6 Commenti in “PUBBLICITA’ ELETTORALE SU CITTA’ NOSTRA”
Nicola Pinto
23 Aprile 2009 alle 22:50 -
Certo che dopo …, questi “poveri politici” devono pur recuperare i soldi investiti nelle campagne elettorali?
Sicuramente stampare il giornale e mantenere il sito costa, non ci sono dubbi, ma date “una bella lezione” Voi ai politici, offritegli lo spazio gratis, ma a tutti, magari non la pagina intera. Sia chiaro che non vuole essere quanto scrivo motivo provocatorio di inutili polemiche ma spunto per una riflessione.
Ritengo che anche attraverso queste azioni si può trasformare il modo di concepire il “mettersi in politica”. Bisogna rompere in tutti i modi il legame affari e politica, se vogliamo politici onesti. Quindi ogni azione anche minima che tende a negare il “connubio malefico” è cosa utile e buona.
Nicola Pinto
23 Aprile 2009 alle 23:17 -
Per una società migliore servono tante piccole buone azioni.
Il mio invito nel commento precedente a “Città Nostra” so bene che non richiede una “semplice e piccola buona azione” ma il dover rinunciare a qualcosa di utile in particolare per i tempi di crisi che attraversiamo, in compenso sicuramente dimostrerebbe grande volontà da parte Vostra per una società con politici “votati” al bene collettivo.
I candidati ed i partiti “investono” nella campagna elettorale tanti quattrini in pubblicità, senza la quale nessuno o solo gli addetti ai lavori saprebbero della loro presenza nelle schede elettorali. Gli eletti rientrano ampiamente dei soldi investiti grazie a sontuosi stipendi garantiti per 5 anni (in Europa non c’è il pericolo di interruzione della legislatura!). A che scopo, dunque, Città Nostra, piccola realtà giornalistica che vive grazie proprio alla pubblicità, dovrebbe dare la bella lezione e rinunciare a preziosi introiti che comunque verrebbero incamerati da altri? Il connubio malefico, secondo me, sta altrove ed investe il rapporto tra politici e lobby di ogni genere, comprese quelle mafiose. Questi rapporti vanno combattuti e denunciati.
Nicola Pinto
25 Aprile 2009 alle 12:19 -
Fare solo informazione e quindi assolvere alla funzione che si è scelto di svolgere, in questo modo si informerebbero i cittadini su chi sono i candidati e magari dei loro programmi politici. Evitare quindi di aggregarsi al carrozzone del sistema del mercato pubblicitario che in qualche modo finisce per essere parte integrante del connubio affari-politica. Ritengo sia una questione di coerenza con quanto vogliamo e sosteniamo. A meno che non riteniamo di dover trarre comunque degli utili dalla politica, quindi allora non critichiamo chi questo lo fa anche in altri ambiti e con altri ruoli.
Nicola Pinto
25 Aprile 2009 alle 12:28 -
E non credo che Città Nostra stia alla speranza delle campagne elettorali per sopravvivere, anche se certo queste porterebbero soldini nelle casse e allevierebbero la situazione critica dovuta alla mancanza di sponsor commerciali, ma questa ritengo appunto sia questione di altra natura.
Caro Nicola,
Per fatti oggettivi non posso condividere la tua posizione. Se vendessimo 5000 copie potremmo fare a meno di tutta la pubblicità. Ogni numero, che vendiamo a 1,60, ci costa 1,40+IVA. Se stampassimo 5000 copie, invece di 2000, lo pagheremmo 0,80. E’ evidente che la pubblicità è vitale. Ma indipendemente dall’arrivo degli inserti elettorali, da sempre abbiamo pubblicato prima delle elezioni liste e programmi dei partiti: Questa è informazione, la pubblicità è ben altra cosa.
Certo che dopo …, questi “poveri politici” devono pur recuperare i soldi investiti nelle campagne elettorali?
Sicuramente stampare il giornale e mantenere il sito costa, non ci sono dubbi, ma date “una bella lezione” Voi ai politici, offritegli lo spazio gratis, ma a tutti, magari non la pagina intera. Sia chiaro che non vuole essere quanto scrivo motivo provocatorio di inutili polemiche ma spunto per una riflessione.
Ritengo che anche attraverso queste azioni si può trasformare il modo di concepire il “mettersi in politica”. Bisogna rompere in tutti i modi il legame affari e politica, se vogliamo politici onesti. Quindi ogni azione anche minima che tende a negare il “connubio malefico” è cosa utile e buona.
Per una società migliore servono tante piccole buone azioni.
Il mio invito nel commento precedente a “Città Nostra” so bene che non richiede una “semplice e piccola buona azione” ma il dover rinunciare a qualcosa di utile in particolare per i tempi di crisi che attraversiamo, in compenso sicuramente dimostrerebbe grande volontà da parte Vostra per una società con politici “votati” al bene collettivo.
I candidati ed i partiti “investono” nella campagna elettorale tanti quattrini in pubblicità, senza la quale nessuno o solo gli addetti ai lavori saprebbero della loro presenza nelle schede elettorali. Gli eletti rientrano ampiamente dei soldi investiti grazie a sontuosi stipendi garantiti per 5 anni (in Europa non c’è il pericolo di interruzione della legislatura!). A che scopo, dunque, Città Nostra, piccola realtà giornalistica che vive grazie proprio alla pubblicità, dovrebbe dare la bella lezione e rinunciare a preziosi introiti che comunque verrebbero incamerati da altri? Il connubio malefico, secondo me, sta altrove ed investe il rapporto tra politici e lobby di ogni genere, comprese quelle mafiose. Questi rapporti vanno combattuti e denunciati.
Fare solo informazione e quindi assolvere alla funzione che si è scelto di svolgere, in questo modo si informerebbero i cittadini su chi sono i candidati e magari dei loro programmi politici. Evitare quindi di aggregarsi al carrozzone del sistema del mercato pubblicitario che in qualche modo finisce per essere parte integrante del connubio affari-politica. Ritengo sia una questione di coerenza con quanto vogliamo e sosteniamo. A meno che non riteniamo di dover trarre comunque degli utili dalla politica, quindi allora non critichiamo chi questo lo fa anche in altri ambiti e con altri ruoli.
E non credo che Città Nostra stia alla speranza delle campagne elettorali per sopravvivere, anche se certo queste porterebbero soldini nelle casse e allevierebbero la situazione critica dovuta alla mancanza di sponsor commerciali, ma questa ritengo appunto sia questione di altra natura.
Caro Nicola,
Per fatti oggettivi non posso condividere la tua posizione. Se vendessimo 5000 copie potremmo fare a meno di tutta la pubblicità. Ogni numero, che vendiamo a 1,60, ci costa 1,40+IVA. Se stampassimo 5000 copie, invece di 2000, lo pagheremmo 0,80. E’ evidente che la pubblicità è vitale. Ma indipendemente dall’arrivo degli inserti elettorali, da sempre abbiamo pubblicato prima delle elezioni liste e programmi dei partiti: Questa è informazione, la pubblicità è ben altra cosa.