di Andrea G. Laterza
A quasi 15 giorni dal ballottaggio, un solo fatto è certo: la proclamazione dell’elezione a Sindaco di Giangrazio Di Rutigliano e il suo insediamento.
Invece, a tutt’oggi, l’Ufficio centrale elettorale, presieduto da un giudice del Tribunale di Bari, e insediatosi presso il nostro Comune, non ha ancora proclamato gli eletti al Consiglio Comunale.
Dalla proclamazione discendono alcune disposizioni molto precise, con tempi ben scanditi:
1) Il primo adempimento da assolvere da parte del Sindaco, entro tre giorni dalla proclamazione degli eletti, è la pubblicazione dei risultati elettorali (mediante manifesto pubblico), nonchè la notifica degli stessi agli eletti.
2) La prima adunanza del consiglio neo eletto è convocata dal Sindaco entro 10 giorni dalla proclamazione degli eletti e deve tenersi entro il termine di 10 giorni dalla convocazione. La prima adunanza del Consiglio è presieduta dal Consigliere anziano, quale maggior suffragato, a cui sono attribuite le funzioni di Presidente del Consiglio fino all’elezione di quest’ultimo.
In sostanza, dalla proclamazione degli eletti, effettuata dalla Commissione elettorale circondariale, non devono passare più di 20 giorni affinchè si tenga la prima seduta del nuovo Consiglio Comunale.
3) Inoltre, il Sindaco, nel tempo tra la convocazione del Consiglio e la prima seduta, deve nominare la Giunta Comunale che va comunicata al Consiglio nel corso della prima adunanza.
Insomma, si prospettano ancora tempi lunghi, sia per le modalità burocratiche legate alla proclamazione degli eletti e agli appuntamenti che ne discendono e, soprattutto, per i nodi politici che ancora non sono stati sciolti.
Essi attengono a tre ordini di problemi, non da poco:
1) equilibri e impegni da rispettare nella composizione della Giunta comunale;
2) elezione del Presidente del Consiglio Comunale;
3) parità di genere nella nomina degli assessori.
In merito a quest’ultimo aspetto, vi è da dire che la legge Del Rio 7 aprile 2014 n. 56 prevede una percentuale precisa a garanzia della parità di genere nelle Giunte comunali, pari al 40%, computandovi anche il Sindaco. Quindi, nel caso della Giunta Di Rutigliano, dovranno essere almeno 2 le donne (sarebbe pleonastico parlare di parità di genere per gli uomini, che sono in numero sovrabbondante) da nominare assessori.
E qui la partita si fa complessa perchè sono due le donne elette in Consiglio Comunale per il centro-sinistra: Francesca Mola (Progetto Mola) e Angelica Tribuzio (PD).
Se per F. Mola l’assessorato è uno sbocco naturale, non altrettanto può dirsi per A. Tribuzio: al di là dell’inesperienza della neo-eletta, verrebbe meno la rappresentanza in Giunta per Pino De Silvio – che, ovviamente, rivendica la sua presenza al fianco di Giangrazio Di Rutigliano -, giacchè due assessori per il PD non si giustificherebbero alla luce del risultato elettorale.
Ovviamente, Di Rutigliano potrebbe anche scegliere una presenza femminile al di fuori del Consiglio Comunale (magari tra le non elette nelle diverse liste della coalizione) ma la scelta non si presenta facile.
Ricordiamo che gli assessori da nominare sono cinque e, di questi, uno è già individuato in Gianni Russo a seguito degli accordi elettorali di ballottaggio. Ne rimangono quattro da assegnare, oltre all’importante incarico di Presidente del Consiglio Comunale.
Le riunioni di maggioranza continuano a susseguirsi ma la quadratura del cerchio sembra ancora lontana. I problemi maggiori sembrano ravvisarsi nel PD che presenta non pochi interessi contrastanti al suo interno.
Ma anche Chiarelli (CondividiaMola) e Farella (Avanti per Mola) reclamano una presenza, pur non avendo conseguito le loro liste alcun seggio.
Tempi duri per Di Rutigliano.
CHIARIMENTO AI LETTORI
Per quanto riguarda la parità di genere nella Giunta comunale, una circolare del 24 aprile 2014 del Ministero dell’Interno chiarisce l’applicazione della Legge Del Rio 7 aprile 2014 n. 56:
Rappresentanza di genere
Per i comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, la legge n. 56/14 al comma 137 dell’art.1, ha previsto una percentuale precisa a garanzia della parità di genere nelle giunte, pari al 40%.
Al riguardo, in base al principio generale che, nelle ipotesi in cui l’ordinamento non ha inteso annoverare il sindaco, nel quorum richiesto, lo ha espressamente indicato usando la formula “senza computare a tal fine il sindaco” e secondo prevalente giurisprudenza, si è indotti a ritenere che sia legittimo includere nel calcolo degli assessori anche il sindaco, a garanzia della rappresentanza digenere.
Per completezza, si soggiunge che occorre lo svolgimento da parte del sindaco di una preventiva e necessaria attività istruttoria preordinata ad acquisire la disponibilità allo svolgimento delle funzioni assessorili da parte di persone di entrambi i generi.
Laddove non sia possibile occorre un’adeguata motivazione sulle ragioni della mancata applicazione del principio di pari opportunità.
In sostanza, poichè nel nostro Comune ben difficilmente il Sindaco potrà dichiarare che non esiste la disponibilità del genere femminile a ricoprire incarichi assessorili, la presenza di due donne in Giunta appare ineludibile.