di Andrea G. Laterza
La notizia ha raggiunto rapidamente l’Italia intera: la Cassazione ha mandato assolto il padrone svizzero della Eternit per prescrizione della sentenza di appello.
Una sentenza che aveva comminato una pena di 18 anni per il reato di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche negli stabilimenti italiani del gruppo dove si lavorava amianto, materiale altamente cancerogeno.
Alla Eternit spa è attribuita, a partire dagli anni Cinquanta, la morte di quasi 3.000 persone, tra operai e abitanti delle zone vicine a quattro stabilimenti italiani.
Una pronuncia, quella della Cassazione, che mette in risalto un sistema giudiziario di favore, condizionato dalla prescrizione: una vera e propria manna per gli imputati colpevoli, che li manda assolti a causa delle incredibili e, spesso colpevoli, lungaggini giudiziarie.
Ora, un analogo meccanismo si prospetta probabile per il processo che inizierà il 15 gennaio 2015 a carico di numerose persone (imprenditori, professionisti e funzionari pubblici) per la vicenda Martucci.
Abbiamo già richiamato su “Città Nostra” come alcuni capi di imputazione legati al processo Martucci vedranno la prescrizione a partire dal febbraio 2015. L’unica prescrizione che potrebbe resistere è quella per il reato di disastro ambientale (che ha tempi più lunghi): ovviamente, se il processo non andrà alle “calende greche”, come purtroppo tutto lascia prevedere.
La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio al GIP a fine giugno, mentre le indagini si erano concluse da tempo, e il GIP ha fissato l’udienza preliminare a metà gennaio 2015.
Intanto, le morti per patologie tumorali sul nostro territorio continuano ad incalzare, con un’età media che diventa sempre più bassa. E’ un destino ineluttabile che colpisce la nostra cittadinanza, oppure esistono cause ambientali ben precise?
I molesi hanno il diritto di saperlo: le statistiche per il codice di esenzione 048, rese di dominio pubblico dall’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”, dimostrano un’impennata molto preoccupante dei casi di cancro a Mola e Conversano.
La politica è assente: con i 500.000,00 euro consegnati al Comune di Mola per le indagini sulle acque di falda e sui terreni, la Giunta Vendola se ne è lavata definitivamente le mani. Nel contempo, l’Amministrazione comunale molese non ha ancora provveduto a definire il calendario delle analisi sui pozzi e il Tavolo tecnico regionale non si riunisce dal mese di Agosto.
Tutto questo mentre l’esposto, consegnato nello scorso maggio dall’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci” alla Procura della Repubblica, al Giudice per le indagini preliminari e al Ministro per l’Ambiente, non ha mai ricevuto risposta. Nella lettera, in base a quanto già dichiarato ai Carabinieri del NOE dal testimone Domenico Lestingi, è contenuta la pressante richiesta di chiusura di un pozzo che disperde tonnellate di percolato nel sottosuolo di Martucci con l’intuibile inquinamento della falda acquifera.
A Mola è necessario tornare subito a mobilitarsi collettivamente su tematiche di così vitale importanza per la salute dei cittadini. Domani potrebbe essere già troppo tardi.
Con la sentenza Eternit la lunghezza dei processi non c’entra nulla (i tre gradi di giudizio sono stati celebrati a tempo di record) e la prescrizione quasi nulla. Il problema è che la Eternit ha chiuso quasi trent’anni (1986) fa e pertanto che il reato contestato dalla Procura di Torino (disastro ambientale) secondo la Cassazione era prescritto ancora prima di iniziare il processo (altrimenti non sarebbero stati annullati anche i risarcimenti a favore delle parti civili).
Facciamo chiarezza:
“Secondo il Procuratore Generale presso la Cassazione, il reato contestato a Schmidheiny è cessato quando la Eternit ha smesso di inquinare (lo stabilimento di Casale è stato chiuso nel 1986, più che altro perché diventato poco profittevole), mentre la tesi dei giudici di primo grado è che continui finché continuano i decessi. Dato che il mesotelioma pleurico ha un tempo di latenza di diversi decenni tra quando la fibra si deposita nel polmone e quando il tumore può svilupparsi, secondo questa tesi il disastro è ancora in corso. Anzi, il picco delle morti è previsto tra il 2020 e il 2030, quando sarà esposta al rischio di ammalarsi la generazione dei giovani e i ragazzi che respirarono le fibre negli anni Settanta-Ottanta. La distinzione, però, non avrebbe nessun rilievo per esempio nel Regno Unito, dove la prescrizione non esiste e i reati più gravi sono sempre perseguibili, a discrezione del giudice in base dell’interesse pubblico. In Francia la prescrizione si interrompe quando ha inizio il procedimento penale, e per i reati più gravi la giustizia dispone di dieci anni anni dall’ultimo atto compiuto per portare a termine il processo. In Germania il limite massimo comprese le interruzioni arriva al doppio dei termini originari: se un reato si cancella in dieci anni, una volta avviato il procedimento la giustizia ne ha a disposizione ben venti. In sintesi: se un processo inizia, arriva fino in fondo, a differenza di quanto accade da noi, dove finiscono al macero ogni anno circa 40mila processi già iniziati.
La legge “ex Cirielli” del 2005 (con Silvio Berlusconi premier) stabilisce che per i non recidivi la prescrizione non possa essere comunque superiore al tempo fissato dalla legge (legato alla pena massima prevista per il reato) aumentato di un quarto. Scoccata l’ora fatale, il processo muore anche se manca una sola udienza alla sentenza definitiva”.
Questo è quanto hanno scritto i giornali e che mi sembra oltremodo corretto.
Il disastro ambientale non può terminare con la cessazione di uno stabilimento industriale se continua a provocare malattie e inquinamento nel tempo. In sostanza, il disastro ambientale è un reato continuato nel tempo fino a che non cessano le cause che lo hanno provocato. La cassazione ha emanato invece una delle sue tante sentenze molto discutibili. Tant’è che il governo ha promesso di rivedere l’istituto della prescrizione perchè nel caso dell’Eternit l’ingiustizia patita dalle vittime è eclatante.
Per quanto riguarda Martucci siamo nella stessa situazione: una discarica continua ad avere un’attività anche dopo che è stata chiusa per almeno trent’anni (nel caso vi siano stati depositati solo rifiuti solidi urbani), ma molto di più se vi è la presenza di rifiuti tossici e nocivi.
Dopo la chiusura, se vi sono immissioni di percolato nella falda l’inquinamento continua e produce i suoi danni per un tempo indefinito. E’ un po’ (anche se in maniera più indiretta) come il caso del tempo di latenza delle fibre di amianto nell’organismo di chi le ha assorbite.
Quindi, stiamo attenti a vedere questioni così cruciali con i sofismi. La giustizia praticata nelle aule dei tribunali non può smentire in modo così eclatante la giustizia vera, cioè quella che rispetta la dignità e la vera tutela delle persone offese.
Tutto (o quasi) corretto. la cassazione però la pensa diversamente.
Non è sofismo ma presa d’atto di una Sentenza. Possiamo anche non essere d’accordo (come non lo siamo) ma dobbiamo accettarlo.
tra l’altro così come inteso dalla Cassazione il reato sarebbe stato prescritto anche con le disposizione del c.c. ante Cirielli
Tutto (o quasi) corretto. la cassazione però la pensa diversamente.
Non è sofismo ma presa d’atto di una Sentenza. Possiamo anche non essere d’accordo (come non lo siamo) ma dobbiamo accettarlo.
tra l’altro così come inteso dalla Cassazione il reato sarebbe stato prescritto anche con le disposizione del c.p. c. ante Cirielli
“La Cassazione la pensa diversamente”… Già è proprio questo il problema… Ormai ci stiamo abituando a sentenze della Suprema corte che cassano, sic et simpliciter, senza rinvio.
Oppure a sentenze davvero scandalose, come questa dell’eternit, ma anche quella sullo stupro di gruppo (2012) non è da meno: domiciliari per chi commette un tale reato, mentre la legge prescrive la custodia cautelare in carcere.
Il problema comunque è l’istituto della prescrizione che davvero è uno schiaffo alla giustizia vera, e invece un formidabile aiuto a quella leguleia.
Se finalmente anche il governo ha preso coscienza del problema è perchè quelle migliaia di morti dell’Eternit gridano giustizia vera.
E bene fa Guariniello a imbastire il processo bis per omicidio volontario. Voglio proprio vedere se questa volta la Cassazione si inventerà qualche altra gabola in punta di diritto.