di Marilisa Picca
E’ successo ieri mattina a Mola di Bari. 49 alberi di tamerici che ombreggiavano da decenni il lungomare prospiciente il porto, sono stati decapitati e poi spiantati.
Alcuni di questi alberi dovevano essere molto antichi, a giudicare dal diametro del tronco di circa 50 cm alla base.
E’ una pianta umile il tamerice, umile ma resistente al sale, alla siccità, ai parassiti.
Forse per questo è la pianta ornamentale più diffusa in Italia.
Nonostante anni di potature indecenti, questi tamerici avevano una loro potente intrinseca bellezza, ormai distrutta per sempre. Io non conosco ancora le ragioni di questo scempio, ma posso immaginare che presto al loro posto compariranno delle palme, la pianta alloctona ormai più diffusa in Italia.
Degli oleandri, forse, se saremo fortunati. Suppongo che non tutti abbiano la sensibilità per capire che un albero non è un oggetto, ma un essere vivente e che abbatterlo senza motivo è un assassinio.
Immagino però che tutti possiedano la sensibilità economica per chiedersi che bisogno ci fosse, in tempi di crisi, di spendere soldi pubblici per spiantare alberi sani e vigorosi e far comparire al loro posto giovani alberelli sparuti e delicati. Vorrei quindi sapere: quali sono i motivi che hanno spinto l’Amministrazione comunale a far abbattere questi alberi? quanto è costata la ditta privata (un vivaio di Monopoli) che ha eseguito i lavori? come mai nessun assessore, nessun consigliere comunale, nessuna associazione ambientalista abbia sollevato il problema? Con profonda indignazione.
mi associo, mi ricorda la strage delle tamerici del baby park, quello fu un regalo di Urban, uno dei tanti, ma poi dico io ci sono zone di mola con alberi da potare, ed erbacce da estirpare, e stanno a pensare alle palme del lungomare?
Spero che il motivo riguardi la sicurezza ed incolumità pubblica.