Sig. Miccolis, i suoi articoli sono sempre di un interesse unico. Grazie a lei, riusciamo a conoscere ciò che si cela dietro i nostri monumenti e per questo, riusciamo ad apprezzarli maggiormente. 🙂
Sarebbe bello poter conoscere i particolari dei lavori di restauro che la parrocchia vorrebbe attuare a breve. Mi hanno parlato della possibilità che possano essere riportati alla luce, gli stucchi presenti sotto quell’orrendo grigio che fu apposto su tutto l’interno della Chiesa poichè i lavori di recupero erano troppo esosi.
Sempre sotto questa logica, persino la bellissima statua della Madonna del Rosario (con abiti in pizzo pregiato e capelli veri) fu sostituita dall’attuale in cartapesta.
maria rosaria
30 Gennaio 2010 alle 02:51 -
E che fine ha fatto il vero vestito della Madonna del Rosario? Perche’ lo hanno sostituito?
Giovanni Miccolis
30 Gennaio 2010 alle 08:01 -
Vi sono ancora molte cosa da scoprire in merito alla Chiesa di San Domenico (parrocchia del SS. Rosario).
L’amico Bellantuono mi ha segnalato un bel “cartiglio” presente nella chiesa, nel quale è riprodotto uno stemma complesso che non corrisponde esattamente a quelli delle famiglie note di Mola.
Sono da scoprire, comunque, tutti gli aspetti dell’attività svolta in tre secoli dall’Arciconfraternita del SS. Rosario, alla quale dovrebbe essere ricondotta la gestione dei beni artistici della chiesa.
Non è escluso che, in un futuro prossimo, riesca a dedicarmi alle necessarie ricerche per scoprire altri affascinanti aspetti di quel bellissimo complesso.
Maria Rosaria, purtroppo a Mola negl’anni ’70-’80 ci sono stati degli scempi enormi. Dall’abbattimento di bellissimi palazzi nobiliari del Settecento per costruirci appartamenti di dubbio gusto in nome di una pseudo-modernità sino a vicende come quella della Madonna del Rosario. Non si sa nemmeno che fine abbia fatto la vecchia statua, nè tantomeno si conosce molto circa la statua di San Vincenzo Ferreri che veniva portata in processione dalla stessa parrocchia ogni 5 aprile (ed era considerato il santo dei contadini poichè veniva invocato contro le siccità).
Parlando con Martino Vitulli mi fu detta una sacrosanta verità: A Mola in quegl’anni, grazie ai marittimi, arrivarono un sacco di soldi e nell’ignoranza diffusa, con quei soldi hanno fatto un sacco di danni. Diciamo che a Mola la ricchezza è arrivata troppo presto e non è stata sfruttata degnamente (vedi i palazzoni che si trovano nei pressi della piazza (dal palazzo presente sul Banco di Napoli costruito su di uno dei palazzi più grandi e più belli del Settecento, appartenente se non sbaglio alla famiglia Susca…ma non voglio errare. Sui libri di Berlingerio sono elencati tutti i palazzi abbattuti. Al loro posto, una scena desolante). Di quel palazzo hanno conservato i giardini che purtroppo fungono da parcheggi per i residenti di quei palazzi. Stessa cosa nel centro storico (sopra la Vedetta, e sopra l’azione cattolica, c’erano altri bellssimi palazzi nobiliari…).
Ad ogni modo Sig. Miccolis, spero che i lavori di restauro portino alla luce gli stucchi presenti sotto quella colata di grigio orrenda. La parrocchia potrebbe diventare un gioiellino culturale che potrebbe dare al nostro paese maggiore ricchezza turistica. 🙂
Il Vecchio Plinio
30 Gennaio 2010 alle 21:08 -
Non sono certo, caro dott. Miccolis, che il 1980 sia la data esatta dell’affresco dedicato alla Madonna del Rosario. Io ricordo che gli stessi iniziarono verso la fine degli anni ’60 e proseguirono per alcuni anni. Ricordo che la fine dei lavori avvenne che ero scapolo a che nell’80 avevo gia’ tre figli. Ed ora una primizia sulla cui veridicita’ lascio all’ottimo Miccolis di accertare: al tempo dei lavori (io appartenevo alla gloriosa A. C. “S. Pancrazio”) si vociferava che l’Autore – in omaggio a don Bruno, che l’aveva fortemente voluto ed ai coniugi Gentile che in massima parte l’avevano finanziata – ritrasse il primo sull’estrema sinistra, nell’atto di pregare a mani giunte e col capo chino e con indosso una cotta, ed i coniugi Gentile sull’estremita’ opposta, sulla destra. I c.gi Gentile erano dei proprietari terrieri senza figli e molto amicidi Don Bruno. Abitavano in via Manzoni e mi dicono che il sig. Gentile sia ancora vivo. Sarebbe una curiosita’ da verificare, vero dott. Miccolis?
Giovanni Miccolis
31 Gennaio 2010 alle 10:29 -
La biografia del prolifico pittore barese Umberto Colonna fa risalire al 1980 l’affresco della Chiesa di San Domenico (Parrocchia del SS. Rosario), forse come data di ultimazione dei lavori o di consegna dell’opera.
Se l’anonimo interlocutore precedente ha elementi validi per una rettifica può fornire il suo contributo, anche con accertamenti diretti, senza delegarli ad altri.
Per quello che mi riguarda, forse in un futuro, cercherò di avere un quadro più completo della storia della chiesa in esame e del suo convento, per la mia curiosità e per il piacere di mettere a disposizione di altri concittadini il risultato.
E’ opportuno precisare, tuttavia, che la ricerca del nostro passato non è esclusiva di alcuno. Tutti possono fornire il loro contributo.
Gerry
31 Gennaio 2010 alle 11:12 -
Giusto sig. Miccolis. E il sito può contribuire a questa riscoperta collettiva della nostra storia. Io sono troppo giovane per farlo, ma essendo molto interessato a sapere e conoscere, invito chiunque sia in possesso di notizie e documenti, non ancora trattati dagli storici molesi, ad informare Città Nostra o direttamente il sig. Miccolis, che da decenni tratta questa materia prima su La Sveglia ed ora su Città Nostra.
Ognuno può dare un proprio contributo per scoprire chi siamo e dac dove veniamo.
L’affresco reca l’iscrizione “UMBERTO COLONNA PINXIT 1980”, come si può leggere in basso a destra, in corrispondenza della macchia gialla che sta ai piedi del papa con l’aureola (Leone Magno?).
Confermo invece che siano rappresentati i committenti, secondo un’antica consuetudine della pittura sacra: sono le due figure in abiti civili dipinte in posizione frontale all’estremità destra, presso le cornici marcapiano, a destra rispetto al soldato con la corazza. Quello inginocchiato ai loro piedi dovrebbe essere invece proprio l’autore.
E se queste interpretazioni sono indubbie, non escludo che che possa essere stato raffigurato anche don Bruno, in qualità di parroco pro tempore: potrebbe trattarsi della figura con i paramenti sacri posta simmetricamente all’estremità sinistra, alle spalle dell’altro papa con l’aureola (Pio X, suppongo). L’ipotesi è avvalorata dal fatto che tiene in mano una sottile croce astile, simbolo di guida della comunità.
Circa l’auspicio di Posturanismo, anche a me era giunta voce che le pareti del presbiterio fossero affrescate. Peraltro, alcuni lavori all’impianto elettrico condotti intorno al 1995 hanno comportato l’esecuzione di una ampia traccia a circa 2 metri di altezza che potrebbe aver irrimediabilmente danneggiato gli stucchi residui.
Sig. Miccolis, i suoi articoli sono sempre di un interesse unico. Grazie a lei, riusciamo a conoscere ciò che si cela dietro i nostri monumenti e per questo, riusciamo ad apprezzarli maggiormente. 🙂
Sarebbe bello poter conoscere i particolari dei lavori di restauro che la parrocchia vorrebbe attuare a breve. Mi hanno parlato della possibilità che possano essere riportati alla luce, gli stucchi presenti sotto quell’orrendo grigio che fu apposto su tutto l’interno della Chiesa poichè i lavori di recupero erano troppo esosi.
Sempre sotto questa logica, persino la bellissima statua della Madonna del Rosario (con abiti in pizzo pregiato e capelli veri) fu sostituita dall’attuale in cartapesta.
E che fine ha fatto il vero vestito della Madonna del Rosario? Perche’ lo hanno sostituito?
Vi sono ancora molte cosa da scoprire in merito alla Chiesa di San Domenico (parrocchia del SS. Rosario).
L’amico Bellantuono mi ha segnalato un bel “cartiglio” presente nella chiesa, nel quale è riprodotto uno stemma complesso che non corrisponde esattamente a quelli delle famiglie note di Mola.
Sono da scoprire, comunque, tutti gli aspetti dell’attività svolta in tre secoli dall’Arciconfraternita del SS. Rosario, alla quale dovrebbe essere ricondotta la gestione dei beni artistici della chiesa.
Non è escluso che, in un futuro prossimo, riesca a dedicarmi alle necessarie ricerche per scoprire altri affascinanti aspetti di quel bellissimo complesso.
Maria Rosaria, purtroppo a Mola negl’anni ’70-’80 ci sono stati degli scempi enormi. Dall’abbattimento di bellissimi palazzi nobiliari del Settecento per costruirci appartamenti di dubbio gusto in nome di una pseudo-modernità sino a vicende come quella della Madonna del Rosario. Non si sa nemmeno che fine abbia fatto la vecchia statua, nè tantomeno si conosce molto circa la statua di San Vincenzo Ferreri che veniva portata in processione dalla stessa parrocchia ogni 5 aprile (ed era considerato il santo dei contadini poichè veniva invocato contro le siccità).
Parlando con Martino Vitulli mi fu detta una sacrosanta verità: A Mola in quegl’anni, grazie ai marittimi, arrivarono un sacco di soldi e nell’ignoranza diffusa, con quei soldi hanno fatto un sacco di danni. Diciamo che a Mola la ricchezza è arrivata troppo presto e non è stata sfruttata degnamente (vedi i palazzoni che si trovano nei pressi della piazza (dal palazzo presente sul Banco di Napoli costruito su di uno dei palazzi più grandi e più belli del Settecento, appartenente se non sbaglio alla famiglia Susca…ma non voglio errare. Sui libri di Berlingerio sono elencati tutti i palazzi abbattuti. Al loro posto, una scena desolante). Di quel palazzo hanno conservato i giardini che purtroppo fungono da parcheggi per i residenti di quei palazzi. Stessa cosa nel centro storico (sopra la Vedetta, e sopra l’azione cattolica, c’erano altri bellssimi palazzi nobiliari…).
Ad ogni modo Sig. Miccolis, spero che i lavori di restauro portino alla luce gli stucchi presenti sotto quella colata di grigio orrenda. La parrocchia potrebbe diventare un gioiellino culturale che potrebbe dare al nostro paese maggiore ricchezza turistica. 🙂
Non sono certo, caro dott. Miccolis, che il 1980 sia la data esatta dell’affresco dedicato alla Madonna del Rosario. Io ricordo che gli stessi iniziarono verso la fine degli anni ’60 e proseguirono per alcuni anni. Ricordo che la fine dei lavori avvenne che ero scapolo a che nell’80 avevo gia’ tre figli. Ed ora una primizia sulla cui veridicita’ lascio all’ottimo Miccolis di accertare: al tempo dei lavori (io appartenevo alla gloriosa A. C. “S. Pancrazio”) si vociferava che l’Autore – in omaggio a don Bruno, che l’aveva fortemente voluto ed ai coniugi Gentile che in massima parte l’avevano finanziata – ritrasse il primo sull’estrema sinistra, nell’atto di pregare a mani giunte e col capo chino e con indosso una cotta, ed i coniugi Gentile sull’estremita’ opposta, sulla destra. I c.gi Gentile erano dei proprietari terrieri senza figli e molto amicidi Don Bruno. Abitavano in via Manzoni e mi dicono che il sig. Gentile sia ancora vivo. Sarebbe una curiosita’ da verificare, vero dott. Miccolis?
La biografia del prolifico pittore barese Umberto Colonna fa risalire al 1980 l’affresco della Chiesa di San Domenico (Parrocchia del SS. Rosario), forse come data di ultimazione dei lavori o di consegna dell’opera.
Se l’anonimo interlocutore precedente ha elementi validi per una rettifica può fornire il suo contributo, anche con accertamenti diretti, senza delegarli ad altri.
Per quello che mi riguarda, forse in un futuro, cercherò di avere un quadro più completo della storia della chiesa in esame e del suo convento, per la mia curiosità e per il piacere di mettere a disposizione di altri concittadini il risultato.
E’ opportuno precisare, tuttavia, che la ricerca del nostro passato non è esclusiva di alcuno. Tutti possono fornire il loro contributo.
Giusto sig. Miccolis. E il sito può contribuire a questa riscoperta collettiva della nostra storia. Io sono troppo giovane per farlo, ma essendo molto interessato a sapere e conoscere, invito chiunque sia in possesso di notizie e documenti, non ancora trattati dagli storici molesi, ad informare Città Nostra o direttamente il sig. Miccolis, che da decenni tratta questa materia prima su La Sveglia ed ora su Città Nostra.
Ognuno può dare un proprio contributo per scoprire chi siamo e dac dove veniamo.
L’affresco reca l’iscrizione “UMBERTO COLONNA PINXIT 1980”, come si può leggere in basso a destra, in corrispondenza della macchia gialla che sta ai piedi del papa con l’aureola (Leone Magno?).
Confermo invece che siano rappresentati i committenti, secondo un’antica consuetudine della pittura sacra: sono le due figure in abiti civili dipinte in posizione frontale all’estremità destra, presso le cornici marcapiano, a destra rispetto al soldato con la corazza. Quello inginocchiato ai loro piedi dovrebbe essere invece proprio l’autore.
E se queste interpretazioni sono indubbie, non escludo che che possa essere stato raffigurato anche don Bruno, in qualità di parroco pro tempore: potrebbe trattarsi della figura con i paramenti sacri posta simmetricamente all’estremità sinistra, alle spalle dell’altro papa con l’aureola (Pio X, suppongo). L’ipotesi è avvalorata dal fatto che tiene in mano una sottile croce astile, simbolo di guida della comunità.
Circa l’auspicio di Posturanismo, anche a me era giunta voce che le pareti del presbiterio fossero affrescate. Peraltro, alcuni lavori all’impianto elettrico condotti intorno al 1995 hanno comportato l’esecuzione di una ampia traccia a circa 2 metri di altezza che potrebbe aver irrimediabilmente danneggiato gli stucchi residui.