19 Commenti in “MOLA – ORTO BOTANICO: SOLDI SCIUPATI”
gianvito
3 Aprile 2009 alle 22:16 -
Mi chieso a cosa servono opere come queste se poi non le si curano , giustamente come dice Nicola sono soldi sprecati.
Ma non c’e’ nessuno a mola che si occupa della manutenzione del verde pubblico ?
Beppe
4 Aprile 2009 alle 00:45 -
Quando si vedono certe cose non c’è da rallegrarsi !!!
E poi c’è chi osa andare contro la “città metropolitana”
a sto punto potrei anche essere favolevolissimo, tanto, peggio di come siamo messi, non si puo’.
(nemmeno col candeggio)
L'”orto botanico” ed i “Giardini di Don Pedro”, non sono le sole opere pubbliche allo stato di completo abbandono, andate a fare un giro dalle parti dell’ex nuovo “stadio comunale” e portatevi un sacchetto (per sicurezza) potreste avere conati di vomito.
Non lontano da li, potrete ammirare la zona industriale
dove si fabbrica l’aria fritta sotto vuoto spinto…
Una domanda mi sorge spontanea: a Mola siamo tutti ciechi e sordomuti ?
Mario
4 Aprile 2009 alle 10:02 -
Gianvito chiede: ma a Mola nessuno si occupa della manutenzione del verde pubblico? Risposta: NOOOO!!!
A Mola nessuno si occupa di manutenere nè di sorvegliare NIENTE.
Le Giunte Cristino-Berlen e ora Berlen-Berlen, hanno utilizzato a piene mani grandi quantità di danaro pubblico di Urban e di altri fondi regionali e statali per rifare piazzette e altre opere pubbliche e poi le hanno lasciato semplicemente andare senza alcuna forma di sorveglianza nè di manutenzione.
Questo è uno dei principali guasti di cattiva amministrazione provocati da Berlen. Questo dimostra che Berlen non è capace ad amministrare, altro che bravo tecnico.
La sensazione che io ne ho ricavato è però quella di un disegno che sta sotto questo modo assurdo di fare. E cioè che deliberatamente si voglia fare così. Perchè in questo modo si autoperpetua il meccanismo (come altri hanno già ben detto in queste pagine) del “recupero-degrado-nuovo recupero”: così ci sarà sempre da dare da mangiare a procacciatori di finanziamenti pubblici, consulenti, progettisti, imprese, ecc. ecc..
Ecco il perchè del “progetto continua”. Solo i molesi, da emeriti “babbasoni” quali sono, potevano cascarci in uno slogan del genere e continuare a votare il pifferaio magico molese.
Carlo
4 Aprile 2009 alle 10:17 -
In effetti, il video postato da Beppe è davvero scandaloso. Giardini di Don Pedro: costato (come si evince leggendo il dossier Urban da voi pubblicato) € 443.319,27. Non è una vergogna?
E così per tante altre opere pubbliche. Io mi sto spulciando il vostro dossier Urban con calma e attenzione e ne sto traendo motivo di grande riflessione civica e politica. Perchè dietro quelle cifre c’è tutto il fallimento di una classe politica. Sarà bene che i molesi ne prendano coscienza.
Da esso ne ricaverete una sensazione di vuota piaggeria e accondiscendenza verso i nostri amministratori in relazione a Urban, nessun accenno di analisi della realtà cittadina nè dei risultati (veri o presunti) prodotti dal programma comunitario.
Non conosco chi abbia prodotto questo servizio, ma mi auguro che non continui a maltrattare la professione del reporter in questo modo.
Sul sito di Città Nostra il rapporto Urban è molto chiaro in merito allo sperpero di danaro pubblico, in questo video invece solo “osanna” al sindaco factotum e ai suoi consulenti. C’è qualcosa che non va in questo paese.
Direttore, posso avere un suo commento?
Stesso discorso di chi preferisce la certezza della Dittatura alle difficoltà della Democrazia.
L’autonomia locale e la progettualità territoriale vanno continuamente alimentate, difese, conservate ed organizzate. Mola, evidentemente, in questo momento non è in grado di farlo. Non è in grado di farlo amministrativamente e non è in grado di farlo socialmente perchè io non vedo una Comunità particolarmente “attenta”. Colpa dell’Amministrazione comunale che non “provoca” la partecipazione e l’attivsmo ma è anche colpa dell’egoismo di molti molesi troppo bravi a parlare e sempre meno avvezzi a dare il buon esempio ed il proprio contributo.
Sul caso particolare, è un discorso che si ripete. Senza una municipalizzata che si faccia carico della gestione e della valorizzazione delle aree pubbliche tutto diventa decisamente più complesso.
“E poi c’è chi osa andare contro la “città metropolitana”
a sto punto potrei anche essere favolevolissimo, tanto, peggio di come siamo messi, non si puo’.
(nemmeno col candeggio)”
Beppe
5 Aprile 2009 alle 11:21 -
Si’, questa frase l’ho scritta io, con rabbia e convinzione!!!
Cosa vogliamo difendere ancora l’ “Autonoma arretratezza” ???
Mola non ha risolto i suoi problemi con il solo ausilio di “vestito e scarpe nuove”… (il “paggetto” continua).
Mola ha bisogno di una scossa di parecchie migliaia di volts, che forse non basterebbero nemmeno a risvegliarla dal suo torpore.
C’è bisogno d’altro, di nuovo sangue, di aggregazione extramurale!!!
I tempi sono cambiati, l’Europa ha eliminato le frontiere per la libera circolazione dei cittadini, si è dotata di una moneta unica per annullare le speculazioni tra di essi…
e noi .?.?.?
Noi, pensiamo ancora di poter mantenere le distanze.
Noi possiamo farcela da soli e non abbiamo bisogno di gente con la stessa ed intrinseca cultura. (?)
Se continuiamo di questo passo (…)
Ne ma frisc d polp !!!
La prospettiva di un possibile passaggio alla
“Città Metropolitana di Bari”, potrebbe essere secondo me la migliore soluzione, ma abbiamo tempo per indietreggiare ulteriormente….
gioele
6 Aprile 2009 alle 13:19 -
“… di chi preferisce la certezza della Dittatura alle difficoltà della Democrazia”
per esempio un comunista, augurarsi l’avvento del comunismo risponde esattamente a quanto espresso
Gioele, se vuoi discutiamo del Comunismo. Ma andremmo off-topic. In ogni caso ti sei definito liberale, quindi saprai bene che i liberali solitamente sostengono e stanno benissimo in ogni Dittatura (nessuna esclusa), basta che ci sia qualcuno a difendere i loro interessi.
gioele
7 Aprile 2009 alle 07:01 -
c’è poco da discutere, anzi forse c’è solo da parlarne senza mai mai passare dalle parole ai fatti dato ciò che accade in ogni posto, luogo, paese, stato, nazione, oggi come ieri, in cui c’è il comunismo.
Remus
7 Aprile 2009 alle 11:15 -
Scusate, ma mi pare che manchi una grossa parte della discussione: vero è che, realizzata un’opera, è impensabile disinteressarsi della sua manutenzione, ma tranne Francesco nessuno di voi ha detto una parola sull’inciviltà di chi ha lasciato lì i propri rifiuti, di chi ha fatto i propri comodi nella “torre”, e di chi ha distrutto gli arredi.
L’amministrazione comunale ha naturalmente l’obbligo di mantenere l’igiene e il decoro dell’orto botanico, per di più se quei due requisiti lo rendono fruibile da parte di tutti. Però le cartacce, le lattine e le bottiglie non sono arrivate lì da sole, così come quel materasso, e così come le altalene non si sono sciolte al sole.
Sarebbe bene che la coscienza che, giustamente secondo Carlo dovrebbero avere i molesi, non si limiti solo al controllo dei propri governanti, ma al controllo di se stessi.
Sembra certo il fatto che quando di realizza un’opera per una comunità senza prendersi il disturbo di capire le sue esigenze, l’opera sarà abbandonata a se stessa e male utilizzata.
Sarà mica questo che è successo all’orto botantico della comunità del Cozzetto?
Beppe
7 Aprile 2009 alle 16:16 -
Citazione da “Remus”
Sembra certo il fatto che quando di realizza un’opera per una comunità senza prendersi il disturbo di capire le sue esigenze, l’opera sarà abbandonata a se stessa e male utilizzata.
Sarà mica questo che è successo all’orto botantico della comunità del Cozzetto?
fine citazione.
Hai ragione, solo che il tuo discorso (utilizzando lo stesso metro) non puo’ essere buono e applicabile per ogni opera mal manutenuta.
Infatti, se ci soffermiamo alla zona “P.I.P.” , visto il modo come è stato vandalizzato, lascerebbe sottointendere che la colpa dei cittadini sarebbe la mancanza di esigenza, o di cultura del lavoro.
Secondo me, completamente fuori luogo.
Beppe
7 Aprile 2009 alle 16:19 -
Dimenticavo:
al Cozzetto abitano molesi non una “comunità” ad esso relativo,,, ok ?
Remus
7 Aprile 2009 alle 17:26 -
Data la sua posizione, l’orto botanico è utilizzabile con tutta probabilità in misura maggiore dagli abitanti del Cozzetto che non dal resto dei molesi. Se osservato dall’alto poi, il Cozzetto sembra poco legato al resto della città, e questo influisce sulle caratteristiche del quartiere rispetto al resto del paese. Queste motivazioni mi hanno consentito di legare al Cozzetto una comunità che ha a disposizione l’orto botanico, non una comunità slegata dal resto della popolazione.
Quanto al tuo rilievo, è vero: la mia osservazione non si può applicare a qualsiasi opera pubblica realizzata da un ente. Però secondo me è necessario che ci sia sempre confronto tra chi abita la zona interessata dall’opera e chi la progetta e la realizza. (Così come c’è bisogno di confronto e di intesa tra l’ente che promuove l’imprenditoria e gli imprenditori, e così via per ogni altra cosa.)
Per cui penso che un parco o una zona verde può anche essere bellissima ed innovativa, ma l’idea che c’è dietro deve sempre tenere conto dei bisogni di chi la userà. E la prevedibilità degli atti vandalici non deve farne sminuire la gravità fino a tacere dell’inciviltà di alcuni molesi.
Beppe
7 Aprile 2009 alle 20:35 -
“Remus ha detto”
“Queste motivazioni mi hanno consentito di legare al Cozzetto una comunità che ha a disposizione l’orto botanico, non una comunità slegata dal resto della popolazione”.
Uè “Remus”, lasciamo stare….
unochegligirano
8 Aprile 2009 alle 09:49 -
E’ vero le cose non ce le sappiamo tenere.
Nicola Pinto
10 Aprile 2009 alle 12:05 -
Peccato, un vero peccato, vedere questo disastro, constatare che in particolare è causato da incosciente (?) vandalismo. Quando appena realizzato ho portato i miei figli ancora piccoli a giocarci ed io a giocare con loro, ho ancora ricordo della gioia vissuta in quelle ore in quel posto. Non riesco a concepire cosa muove le persone a distruggere quanto di bello e positivo si costruisce come bene comune, sicuramente i colpevoli di tale scempio sono incoscienti ed insensibili e questo mi lascia supporre che possa trattarsi di opera compiuta da individui in giovanissima età lasciati senza controllo, ma sicuramente non solo giovanissimi, che quindi in questo caso dovrebbero avere sufficienti capacità di autogestione nel comportarsi civilmente. Ritengo che oltre ad operare maggiore educazione al sociale ed alla civiltà con interventi di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado presenti nel Comune si debbano preventivare nelle spese generali di attuazione e realizzazione di progetti di opere appartenenti al bene collettivo anche le spese di gestione della manutenzione e vigilanza. Certo qualcuno mi dirà ma quanto costerebbe tutto questo? E qui ritengo che una attenta analisi dei beni comuni ed innanzitutto una appropriata pianificazione delle risorse umane delle istituzioni finalizzando alle necessità specifiche parte di esse possa essere utile ed efficace. Ma non solo anche l’incentivare il costituirsi di cooperative che si adoperino in tal senso, dando anche lavoro a giovani disoccupati. Tali stati di fatto devono farci riflettere senza speculazioni strumentali politiche ma con spirito di coesione per concreti e reali intenti di impegno per il bene comune.
Mi chieso a cosa servono opere come queste se poi non le si curano , giustamente come dice Nicola sono soldi sprecati.
Ma non c’e’ nessuno a mola che si occupa della manutenzione del verde pubblico ?
Quando si vedono certe cose non c’è da rallegrarsi !!!
E poi c’è chi osa andare contro la “città metropolitana”
a sto punto potrei anche essere favolevolissimo, tanto, peggio di come siamo messi, non si puo’.
(nemmeno col candeggio)
Scandaloso, guardate il filmato : http://www.youtube.com/watch?v=21sDbp3vnYQ
L'”orto botanico” ed i “Giardini di Don Pedro”, non sono le sole opere pubbliche allo stato di completo abbandono, andate a fare un giro dalle parti dell’ex nuovo “stadio comunale” e portatevi un sacchetto (per sicurezza) potreste avere conati di vomito.
Non lontano da li, potrete ammirare la zona industriale
dove si fabbrica l’aria fritta sotto vuoto spinto…
Una domanda mi sorge spontanea: a Mola siamo tutti ciechi e sordomuti ?
Gianvito chiede: ma a Mola nessuno si occupa della manutenzione del verde pubblico? Risposta: NOOOO!!!
A Mola nessuno si occupa di manutenere nè di sorvegliare NIENTE.
Le Giunte Cristino-Berlen e ora Berlen-Berlen, hanno utilizzato a piene mani grandi quantità di danaro pubblico di Urban e di altri fondi regionali e statali per rifare piazzette e altre opere pubbliche e poi le hanno lasciato semplicemente andare senza alcuna forma di sorveglianza nè di manutenzione.
Questo è uno dei principali guasti di cattiva amministrazione provocati da Berlen. Questo dimostra che Berlen non è capace ad amministrare, altro che bravo tecnico.
La sensazione che io ne ho ricavato è però quella di un disegno che sta sotto questo modo assurdo di fare. E cioè che deliberatamente si voglia fare così. Perchè in questo modo si autoperpetua il meccanismo (come altri hanno già ben detto in queste pagine) del “recupero-degrado-nuovo recupero”: così ci sarà sempre da dare da mangiare a procacciatori di finanziamenti pubblici, consulenti, progettisti, imprese, ecc. ecc..
Ecco il perchè del “progetto continua”. Solo i molesi, da emeriti “babbasoni” quali sono, potevano cascarci in uno slogan del genere e continuare a votare il pifferaio magico molese.
In effetti, il video postato da Beppe è davvero scandaloso. Giardini di Don Pedro: costato (come si evince leggendo il dossier Urban da voi pubblicato) € 443.319,27. Non è una vergogna?
E così per tante altre opere pubbliche. Io mi sto spulciando il vostro dossier Urban con calma e attenzione e ne sto traendo motivo di grande riflessione civica e politica. Perchè dietro quelle cifre c’è tutto il fallimento di una classe politica. Sarà bene che i molesi ne prendano coscienza.
leggendo Fucks della prossima settimana si apprenderà che ci sono qualche (decina di) migliaia di euro per la sistemazione dell’orto botanico
A proposito di soldi pubblici, mi permetto di postare il seguente link trovato navigando nei siti internet molesi:
http://www.youtube.com/watch?v=92rKUt287r4
Da esso ne ricaverete una sensazione di vuota piaggeria e accondiscendenza verso i nostri amministratori in relazione a Urban, nessun accenno di analisi della realtà cittadina nè dei risultati (veri o presunti) prodotti dal programma comunitario.
Non conosco chi abbia prodotto questo servizio, ma mi auguro che non continui a maltrattare la professione del reporter in questo modo.
Sul sito di Città Nostra il rapporto Urban è molto chiaro in merito allo sperpero di danaro pubblico, in questo video invece solo “osanna” al sindaco factotum e ai suoi consulenti. C’è qualcosa che non va in questo paese.
Direttore, posso avere un suo commento?
<>
Stesso discorso di chi preferisce la certezza della Dittatura alle difficoltà della Democrazia.
L’autonomia locale e la progettualità territoriale vanno continuamente alimentate, difese, conservate ed organizzate. Mola, evidentemente, in questo momento non è in grado di farlo. Non è in grado di farlo amministrativamente e non è in grado di farlo socialmente perchè io non vedo una Comunità particolarmente “attenta”. Colpa dell’Amministrazione comunale che non “provoca” la partecipazione e l’attivsmo ma è anche colpa dell’egoismo di molti molesi troppo bravi a parlare e sempre meno avvezzi a dare il buon esempio ed il proprio contributo.
Sul caso particolare, è un discorso che si ripete. Senza una municipalizzata che si faccia carico della gestione e della valorizzazione delle aree pubbliche tutto diventa decisamente più complesso.
…scusate, tra apici c’era questo:
“E poi c’è chi osa andare contro la “città metropolitana”
a sto punto potrei anche essere favolevolissimo, tanto, peggio di come siamo messi, non si puo’.
(nemmeno col candeggio)”
Si’, questa frase l’ho scritta io, con rabbia e convinzione!!!
Cosa vogliamo difendere ancora l’ “Autonoma arretratezza” ???
Mola non ha risolto i suoi problemi con il solo ausilio di “vestito e scarpe nuove”… (il “paggetto” continua).
Mola ha bisogno di una scossa di parecchie migliaia di volts, che forse non basterebbero nemmeno a risvegliarla dal suo torpore.
C’è bisogno d’altro, di nuovo sangue, di aggregazione extramurale!!!
I tempi sono cambiati, l’Europa ha eliminato le frontiere per la libera circolazione dei cittadini, si è dotata di una moneta unica per annullare le speculazioni tra di essi…
e noi .?.?.?
Noi, pensiamo ancora di poter mantenere le distanze.
Noi possiamo farcela da soli e non abbiamo bisogno di gente con la stessa ed intrinseca cultura. (?)
Se continuiamo di questo passo (…)
Ne ma frisc d polp !!!
La prospettiva di un possibile passaggio alla
“Città Metropolitana di Bari”, potrebbe essere secondo me la migliore soluzione, ma abbiamo tempo per indietreggiare ulteriormente….
“… di chi preferisce la certezza della Dittatura alle difficoltà della Democrazia”
per esempio un comunista, augurarsi l’avvento del comunismo risponde esattamente a quanto espresso
Gioele, se vuoi discutiamo del Comunismo. Ma andremmo off-topic. In ogni caso ti sei definito liberale, quindi saprai bene che i liberali solitamente sostengono e stanno benissimo in ogni Dittatura (nessuna esclusa), basta che ci sia qualcuno a difendere i loro interessi.
c’è poco da discutere, anzi forse c’è solo da parlarne senza mai mai passare dalle parole ai fatti dato ciò che accade in ogni posto, luogo, paese, stato, nazione, oggi come ieri, in cui c’è il comunismo.
Scusate, ma mi pare che manchi una grossa parte della discussione: vero è che, realizzata un’opera, è impensabile disinteressarsi della sua manutenzione, ma tranne Francesco nessuno di voi ha detto una parola sull’inciviltà di chi ha lasciato lì i propri rifiuti, di chi ha fatto i propri comodi nella “torre”, e di chi ha distrutto gli arredi.
L’amministrazione comunale ha naturalmente l’obbligo di mantenere l’igiene e il decoro dell’orto botanico, per di più se quei due requisiti lo rendono fruibile da parte di tutti. Però le cartacce, le lattine e le bottiglie non sono arrivate lì da sole, così come quel materasso, e così come le altalene non si sono sciolte al sole.
Sarebbe bene che la coscienza che, giustamente secondo Carlo dovrebbero avere i molesi, non si limiti solo al controllo dei propri governanti, ma al controllo di se stessi.
Sembra certo il fatto che quando di realizza un’opera per una comunità senza prendersi il disturbo di capire le sue esigenze, l’opera sarà abbandonata a se stessa e male utilizzata.
Sarà mica questo che è successo all’orto botantico della comunità del Cozzetto?
Citazione da “Remus”
Sembra certo il fatto che quando di realizza un’opera per una comunità senza prendersi il disturbo di capire le sue esigenze, l’opera sarà abbandonata a se stessa e male utilizzata.
Sarà mica questo che è successo all’orto botantico della comunità del Cozzetto?
fine citazione.
Hai ragione, solo che il tuo discorso (utilizzando lo stesso metro) non puo’ essere buono e applicabile per ogni opera mal manutenuta.
Infatti, se ci soffermiamo alla zona “P.I.P.” , visto il modo come è stato vandalizzato, lascerebbe sottointendere che la colpa dei cittadini sarebbe la mancanza di esigenza, o di cultura del lavoro.
Secondo me, completamente fuori luogo.
Dimenticavo:
al Cozzetto abitano molesi non una “comunità” ad esso relativo,,, ok ?
Data la sua posizione, l’orto botanico è utilizzabile con tutta probabilità in misura maggiore dagli abitanti del Cozzetto che non dal resto dei molesi. Se osservato dall’alto poi, il Cozzetto sembra poco legato al resto della città, e questo influisce sulle caratteristiche del quartiere rispetto al resto del paese. Queste motivazioni mi hanno consentito di legare al Cozzetto una comunità che ha a disposizione l’orto botanico, non una comunità slegata dal resto della popolazione.
Quanto al tuo rilievo, è vero: la mia osservazione non si può applicare a qualsiasi opera pubblica realizzata da un ente. Però secondo me è necessario che ci sia sempre confronto tra chi abita la zona interessata dall’opera e chi la progetta e la realizza. (Così come c’è bisogno di confronto e di intesa tra l’ente che promuove l’imprenditoria e gli imprenditori, e così via per ogni altra cosa.)
Per cui penso che un parco o una zona verde può anche essere bellissima ed innovativa, ma l’idea che c’è dietro deve sempre tenere conto dei bisogni di chi la userà. E la prevedibilità degli atti vandalici non deve farne sminuire la gravità fino a tacere dell’inciviltà di alcuni molesi.
“Remus ha detto”
“Queste motivazioni mi hanno consentito di legare al Cozzetto una comunità che ha a disposizione l’orto botanico, non una comunità slegata dal resto della popolazione”.
Uè “Remus”, lasciamo stare….
E’ vero le cose non ce le sappiamo tenere.
Peccato, un vero peccato, vedere questo disastro, constatare che in particolare è causato da incosciente (?) vandalismo. Quando appena realizzato ho portato i miei figli ancora piccoli a giocarci ed io a giocare con loro, ho ancora ricordo della gioia vissuta in quelle ore in quel posto. Non riesco a concepire cosa muove le persone a distruggere quanto di bello e positivo si costruisce come bene comune, sicuramente i colpevoli di tale scempio sono incoscienti ed insensibili e questo mi lascia supporre che possa trattarsi di opera compiuta da individui in giovanissima età lasciati senza controllo, ma sicuramente non solo giovanissimi, che quindi in questo caso dovrebbero avere sufficienti capacità di autogestione nel comportarsi civilmente. Ritengo che oltre ad operare maggiore educazione al sociale ed alla civiltà con interventi di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado presenti nel Comune si debbano preventivare nelle spese generali di attuazione e realizzazione di progetti di opere appartenenti al bene collettivo anche le spese di gestione della manutenzione e vigilanza. Certo qualcuno mi dirà ma quanto costerebbe tutto questo? E qui ritengo che una attenta analisi dei beni comuni ed innanzitutto una appropriata pianificazione delle risorse umane delle istituzioni finalizzando alle necessità specifiche parte di esse possa essere utile ed efficace. Ma non solo anche l’incentivare il costituirsi di cooperative che si adoperino in tal senso, dando anche lavoro a giovani disoccupati. Tali stati di fatto devono farci riflettere senza speculazioni strumentali politiche ma con spirito di coesione per concreti e reali intenti di impegno per il bene comune.