di Stefano Gaudiuso*

141830511-8c6d5d15-6809-4c72-b71d-d87260f58ad6Le emergenze ambientali, come gli esami di eduardiana memoria, non finiscono mai! Questa volta il rischio viene …dal mare e, più esattamente, dalla ricerca di idrocarburi nell’Adriatico Meridionale, all’interno della zona “F”, in cui è interessata direttamente Mola, essendo la sua costa la più vicina a quella in cui la ricerca verrà effettuata.

La nuova istanza di permesso di ricerca è stata presentata dalla Global Petroleum Limited il 27 agosto 2013 al Ministero dello Sviluppo Economico (Dipartimento Energia, Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche) e inviata al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per l’avvio di procedura di impatto ambientale.

La pratica è…approdata nel Comune di Mola il 3 Giugno 2014 (prot.n.14743), con tutti gli allegati su supporto informatico (Elaborato di progetto, studio di impatto ambientale con allegati carta nautica, batimetrica dei siti rete natura e relativa descrizione, sintesi tecnica) e discussa, si fa per dire, nella terza Commissione consiliare convocata il 2 /7 u.s. dal neo-presidente Giuseppe Calabrese.

In realtà, i Commissari hanno potuto esprimere solo le loro preoccupazioni circa i rischi connessi alle ricerche in quanto solo i giorni successivi, esattamente l’8/7, è stato messo a  disposizione loro e dei Capigruppo il dischetto con la relativa documentazione, da cui stralciamo le notizie che ci interessano.

“Il progetto è localizzato nel bacino dell’Adriatico Meridionale all’interno dell’area marina “F”, al largo delle coste pugliesi e ricopre una superficie di 749,9 Kmq. Il punto più a nord dista 69,9 miglia nautiche da Vieste, mentre il punto più vicino alla costa è il vertice sud-occidentale dell’area, che dista oltre 34 miglia nautiche dalle coste pugliesi (34,5 miglia nautiche da Monopoli). Per quanto riguarda l’indagine geofisica 2D, il progetto prevede l’acquisizione di un totale di circa 235 Km di linee sismiche utilizzando la tecnologia air-gun. Per l’eventuale indagine 3D, è prevista l’acquisizione con la tecnologia air-gun su un’area di circa 50 Kmq. Obiettivo principale del progetto è l’individuazione di nuove riserve di giacimenti offshore e una eventuale successiva fase di sfruttamento degli stessi in modo efficiente e senza impatti negativi sull’ambiente. I principali impatti ambientali legati all’attività proposta, potrebbero riguardare la fauna marina e saranno minimizzati dall’attuazione di opportune misure di mitigazione”.

Le assicurazioni della Global Petroleum non ci lasciano per niente tranquilli in quanto, come ci ricorda la prof.ssa Maria Rita D’Orsogna, fisico, professore associato presso il Dipartimento di Matematica della California State University at Northridge, Lo Angeles:”L’air-gun è una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Praticamente ci sono degli spari fortissimi e continui, ogni 5 o 10 minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari sono dannosi al pescato perché possono arrecare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito. Questo è molto grave perché molte specie ittiche dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo. Già in Provincia di Foggia ci sono stati degli spiaggiamenti (i 7 capodogli morti a Peschici) che potrebbero essere dovuti a queste tecniche pericolose”.

Alla Commissione consiliare del 2/7 u.s., a cui ho partecipato come capogruppo della Sinistra Unita per Mola, ho condiviso con gli altri componenti la necessità di impegnare in questa battaglia tutte le associazioni ambientaliste e di categoria e, soprattutto, di mettere a punto un’iniziativa unitaria di tutti i Comuni costieri, chiedendo al Comune di Bari di farsi carico di una convocazione congiunta dei Consigli Comunali perché giunga forte e chiaro il nostro dissenso contro questo pericoloso progetto non solo per gli effetti diretti sulla pesca, settore già da tempo in crisi (alcuni studi riportano una diminuzione delle catture di pesci anche dopo alcuni giorni dal termine delle indagini con la tecnica air-gun e anche una diminuzione della disponibilità di uova di pesce probabilmente a causa della prolungata esposizione di specie ittiche a suoni a bassa frequenza), ma, soprattutto, perché simili interventi devono essere assolutamente inibiti in un mare, come quello Adriatico, un “canale navigabile” in cui dispersioni di petrolio derivanti dalla normale attività e/o da un potenziale incidente risulterebbero letali.

Riprendo ancora un intervento della prof.ssa D’Orsogna che ci ricorda come, negli U.S.A. “il limite trivelle e’ di 160 km da riva. Ed e’ dal 1969 che non ce le mettiamo piu’ le trivelle in mare perche’ non e’ questo il futuro. Qui il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook, Intel, Tesla, e una miriade di startup che tappezzano tutta la California.

Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle lobby dei petrolieri.

Il futuro si chiamano programmi universitari per formare chi lavorera’ nell’industria verde, si chiamano 220.000 posti di lavoro verde, si chiamano programmi per rendere facile l’uso degli incentivi.

Ma non hanno figli questi? E gli italiani cosa faranno?

Non lo so. So solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma esigere veramente e non su facebook che chiunque seguira’  tutta la cricca che pensa che l’Italia sia una landa desolata si renda conto che queste sono le nostre vite e che le nostre vite sono sacre”.

Per completezza di informazione, va detto ( ma chi se ne ricorda?) che il Consiglio Comunale il 2/2/2012 approvò all’unanimità un ordine del giorno proposto dal capogruppo del P.D. Pino De Silvio per la  “sospensione procedimenti autorizzativi avviati e non conclusi in merito alle ricerche e coltivazioni di idrocarburi liquidi nel Mar Adriatico” a cui seguì una partecipatissima manifestazione di protesta a Monopoli contro i procedimenti autorizzativi, allora di competenza del ministro all’ambiente Clini!

Ora la Global Petroleum è tornata alla carica!

Sta a noi, ai cittadini, alle istituzioni locali, alle associazioni ambientaliste e di categoria opporsi e sconfiggere questo nuovo attacco che, diversamente da quanto viene detto, non rappresenta il nostro sviluppo, ma forse la condanna del nostro futuro!

*Sinistra Unita per Mola

manifesto palio 2014

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