di Andrea G. Laterza
E’ accaduto ancora. Come nel gennaio 2009, una nuova strage di tamerici si è consumata a Mola.
All’epoca, fu espiantato un centinaio di questi alberi dal Baby-park, poi cancellato per far posto a un triste non luogo di aiuole rinsecchite con le solite quattro palmette malandate a contorno, sempre pronte ad esalare l’ultimo respiro per mancanza di irrigazione e di cura.
Oggi il fatto si ripete sul lungomare sud, nell’area portuale, con l’abbattimento di circa 50 tamerici. Cambia il colore delle Amministrazioni comunali, ma non cambia la solita musica: assoluta mancanza di ascolto preventivo della cittadinanza.
E non a caso delle Consulte cittadine non si vede l’ombra. Infatti, ieri il centro-sinistra, oggi il centro-destra, hanno visto e vedono come il fumo negli occhi una reale e concreta partecipazione popolare che possa disturbare i “manovratori” all’assalto di qualsiasi pubblica utilità e bene pubblico: il verde storico, l’integrità della costa, le vecchie chianche, le suppellettili del vecchio baby-park, ecc..
Ma veniamo all’attuale caso concreto.
Come informa il Sindaco Diperna: “In questi giorni una ditta specializzata ed incaricata dal Comune sta provvedendo ad estirpare le tamerici del Lungomare Sud. L’incarico gli è stato affidato dal Comune in quanto, con la preziosa consulenza del perito agrario comunale, abbiamo verificato che molte di quelle tamerici erano pericolose (quante volte si sono spezzate a causa del vento?), altre erano marce. Ne sono rimaste poche in buone condizioni e quest’ultime verranno impiantate in altre zone, quindi non perderemo nessun albero. Le tamerici verranno sostituite in queste ore da altri alberi (non sono le palme..) che renderanno bello ed ordinato anche quel tratto di Lungomare. Mi auguro che queste precisazioni servano a chiarire che il nostro compito, molte volte non facile, è quello di amministrare il paese con buon senso e saggezza. Inoltre in ogni nuova opera realizzata o ristrutturata stiamo prevedendo la piantumazione di numerosi alberi. Lo sarà per via Caracappa, per la riqualificazione di piazza di XX Settembre, per il P.R.U. del Cozzetto, per il PIRP Cerulli dove è prevista la realizzazione di una piazza con tantissimi alberi… Essere accusati di aver “ucciso” delle tamerici vetuste e malate (salvando quelle in buono stato) da parte di chi, qualche anno fa, da amministratore fece letteralmente sparire oltre 100 tamerici del vecchio Baby park è, perlomeno, singolare.”
Tuttavia, il Regolamento comunale del verde del 2009 stabilisce che “l’abbattimento degli alberi pubblici e privati deve essere limitato ai casi strettamente necessari, per cause di ordine fitopatologico e al fine di scongiurare pericoli per la pubblica incolumità” (art. 11 co. 1). “L’abbattimento di alberi in suolo pubblico ritenuti potenzialmente pericolosi per l’incolumità pubblica o privata o gravemente danneggiati da fitopatie deve essere motivata da apposita relazione dell’ufficio competente e, per le situazioni particolarmente estese o gravi, deve essere acquisito il parere della Commissione Ambiente” (art. 11 co. 6).
Inoltre, l’art. 8 co. 2 precisa che “per la piantumazione in aree a verde pubblico deve essere privilegiata la scelta di specie autoctone rispetto a quelle alloctone” ed inoltre che “la scelta delle specie arboree deve tener conto delle caratteristiche climatiche e ambientali, degli aspetti storico-paesaggistici e, ove possibile, deve altresì rispecchiare le caratteristiche naturali originarie dell’habitat ove devono essere inserite”.
Purtroppo, al di là della consulenza del perito agrario comunale, non sembra esserci stato il parere della Commissione Ambiente. Peraltro, le piante non sembravano essere in così cattivo stato da giustificarne l’abbattimento. Anzi, il ricordo è di alberi in buona salute e piuttosto rigogliosi che caratterizzavano la zona del lungomare sud. Vi erano fitopatie così gravi da non poter essere curate? Dove vi sono stati crolli pericolosi di questi alberi in quella zona? E’ possibile documentarli con riferimenti precisi?
Inoltre, in base alla determina n. 421/2014 del 08/05/2014 avente per oggetto: “Approvazione preventivo di spesa della ditta Vivai Aversa di Monopoli concernente la fornitura e posa in opera di nuove essenze ornamentali sulla Via Lungara Porto al posto delle vetuste piante di tamerici”, sono stati stanziati €. 20.101,86 euro per abbattere e frantumare 52 “alberature compromesse e obsolete”” e sostituirle con Metrosideros excelsius.
In violazione del regolamento comunale sul verde, si tratta di una specie non autoctona, bensì d’importazione, originaria della Nuova Zelanda: nell’emisfero nord è impiegata a San Francisco e a La Coruña per le alberature stradali. Tuttavia, proprio a San Francisco tale specie viene ritenuta responsabile della distruzione di marciapiedi e di grossi inconvenienti agli impianti fognari.
Ecco il link ad un articolo del New York Times, che ne parla in questi termini: http://www.nytimes.com/2010/08/27/us/27bcjames.html?_r=3&
Ci chiediamo: perché il verde a Mola viene da sempre così bistrattato? Perché non viene gestito con un programma serio e costante di intervento lungo tutto l’anno, ma si opera soltanto in maniera episodica e per “emergenze”, spesso in maniera disastrosa?
Perché quando il verde diventa di presunto ingombro si estirpa e si manda al macero senza alcun tentativo di recupero? Perché si cede alla moda dell’esterofilia, se la Natura ci ha donato numerosissime specie belle e differenziate che danno vita alla “macchia mediterranea”?
Perché le tamerici vengono così “schifate” dagli amministratori (ma anche da molti cittadini poco sensibili al verde), mentre sono tra gli alberi più resistenti e indicati per i litorali marini e rispecchiano “le caratteristiche naturali originarie dell’habitat” costiero molese?
Perché al posto del cemento (in specie se abusivo) non si creano isole verdi e parchi urbani, che denotano la civiltà di un popolo?
Domande che poniamo da tempo, ma che non ottengono mai risposte esaurienti e convincenti dai politici di ogni colore.
Purtroppo, si deve constatare che alla strage odierna di tamerici (ne parliamo nell’articolo “Tamerici: i dubbi sulla nuova strage”) fa da contrappunto quella del gennaio 2009 operata dalla Giunta Berlen con assessore Santamaria che, poi, a riparazione dello scempio perpetratosi preparò un buon regolamento del verde.
La cancellazione del Baby-park e del suo verde storico, sostituito da uno spazio informe e anonimo privo di verde significativo è stata una grave responsabilità storica di chi ha gestito la trasformazione del fronte mare nord.
Quel Baby-park poteva essere ristrutturato, adeguato e reso coerente con il nuovo fronte mare.
Invece, fu deciso di cancellarlo a suon di ruspe.
Non minore è la responsabilità della Giunta Diperna che ha materialmente portato a termine i lavori del fronte mare.
Vi era tutto il tempo per evitare l’aggiuntiva colata di cemento dell’anfiteatro: un monumento all’inutilità, utilizzato solo pochi giorni all’anno e che è già andato sott’acqua diverse volte con notevoli danni ad abitazioni ed esercizi commerciali.
Suggerimmo a Diperna (in campagna elettorale egli affermò che avrebbe tenuto conto delle proposte dei cittadini e delle associazioni per modificare l’esecuzione dei lavori) di NON costruire l’anfiteatro e, invece, al suo posto di realizzare un parco urbano a macchia mediterranea con area giochi.
Avremmo avuto un polmone verde in pieno centro e in riva al mare che avrebbe costituito una notevole attrazione ambientale e turistica.
Invece, è stata aumentata la superficie a cemento del paese, concausa dell’aumento dei sempre più numerosi allagamenti.
Non siamo stati ascoltati nè dal centro-sinistra nè dal centro-destra.
Oggi Legambiente, giustamente, condanna la nuova strage di tamerici. Ma la memoria purtroppo le difetta.
Devo correggere anche questo commento di Andrea Laterza.
Il Regolamento generale comunale del verde cittadino fu approvato dal consiglio comunale a novembre 2008, come ha scritto nel suo comunicato stampa Legambiente, e fu preparato e consegnato alla competente commissione consiliare a gennaio 2008 come si può verificare dal sito del Comune (http://www.comune.moladibari.ba.it/documents/10179/16395/VERDE+PUBBLICO). Il Baby park, invece, fu distrutto a gennaio 2009.
Ebbi modo di esprimere pubblicamente la mia sorpresa e il mio disappunto per come la ditta liberò l’area del Baby park e distrusse le tamerici. Ne scrisse anche la Gazzetta del mezzogiorno (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/mola-per-il-nuovo-lungomare-abbattuti-cento-alberi-per-errore-no223860). Quell’errore non può giustificare altri orrori, come quello di aver distrutto un filare di tamerici che resterà (soltanto) nel nostro immaginario.
Antonio Parente ha scritto: “L’avessero fatto prima! Quant’è bello adesso quel tratto di lungomare senza quegli orrendi alberi”.
Smilax Aspera ha scritto: “ottimo articolo!!!”
Aldilà di questa faccenda, perchè non potano gli alberi e tagliano la siepe dove serve? ad esempio di fronte al comune la siepe arriva oltre due metri, i campetti di via de Gasperi non sono stati ripuliti, lo stesso dicasi per la vegetazione che ingombra i marciapiedi attigui al nuovo baby park, ecc. il cambio di alberi si poteva fare l’estate prossima, con quei soldi si poteva fare altro.
Aldilà della valutazione dello stato di salute delle tamerici in questione, fa male vedere alberi ultra decennali estirpati, il problema è sapere con quali piante intendono rimpiazzarle, non sarebbe male rimettere le stesse che, come si vede sul lungomare, in pochi anni hanno raggiunto dimensioni apprezzabili (anche se potevano dargli un garbo con una potatura decente)
Non vorrei che qualche “esperto” suggerisca come è stato fatto qualche anno fa in via De Nicola dove, alternati alle magnolie sono stati piantati alberi di falso pepe (schinus molle) che sicuramente in poco tempo andranno a sollevare la pavimentazione del marciapiedi realizzato solo qualche anno fa.
Leggo solo ora il commento di Pietro Santamaria. Prendo atto della correzione, tuttavia, a maggior ragione, l’approvazione del regolamento del verde cittadino ancor prima dell’avvio dei lavori per il nuovo lungomare, aggrava la posizione di chi doveva vigilare sulla puntuale applicazione di quel regolamento e, invece, non l’ha fatto.
Se il regolamento fosse stato osservato correttamente, non ci sarebbe stata la strage di tamerici del vecchio baby-park.
Evidentemente, a quel tempo, la Giunta presa dalla fregola di “trasformare” a qualunque costo il vecchio lungomare non andò troppo per il sottile e Santamaria fu poco attento a quanto accadeva giorno dopo giorno, nonostante il regolamento da lui stesso proposto.