di Andrea G. Laterza
Ieri sera si è tenuta un’importante seduta di Consiglio comunale monotematica, dedicata alla relazione del collegio dei periti nominati dal Tribunale di Bari, svolta nell’ambito dell’incidente probatorio che deciderà il rinvio a giudizio o meno degli 11 indagati per disastro ambientale in relazione alla gestione della discarica Martucci.
La prima novità della seduta è legata al ritiro delle dimissioni del dott. Raffaele Di Marino che, il chimico, in qualità di tecnico di parte dei Comuni di Mola e Conversano nel procedimento penale, aveva rassegnato già a fine aprile dopo le polemiche seguite alle sue controverse dichiarazioni alla stampa.
In sostanza, il Sindaco Di Rutigliano, con una lettera, ha chiesto a Di Marino di ritornare sui suoi passi e il tecnico ha acconsentito. Si spiega così la sua presenza, in veste di relatore, al Consiglio comunale di ieri sera.
La relazione di Di Marino ha ricalcato, in sostanza, quanto già il tecnico espose a Conversano nello scorso aprile. Insomma, Di Marino ha continuato a fare dichiarazioni anche molto diverse da quanto è invece contenuto nella relazione peritale.
Di Marino ha dimostrato, ancora una volta, di non aver letto con attenzione la relazione dei periti in ogni sua parte, soprattutto nelle conclusioni: ben differenti dalle considerazioni minimizzanti che il tecnico sostiene ormai da mesi.
Come possa Di Marino non tenere conto dei numerosi passaggi della relazione peritale, che parlano chiaramente di interazione (cioè di scambio e contatto), tra percolato e falda resta davvero un mistero.
Se si trattasse delle convinzioni, omissioni e considerazioni di un privato cittadino, sia pur qualificato, non avremmo nulla da obiettare. Purtroppo, si tratta del consulente tecnico che i Comuni di Mola e Conversano hanno scelto per farsi rappresentare, assieme all’avvocato Massimo Chiusolo, nel procedimento giudiziario. In tale processo, lo ricordiamo, i due Comuni si sono costituiti parte civile per aderire alle tesi della Procura di Bari che sostiene l’esistenza del disastro ambientale in contrada Martucci.
Ma, per Di Marino, e anche per l’avv. Chiusolo, che dovrebbero sostenere questa tesi in nome delle popolazioni di Mola e Conversano, non c’è disastro ambientale ma un ben più lieve danno ambientale.
Sul perché i due consulenti (l’uno tecnico, l’altro legale) dei due Comuni si siano pronunciati, di fatto, per una derubricazione del reato restano molti interrogativi. E questo, ancor prima che l’incidente probatorio si sia svolto per intero (riprenderà con le udienze del 18-19 luglio) e che, soprattutto, il Giudice per l’udienza preliminare, dott. Antonio Diella, abbia emanato il suo verdetto in merito.
Naturalmente, con questa visione che, di fatto, indebolisce le tesi della Procura, alle quali le parti civili normalmente si conformano e che, anzi, dovrebbero rafforzare con la loro azione (altrimenti il loro ruolo non avrebbe senso in un procedimento penale), il “popolo inquinato” può dire addio alla richiesta di giustizia e verità.
Per fortuna, la presenza dei rappresentanti delle due associazioni ambientaliste, ammessi in veste di partecipanti alla seduta consiliare, ha fatto chiarezza e smontato le tesi minimaliste di Di Marino.
In particolare, Vittorio Farella, presidente dell’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”, ha letto fedelmente numerosi passaggi della relazione che spiegano con estrema chiarezza come il complesso delle discariche di contrada Martucci perda percolato nel sottosuolo e perché esista già un’interazione tra falda e percolato. Passaggi che, invece, Di Marino ha omesso, ancora una volta, di citare.
Molto discutibile, anche sotto il profilo deontologico, è stata peraltro la plateale irrisione che Di Marino ha usato nei confronti di Farella, quando quest’ultimo ha dato notizia di un superamento di sei volte i valori di soglia del contenuto di manganese (un metallo pesante connesso alla presenza di percolato) in uno dei pozzi monitorati dal Tavolo tecnico regionale, del quale fa parte il prof. Franco Fanizzi, rappresentante delle associazioni ambientaliste.
Dal canto suo, Ronnie Berlen, rappresentante di Legambiente, in risposta all’avv. Chiusolo, ha portato un esempio molto calzante: a Terlizzi, l’associazione ambientalista, costituitasi parte civile ha contribuito a far condannare per disastro ambientale un’azienda che sversava materiale inquinante in falda, senza che ci sia stato bisogno di dimostrare il superamento dei valori soglia di contaminazione nella falda. Insomma, tutto il contrario di quanto vorrebbero ora farci credere.
Senza storia gli interventi dei consiglieri comunali intervenuti. L’unico intervento degno di nota è stato quello di Stefano Diperna: egli ha detto molto chiaramente quello che il “popolo inquinato” ha sempre chiesto. E cioè che da Martucci deve sparire, e per sempre, ogni attività di smaltimento dei rifiuti.
Deludente e per certi versi ondivago l’intervento di Gianni Alberotanza che, questa volta, non è stato all’altezza della sua solita capacità argomentativa. Sono altresì intervenuti Antonio Tricase e Giuseppe Colonna, oltre all’Assessore all’Ambiente Niki Bufo.
Ha concluso il Sindaco Giangrazio Di Rutigliano con un appello all’unità di intenti dell’intero Consiglio comunale nel portare avanti le richieste di giustizia e verità in ogni sede.
Giustizia e verità che, temiamo, con queste premesse siano ben lontane dal poter essere raggiunte.
Ma questo consiglio comunale aperto insieme alle prime risultanze del tavolo tecnico regionale, due atti pubblici istituzionali, potranno essere portati a sostegno della tesi di reato di disastro ambientale e quindi influire sull’esito dell’incidente probatorio? Grazie e buona giornata.
L’immagine del consigliere Colonna col suo bambino in braccio al’ingresso della sala consigliare mi ha commosso. Un intervento, il suo, di ringraziamento soprattutto alle tesi preventive, quelle che mirano ad evitare i disastri non a vedere che succede, se l’ammalato muore domani o domenica. Io credo che le parole dette siano state pronunciate per evitare che tutti i figli piccoli di Mola non abbiano in futuro a doversi confrontare ancora con questo problema che ci assilla da 40 anni. Di Marino si è preoccupato dei nipoti, ma,non abbastanza, perché la sua versione edulcorata, è stata integrata da ben altri interventi , appunto, molto più convincenti e attinenti alla relazione peritale. Chiudersi a riccio di fronte a tonnellate di rifiuti solidi NON urbani cosparsi nell’area vasta, di fronte alle affermazioni di un certo camorrista napoletano che ne ha denunciato l’esistenza, di fronte all’essere cittadino di Mola, come si fa a non dire: ‘le mie osservazioni dinanzi alla platea del disastro sono nullità, congetture possibili’
Sig. Giangi, innanzitutto, per poter portare delle tesi a sostegno del disastro ambientale devono esserne convinti i rappresentanti dei Comuni di Mola e Conversano in seno all’incidente probatorio. E cioè i due consulenti di parte: Di Marino (tecnico) e Chiusolo (legale).
Purtroppo, come ho già riportato, i due consulenti non ne sono convinti, sebbene la relazione peritale consenta, invece, nel suo complesso di poter agevolmente sostenere questa tesi. E, quindi, di cosa stiamo parlando?
Le faccio una domanda: se Lei si costituisse parte civile in un processo penale e i suoi consulenti le dicessero che le sue richieste sono infondate, Lei cosa farebbe?
Grazie sig. Laterza, ma tenendo presente che l’incidente probatorio stabilisce momentaneamente che l’area delle discariche di contrada Martucci è sito non contaminato in base all’ art.240 comma 1*** del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, e facendo finta, che comuni e consulenti siano convinti e affidabili, si farebbe ancora in tempo ad intervenire nell’udienza preliminare per il reato di disastro ambientale o, per esempio, le prime risultanze del tavolo tecnico regionale arrivano troppo tardi rispetto all’incidente probatorio già concluso?
Inoltre pensa, che le associazioni ambientaliste siano rimaste impantanate, rispetto al procedimento penale, da manovre sotterranee di rappresentati delle istituzioni a vari livelli che hanno interessi contrari al bene comune oppure le stesse associazioni hanno sbagliato strategia di lotta, ammesso che ne avessero una?
Grazie ancora.
***sito non contaminato: un sito nel quale la contaminazione rilevata nelle matrice ambientali risulti inferiore ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) oppure, se superiore, risulti comunque inferiore ai valori di concentrazione soglia di rischio (CSR) determinate a seguito dell’analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica.
Sig. Giangi, nell’incidente probatorio si portano elementi pro o contro la tesi di chi lo ha invocato.
Temo che le parti civili non abbiano fatto un grande lavoro a supporto della Procura…
Dobbiamo più che altro confidare nelle decisioni del giudice che sta valutando il caso.
Il fatto che le acque non siano formalmente contaminate allo stato attuale, non vuol dire che, in base alla relazione peritale, non lo saranno nel futuro perché si tratta di un inquinamento non necessariamente istantaneo.
Vedremo come il giudice valuterà la relazione dei periti.
27 ottobre 2010 Si è svolto ieri sera la riunione del Consiglio comunale monotematico sul problema della discarica in contrada Martucci.
. Ci si aspettava la presenza di molti cittadini, ma questa aspettativa è andata delusa: circa 70 persone.
Chi si aspettava novità di rilievo è rimasto deluso. Gli interventi sono stati incentrati su temi ormai ampiamente sviscerati in passato e Tutti conoscono la tormentata storia di Martucci ed in particolare le vicende innescate dal trionfalistico annuncio di chiusura di Vendola verso la fine dello scorso anno. Alla fine dei lavori, è stato approvato il “solito” ordine del giorno con cui il Sindaco s’impegna ad incontrare al più presto il Governatore pugliese.
Ieri17 giugno 2016 si è tenuta un’importante seduta di Consiglio comunale monotematica, dedicata alla relazione del collegio dei periti nominati dal Tribunale di Bari, svolta nell’ambito dell’incidente probatorio che deciderà il rinvio a giudizio o meno degli 11 indagati per disastro ambientale in relazione alla gestione della discarica Martucci.
La tragica commedia purtroppo si è ripetuta con altri personaggi ma con un copione identico
Giustizia e verità che, temiamo, con queste premesse siano ben lontane dal poter essere raggiunte. Si è così
Allora. Premesso che, qualcuno, ieri, ha detto che occorre distinguere tra tavolo tecnico e azione della magistratura; premesso che, il mero riferimento ai livelli di contaminazione della falda non esaurisce la gravità dell’intero disastro nella sua versione più estesa; premesso che, l’inquinamento di falda è una cosa; premesso che, l’inquinamento da rifiuti tossici e pericolosi, è un’altra cosa, a prescindere, anche, dall’inquinamento di falda; premesso che, i gas dalle parti perimetrali sono senza controllo e misura; premesso che, l’intero impianto (già obsoleto in fase di collaudo iniziale, per quel che riguarda la separazione dei materiali, la biostabilizzazione, la produzione di CDR e la sua contestuale inutilità di utilizzazione, …), premesso che, la manutenzione, la sostituzione e messa a norma dei dispositivi e dell’impianto nel complesso, costerebbe più dello stesso impianto; Premesso che, il Presidente della Regione Puglia M. Emiliano ha fatto notare che le multe dell’Unione Europea supererebbero i costi di chiusura e bonifica dell’impianto; premesso che, l’oggettività del disastro supera, di gran lunga, la stessa relazione peritale; è auspicabile, che, come nei pronunciamenti impliciti di alcuni consiglieri comunali, si provveda, senza indugi di sorta, sia pur essi di ordine legale, al ripristino dei luoghi e delle strade dismesse scomparse; che, i lavori siano eseguiti secondo i canoni etici dell’ingegneria (e cioè a regola d’arte!); che tutto avvenga, in corso d’opera, comprese le indagini per svolgere “bene” il lavoro di ripristino; che nessun regalo o sovvenzionamento ammutolisca chi è deputato, dopo 40 anni, a far sì che, la montagna dei rifiuti non arrivi fino al cielo, o sprofondi fino all’altra parte del globo. L’oscenità di Martucci, non condizioni il turismo, non deturpi l’immagine del nostro Comune, ( e di quelli limitrofi), non faccia dire ad altri che, i nostri prodotti agricoli, non sono i migliori!
La questione discarica Martucci è un altro capitolo del romanzo con una trama fatta di paradossi che potrebbe essere scritto sul ns. paese. Un paese che, tra le tante emergenze che lo affliggono, si impoverisce sempre più nel numero dei suoi abitanti; e questo vuol dire anzitutto che non ha economia, che non produce reddito, e per questo la gente va via. Di questa mediocre realtà la politica, pare, non si occupi.
La politica potrebbe interessarsi con più trasporto di inquinamento ambientale prodotto da una discarica che è a monte, ma i protagonisti della politica, mi pare si possa supporre, sull’argomento propendono in maniera alternativa, per una tesi quando sono all’opposizione, per un’altra quando sono in amministrazione. In realtà tutti loro dovrebbero essere costantemente “parti civili”, sentinelle di una cittadinanza particolarmente bisognosa, e invece spesso appaiono parti ondivaghe. Se le parti civili fanno autogol le partite non si vincono; troppi avversari da fronteggiare. E qui la “partita” attiene al diritto, attraverso la giustizia, per la salvaguardia della vita. Se la vita non è tutelata vi è una ragione ancora più importante di quella economica per abbandonare questo paese.
Io non ho mai visto parti civili così.