Redazionale

delre-damicoChi arriva a Mola non trova nessuna traccia del nostro artista…” E’ una amara constatazione di Timisoara Pinto, autrice del libro “Lavorare con lentezzaEnzo Del Re, il corpofonista”, presentato ieri sera al Castello Angioino su iniziativa del Culture Club Cafè, in collaborazione con il Comune di Mola.

«Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo, / chi è veloce si fa male e finisce in ospedale, / in ospedale non c’è posto e si può morire presto» sono i versi introduttivi di una popolare canzone di Enzo Del Re, l’artista molese scomparso nel 2011, a cui si riferisce Timisoara Pinto.

La serata, introdotta dalla giornalista Annamaria Minunno, è stata particolarmente piacevole ed interessante, grazie anche agli interventi di alcuni presenti.

 

Timisoara Pinto e Annamaria Minunno durante la presentazione

Timisoara Pinto e Annamaria Minunno durante la presentazione

 

Il libro: Si avvale anche del contributo di due CD: in uno ci sono le canzoni del cantautore molese e nell’altro una serie di testimonianze.

Cantastorie e corpofonista, Enzo Del Re è stato l’interprete più autentico di una stagione di impegno civile nella quale le canzoni di lotta e di protesta animavano il sogno di una società diversa. Con uno stile e un linguaggio inconfondibili, schioccando la lingua e percuotendo sedie e valigie o qualsiasi altro oggetto che potesse ritmare la sua urgenza di vita, è stato protagonista di memorabili esperienze culturali e teatrali, da Ci ragiono e canto 2 agli spettacoli con Nuova Scena, il Teatro Operaio e i Circoli Ottobre, per poi eclissarsi nella sua Mola di Bari, mentre il movimento del ’77 eleggeva a proprio inno una sua canzone, Lavorare con lentezza.

delreDalla viva voce di quanti lo hanno conosciuto e amato, da Dario Fo a Giovanna Marini, da Antonio Infantino a Vinicio Capossela, da Paolo Ciarchi a Andrea Satta, da Vittorio Franceschi a Piero Nissim, il volume, con un significativo corredo fotografico, ricostruisce la vicenda umana e artistica di un autore così iconograficamente arcaico, eppure straordinariamente contemporaneo, da rappresentare, con i ritmi della sua lingua e della sua sedia, un anticipatore e un archetipo per tanta cultura musicale giovanile di oggi, come il rap e la techno.

Nel primo dei CD allegati al volume, una scelta antologica del repertorio di una voce irriducibilmente contro, mentre nel secondo CD un tributo alla sua memoria da parte di numerosi artisti che, da Vinicio Capossela a Teresa De Sio, da Antonio Infantino alle Faraualla, da Alessio Lega ai Radicanto, dai Têtes de Bois a Tonino Zurlo, hanno ricordato Enzo Del Re, il corpofonista.

Hanno scritto:

Ma il classico assoluto sul rifiuto del lavoro resta “Lavorare con lentezza” di Enzo del Re, che il cantautore usava cantare usando una sedia come strumento musicale: “ Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo/ chi è veloce si fa male e finisce in ospedale”. E proprio ad Enzo Del re è dedicato il libro “Lavorare con lentezza- Enzo Del Re, il corpofonista” di Timisoara Pinto, un bellissimo volume che non solo ripercorre la storia di Del Re, ma anche di buona parte della canzone politica e sociale italiana dagli anni Sessanta in poi. (Ernesto Assantehttp://assante.blogautore.repubblica.it)

Enzo Del Re, uno che suonava sedie e la sua stessa bocca, avanguardista senza volerlo nei Sessanta e fino all’ultimo, per quella coincidenza di genuinità urgenza e coraggio di cui oggi ci sarebbe parecchio bisogno. Il libro, documentatissimo, allega anche due cd. Non essendoci più nulla in commercio di Del Re la pubblicazione è doppiamente preziosa. Da avere. (Macramé, Trame comunicative)

L’arte di Del Re è la storia dell’intransigenza. Che seppellisce ogni tipo di compromesso. “(…)È una storia che ha inizio quasi cinquant’anni fa, quando la fotografia era psichedelica, musica e cinema e i colori si mischiavano roteando a spirale come fluidi rosa miscelati con altri colori, come fa lo scatto, la morsa dell’obiettivo quando l’immagine finisce in trappola”, dice in apertura del testo Timisoara Pinto. Prima insomma d’entrare nella formazione di Del Re. Del corpofonista che fece il ’68 dal 1967. Se non ancora prima. (Nunzio Festahttp://stefanodonno.blogspot)

(Le foto sono di Sabino Guardavaccaro)

Fratres 8.11

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