dividere il Popolo della Libertà molese. Soprattutto non vogliamo assumerci questa responsabilità. Sicuramente c’è stato un vizio di comunicazione nel centro destra locale. L’innesto di nuovi elementi, dotati di grossa personalità non è stato visto come una risorsa ma è stata interpretata come fenomeno destabilizzante di una dirigenza forse un po’ cotta da tre sconfitte consecutive alle amministrative. In effetti, le conseguenze sono state destabilizzanti, ma ne avevamo bisogno. Una scossa era salutare. In tutti e tre i casi abbiamo voluto anteporre la capacità di rastrellare voti da parte del candidato sindaco ad una progettualità. Si potrebbe ripartire proprio da quegli errori senza necessariamente trovare il colpevole. La cosa positiva da parte nostra è la mancanza di pregiudiziali. Se si riterrà necessario aprire un tavolo di confronto, siamo disponibili. Diversamente ognuno andrà per la sua strada, assumendosi di conseguenza la responsabilità di un’ulteriore vittoria del centro-sinistra. Una unità d’intenti è sicuramente possibile, a partire da un programma condiviso nell’interesse dei cittadini: rivangare ogni volta le incomprensioni e i dissidi non serve a costruire il futuro. Chiaramente andare divisi alle prossime consultazioni elettorali significa determinare un’enorme possibilità di perderle. Le esperienze passate sono lì: siamo rimasti fuori sempre per una manciata di voti. Ma questo è chiaro a tutti.
E’ vero che avete già individuato un vostro candidato-sindaco?
Non abbiamo individuato ancora il “nostro” candidato sindaco. Certo personalità che abbiano le giuste capacità e che siano spendibili ci sono tra di noi ma scendere nel particolare è presto. I nomi dovrebbero essere la diretta conseguenza di un progetto politico amministrativo globale e soprattutto condiviso. E’ il risultato di incontri programmatici prima ancora di discussione in seno agli iscritti e simpatizzanti del nostro Gruppo politico. E’ un momento di partecipazione collettiva. Si potrebbero, visto che tempo ne abbiamo, organizzare delle primarie. L’errore più grosso che si possa commettere in politica è autoproclamarsi candidato, come si dice… “si entra papa e si esce cardinale”.
Su quanti voti potenziali potrebbe contare il vostro Movimento?
Non mi va di dare numeri. Partecipo a competizioni elettorali da decenni, un minimo di esperienza ce l’ho per non azzardare. Ma la stessa esperienza mi aiuta a capire i “cavalli di razza”. Tra di noi ne vedo sicuramente tanti. Si potrebbe azzardare l’ipotesi di più liste per contenerli tutti. Certo più il progetto sarà credibile e più avremo “cavalli di razza” nelle nostre liste. Ergo: senza i nostri Gruppi non si va lontano.