di Andrea G. Laterza

Il dott. Raffaele Di Marino durante il suo intervento in Consiglio comunale

Il dott. Raffaele Di Marino durante il suo intervento in Consiglio comunale

Ieri sera si è tenuta un’importante seduta di Consiglio comunale monotematica, dedicata alla relazione del collegio dei periti nominati dal Tribunale di Bari, svolta nell’ambito dell’incidente probatorio che deciderà il rinvio a giudizio o meno degli 11 indagati per disastro ambientale in relazione alla gestione della discarica Martucci.

La prima novità della seduta è legata al ritiro delle dimissioni del dott. Raffaele Di Marino che, il chimico, in qualità di tecnico di parte dei Comuni di Mola e Conversano nel procedimento penale, aveva rassegnato già a fine aprile dopo le polemiche seguite alle sue controverse dichiarazioni alla stampa.

 

In sostanza, il Sindaco Di Rutigliano, con una lettera, ha chiesto a Di Marino di ritornare sui suoi passi e il tecnico ha acconsentito. Si spiega così la sua presenza, in veste di relatore, al Consiglio comunale di ieri sera.

L'assessore all'ambiente Niki Bufo nel suo intervento. Accanto, l'avv. Chiusolo, il dott. Di Marino e il Sindaco

L’assessore all’ambiente Niki Bufo nel suo intervento. Accanto, l’avv. Chiusolo, il dott. Di Marino e il Sindaco

La relazione di Di Marino ha ricalcato, in sostanza, quanto già il tecnico espose a Conversano nello scorso aprile. Insomma, Di Marino ha continuato a fare dichiarazioni anche molto diverse da quanto è invece contenuto nella relazione peritale.

Di Marino ha dimostrato, ancora una volta, di non aver letto con attenzione la relazione dei periti in ogni sua parte, soprattutto nelle conclusioni: ben differenti dalle considerazioni minimizzanti che il tecnico sostiene ormai da mesi.

Come possa Di Marino non tenere conto dei numerosi passaggi della relazione peritale, che parlano chiaramente di interazione (cioè di scambio e contatto), tra percolato e falda resta davvero un mistero.

Se si trattasse delle convinzioni, omissioni e considerazioni di un privato cittadino, sia pur qualificato, non avremmo nulla da obiettare. Purtroppo, si tratta del consulente tecnico che i Comuni di Mola e Conversano hanno scelto per farsi rappresentare, assieme all’avvocato Massimo Chiusolo, nel procedimento giudiziario. In tale processo, lo ricordiamo, i due Comuni si sono costituiti parte civile per aderire alle tesi della Procura di Bari che sostiene l’esistenza del disastro ambientale in contrada Martucci.

Ma, per Di Marino, e anche per l’avv. Chiusolo, che dovrebbero sostenere questa tesi in nome delle popolazioni di Mola e Conversano, non c’è disastro ambientale ma un ben più lieve danno ambientale.

Sul perché i due consulenti (l’uno tecnico, l’altro legale) dei due Comuni si siano pronunciati, di fatto, per una derubricazione del reato restano molti interrogativi. E questo, ancor prima che l’incidente probatorio si sia svolto per intero (riprenderà con le udienze del 18-19 luglio) e che, soprattutto, il Giudice per l’udienza preliminare, dott. Antonio Diella, abbia emanato il suo verdetto in merito.

Naturalmente, con questa visione che, di fatto, indebolisce le tesi della Procura, alle quali le parti civili normalmente si conformano e che, anzi, dovrebbero rafforzare con la loro azione (altrimenti il loro ruolo non avrebbe senso in un procedimento penale), il “popolo inquinato” può dire addio alla richiesta di giustizia e verità.

Sulla sinistra, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste: Ronnie Berlen e Vittorio Farella

Sulla sinistra, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste: Ronnie Berlen e Vittorio Farella

Per fortuna, la presenza dei rappresentanti delle due associazioni ambientaliste, ammessi in veste di partecipanti alla seduta consiliare, ha fatto chiarezza e smontato le tesi minimaliste di Di Marino.

In particolare, Vittorio Farella, presidente dell’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”, ha letto fedelmente numerosi passaggi della relazione che spiegano con estrema chiarezza come il complesso delle discariche di contrada Martucci perda percolato nel sottosuolo e perché esista già un’interazione tra falda e percolato. Passaggi che, invece, Di Marino ha omesso, ancora una volta, di citare.

Molto discutibile, anche sotto il profilo deontologico, è stata peraltro la plateale irrisione che Di Marino ha usato nei confronti di Farella, quando quest’ultimo ha dato notizia di un superamento di sei volte i valori di soglia del contenuto di manganese (un metallo pesante connesso alla presenza di percolato) in uno dei pozzi monitorati dal Tavolo tecnico regionale, del quale fa parte il prof. Franco Fanizzi, rappresentante delle associazioni ambientaliste.

Dal canto suo, Ronnie Berlen, rappresentante di Legambiente, in risposta all’avv. Chiusolo, ha portato un esempio molto calzante: a Terlizzi, l’associazione ambientalista, costituitasi parte civile ha contribuito a far condannare per disastro ambientale un’azienda che sversava materiale inquinante in falda, senza che ci sia stato bisogno di dimostrare il superamento dei valori soglia di contaminazione nella falda. Insomma, tutto il contrario di quanto vorrebbero ora farci credere.

Senza storia gli interventi dei consiglieri comunali intervenuti. L’unico intervento degno di nota è stato quello di Stefano Diperna: egli ha detto molto chiaramente quello che il “popolo inquinato” ha sempre chiesto. E cioè che da Martucci deve sparire, e per sempre, ogni attività di smaltimento dei rifiuti.

Deludente e per certi versi ondivago l’intervento di Gianni Alberotanza che, questa volta, non è stato all’altezza della sua solita capacità argomentativa. Sono altresì intervenuti Antonio TricaseGiuseppe Colonna, oltre all’Assessore all’Ambiente Niki Bufo.

Ha concluso il Sindaco Giangrazio Di Rutigliano con un appello all’unità di intenti dell’intero Consiglio comunale nel portare avanti le richieste di giustizia e verità in ogni sede.

Giustizia e verità che, temiamo, con queste premesse siano ben lontane dal poter essere raggiunte.

 

 

 

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