di Andrea G. Laterza

linea-bluMolto scalpore sta facendo sul “local web” lo scarso rilievo dato dalla trasmissione RAI “Linea Blu” alla nostra città, nella puntata andata in onda ieri pomeriggio, sabato 15 ottobre.

Ricordiamo che il 27 agosto scorso, la troupe televisiva di Linea Blu ha girato alcune riprese nel porto di Mola che, per l’occasione, fu sgombrato dalle auto normalmente parcheggiate sulla banchina principale.

Tuttavia, quelle riprese sono andate in onda solo parzialmente: una veduta breve del porto, ripreso dall’imboccatura e un’intervista ad alcuni pescatori molesi ripresi a bordo di un peschereccio che, in ogni caso, anche se rapidamente, hanno sollevato il tema dell’insabbiamento del bacino portuale e della necessità di procedere all’indispensabile dragaggio per esercitare le attività in sicurezza.

Molto rilievo ha invece dato la nota trasmissione televisiva a Polignano e alle sue bellezze naturali: il mare, la scogliera, ma anche alle sue attrattive turistico-culturali come il Museo d’arte contemporanea “Pino Pascali”.

porto-di-molaAltrettanta enfasi è stata data a Monopoli, con il suo centro storico affacciato sul mare e la sua storia.

Confidiamo che le riprese effettuate a Mola, a fine agosto, possano essere recuperate per una prossima puntata. Tuttavia, è opportuno interrogarsi su aspetti più generali, che vanno al di là di un quarto d’ora di notorietà in TV.

La Puglia sta vivendo in questi ultimi anni un notevole boom turistico: è tra le prime regioni italiane per flusso di visitatori ed è diventata molto attrattiva per i tour operator internazionali. Un buon mix di storia, arte, cultura, bellezze naturali, mare, enogastronomia ha lanciato la Puglia nell’empireo del turismo nazionale e internazionale.

Purtroppo, Mola, sebbene sia in una posizione geografica favorevole, quale “porta” d’ingresso del comprensorio “mare, trulli, grotte” del sud-est barese, è stata solo sfiorata dal successo (quasi ignorata) che, invece, ha giustamente arriso i vicini comuni di Polignano e di Monopoli, ormai molto ben organizzati sotto il profilo turistico.

E’ ben vero che Mola ha minori attrattive “naturalistiche” (non ha la scogliera irripetibile di Polignano, né le lunghe spiagge sabbiose di Monopoli), tuttavia è dotata di altre caratteristiche idonee a favorire un turismo di “contatto e scambio” (come fu anni addietro “tipizzata” in uno studio dedicato alla Puglia dall’Istituto Superiore degli Studi Turistici di Assisi, massima autorità nel campo).

2-castelloIn particolare, la “messa in rete”, con idonei programmi, di chiese, castello, palazzo Roberti, teatro, piazza, fronte-mare e altre evidenze artistico-culturali, insieme all’offerta enogastronomica, a sagre e feste religiose, può rendere attrattivo il nostro territorio per il turista di livello medio-alto.

Tuttavia, al momento Mola resta un’incompiuta sotto il profilo turistico: il nuovo fronte mare non ha caratteristiche di alta attrattività perché è poco “charmant” (è in sostanza privo di uno stile originale e accattivante); il Palazzo Roberti è in sfacelo; il Castello non è stato isolato (un fattore che lo avrebbe reso “unico”) sebbene il Piano Regolatore lo preveda ; le strutture ricettive di classe superiore sono inesistenti; la ristorazione, sebbene molto diffusa, non conosce punte di eccellenza; è assente un porto turistico (da noi sempre vagheggiato che, nel frattempo, è stato realizzato nella vicina Polignano); manca un museo civico; le spiagge sono impraticabili.

palazzo-roberti-2Più in generale, manca un “sistema-paese” con regole per una buona convivenza civile e che accolga degnamente gli ospiti: i parcheggi sono insufficienti, manca un piano del traffico, il decoro urbano è scarso, la pulizia lascia a desiderare, le strade sono in condizioni pietose, ecc..

Occorre interrogarsi su tutto questo, ancor prima di lamentare di essere stati “sacrificati” da una trasmissione televisiva. E ad interrogarsi, per trovare proposte e soluzioni, deve essere innanzitutto la classe dirigente del paese.

Al momento, la politica locale (senza distinzioni di schieramento) appare assolutamente inadeguata ad affrontare queste sfide e la necessaria modernizzazione della città in senso turistico e, ancor prima, “civile”.

Pertanto, una nuova classe dirigente è necessaria: non un semplice cambio di schieramenti e colori politici, ma un’autentica rivoluzione culturale e di mentalità è indispensabile.

Un buon futuro non nasce per caso, ma solo dallo studio accurato dei problemi, da soluzioni ben congegnate e all’altezza dei tempi, da una classe dirigente e imprenditoriale ben preparata, motivata e in grado di pensare globalmente e di agire localmente, con efficacia ed efficienza.

 

 

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