14 Commenti in “MOLA – LA SOPRINTENDENZA BLOCCA FRONTE MARE”
antoniolofu
20 Aprile 2010 alle 12:44 -
ma sono state coperte col cemento o col terreno?
Eva
20 Aprile 2010 alle 13:50 -
Buongiorno,
Un mio parente a Mola mi ha detto ieri che hanno ripreso i lavori. Come mai questo sblocco?
np90
20 Aprile 2010 alle 14:01 -
forse le avevano coperte col cemento…
ormai hanno coperto tutto col cemento…dove ti giri e ti volti CEMENTO…
un grigiastro deserto (o meglio una valle di lacrime) di cemento, palme e lampioni!
no comment…
antoniolofu
20 Aprile 2010 alle 16:00 -
dai,…comunque non sarei così pessimista un tocco di modernità non guasta; più che altro ero veramente curioso di sapere se le grotte sono state coperte dal cemento o dal terreno, qualcuno di voi sa dirmelo?
Beppe
20 Aprile 2010 alle 16:29 -
Scusate ma, perchè, oggi, tutto questo movimento ?
Come mai, il valore che diamo oggi ai rinvenimenti non fu dato in passato al momento della costruzione dell’ex statale 16 proprietà dello Stato ?
Come mai, gli “Asini” che disegnarono il passaggio della strada in quel sito, omisero l’esistenza dei ruderi coprendoli senza scrupoli ? Chi furono gli omertosi conniventi in quel tempo ?
Chi pagherà i danni per le eventuali modifiche, ritardi e disagi che tutto ció stà provocando ?
Chiare responsabilità da addebitare allo Stato o chi per esso, per il fatto di non aver segnalato a tempo dovuto, la presenza dei suddetti reperti archeologici di importanza storica, impedendo la loro tenuta in conto, quel tanto da non recare in grave errore, sia l’Architetto Bohigas (nella progettazione), e la stessa Amministrazione (per l’anfiteatro) con i conseguenti disagi di ogni genere che ne stanno derivando.
Lo Stato dovrebbe essere chiamato ai danni per tutto ció…
Per quanto riguarda la pavimentazione in cemento del nuovo lungomare, c’è da sperare che, lo stesso cemento sia di nuova generazione, cioè, lo stesso usato oggi, al posto dei pavimenti tradizionali nelle case moderne… questo materiale (simile a cemento normale) viene colato, lasciato indurire ed in seguito levigato e lucidato, come si faceva (o si fa ancora) con i tradizionali Tavelloni in molte case molesi (vi ricordate di “Zapp a Fonn ?).
Ecco, questa potrebbe essere una delle soluzioni per ovviare a costi più esosi per eventuali modifiche…
ma anche se il cemento risultasse di quello comune, non costerebbe nulla fare un test in un angolo e vedere il risultato, o no ?
Marco Sciddurlo
20 Aprile 2010 alle 18:46 -
Io mi domando anche come sia stato possibile che la Soprintendenza abbia autorizzato la costruzione di una cavea (cd. anfiteatro), che sembra più una gradinata da stadio, a ridosso del castello.
Un vero danno al nostro patrimonio storico-artistico.
Raffaele
20 Aprile 2010 alle 19:17 -
Non dimentichiamo che esiste un altro problema che rallenta la conclusione dei lavori sul frontemare e cioè la struttura che contiene le pompe di sollevamento della fogna, che passa proprio sulla nuova strada. A quanto pare l’Acquedotto non ha ancora rilasciato le autorizzazioni per procedere al suo abbattimento e alle varie modifiche delle condutture. Quanto tempo ci vorrà per risolvere anche questo grosso problema?
antoniolofu
20 Aprile 2010 alle 23:54 -
Marco,
scusa ma non è altrettanto grave che fino a poco tempo fa a ridosso del castello ci fosse una strada con le macchine che ci passavano ad un tiro di schioppo e sempre a ridosso ci fosse un deposito che non consentiva di fruire a pieno degli spazi attorno al castello…o che addirittura ci siano ancora abitazioni che entrano nello spigolo del castello!! non stiamo parlando di una costruzione che impedisce la vista del castello, sviluppandosi al di sotto del piano di calpestio, o che peggio vi si appoggi in maniera invasiva ma è uno spazio prospicente e che non maschera ed è soprattutto funzionale (immagina quanti bei concerti o rappresentazioni teatrali che si potrebbero organizzare).
Poi se la sopraintendenza lo ha permesso vuol dire che non vi è alcuna violazione.
Marco Sciddurlo
21 Aprile 2010 alle 08:25 -
Concordo con Antonio che alcuni parziali interventi siano stati migliorativi, in particolare l’eliminazione del deposito adiacente al castello, anche se sarebbe necessaria l’apertura verso piazza XX Settembre. Non concordo quando si dice che a ridosso del castello c’era la strada, perché c’era un piccolo spizzale. E’ giusto lo spostamento della strada (tralasciamo poi il risultato, rimaniamo alle idee), ma quella cavea è del tutto fuori contesto, pensata male e realizzata peggio. Non stiamo poi parlando di illeciti, che quella cavea si possa fare perché la soprintendeza l’abbia autorizzata (salvo poi a modificare i propri atti) non si discute, ma ci troviamo nell’ambito della valutazioni, non di regolarità degli atti amministrativi, e non è raro che le soprintendenze autorizzino veri e propri obbrobri sparsi in tutti Italia.
giovannimiccolis
21 Aprile 2010 alle 17:59 -
Domenico Varrese continua a fare un ottimo lavoro di documentazione come è facile constatare visitando il suo sito (http://domenico.varrese.com/component/option,com_phocagallery/Itemid,40/id,112/view,category/).
Dovunque si scava nella città vecchia si trova qualcosa.
Il prof. Franco Biancofiore, il più grande archeologo della Puglia, trovò “vasellame buccheroide” (ciotole carenate) in terreno sottostante alle fondazioni del castello di Mola (Per la storia delle Comunità Peucetiche tra il XX-XXI sec. a.C.).
Dopo i tanti occultamenti del passato aspettiamo di conoscere cosa effettivamente è emerso dai nuovi scavi senza inutili e fantastiche congetture.
I miei ricordi di bambino: la ex statale fu realizzata a cavallo degli anni ’50 e ’60 con i sistemi ed i mezzi allora in uso. Per realizzarla non ci furono scavi di alcun genere, come nel caso odierno, ma semplici riempimenti con materiale inerte. Per altro quella era l’epoca in cui nel castello c’era il mattatoio comunale, non erano stati fatti studi approfonditi sul maniero, che qualcuno voleva abbattere (come il Teatro) per fare case popolari…Ossia, non esisteva la cultura della salvaguardia dei beni storici ed architettonici. Oggi, invece, oltre ad aver recuperato quella cultura, esistono studi, ricerche e documentazione sul Castello, per cui quando si è progettato nelle sue adiacenze, andavano tenuti in debita considerazione. La vicenda delle grotte ritrovate e ricoperte in fretta e furia lascia aperti non pochi interrogativi sulle responsabilità dei progettisti e della stessa Soprintendenza, che solo ora si ricorda del “corpo di fabbrica” riportato in libri, documenti e tesi di laurea.
La cavea poteva essere realizzata in altro sito e non a pochi metri dal Castello. Anche a Conversano l’hanno realizzata, ma in un giardino comunale, non certo a ridosso del castello! Non credo che un’opera in cemento armato c’entri molto con un’opera monumentale di grande valore storico ed architettonico.
antoniolofu
21 Aprile 2010 alle 22:51 -
Gentile Direttore,
la sua tesi è condivisibile anche se secondo il mio modesto parere il punto principale riguarda il fatto che l’opera non copre il castello e non ne è a contatto diretto e quindi mi sembra un intervento alle brutte reversibile che assolutamente non distruggerà nulla di quello che la storia ci ha regalato….io sono fiducioso.
Aggiungo che la cavea di Conversano è davvero orrenda. Se dovesse venire una cosa simile anche a Mola, mi auguro che la si faccia esplodere in un minuto.
giovannimiccolis
22 Aprile 2010 alle 07:44 -
In passato il prof. Franco Biancofiore, il più famoso archeologo meridionale, scoprì nel corso di scavi in terreno sottostante alle fondazioni del castello vasellame buccheroide (ciotole carenate) di antiche comunità peucetiche.
Lasciamo lavorare i tecnici per conoscere esattamente ciò che è emerso nel corso dei lavori sul lungomare senza fare strane congetture.
Complimenti a Mimmo Varrese per la splendida documentazione del suo sito.
ma sono state coperte col cemento o col terreno?
Buongiorno,
Un mio parente a Mola mi ha detto ieri che hanno ripreso i lavori. Come mai questo sblocco?
forse le avevano coperte col cemento…
ormai hanno coperto tutto col cemento…dove ti giri e ti volti CEMENTO…
un grigiastro deserto (o meglio una valle di lacrime) di cemento, palme e lampioni!
no comment…
dai,…comunque non sarei così pessimista un tocco di modernità non guasta; più che altro ero veramente curioso di sapere se le grotte sono state coperte dal cemento o dal terreno, qualcuno di voi sa dirmelo?
Scusate ma, perchè, oggi, tutto questo movimento ?
Come mai, il valore che diamo oggi ai rinvenimenti non fu dato in passato al momento della costruzione dell’ex statale 16 proprietà dello Stato ?
Come mai, gli “Asini” che disegnarono il passaggio della strada in quel sito, omisero l’esistenza dei ruderi coprendoli senza scrupoli ? Chi furono gli omertosi conniventi in quel tempo ?
Chi pagherà i danni per le eventuali modifiche, ritardi e disagi che tutto ció stà provocando ?
Chiare responsabilità da addebitare allo Stato o chi per esso, per il fatto di non aver segnalato a tempo dovuto, la presenza dei suddetti reperti archeologici di importanza storica, impedendo la loro tenuta in conto, quel tanto da non recare in grave errore, sia l’Architetto Bohigas (nella progettazione), e la stessa Amministrazione (per l’anfiteatro) con i conseguenti disagi di ogni genere che ne stanno derivando.
Lo Stato dovrebbe essere chiamato ai danni per tutto ció…
Per quanto riguarda la pavimentazione in cemento del nuovo lungomare, c’è da sperare che, lo stesso cemento sia di nuova generazione, cioè, lo stesso usato oggi, al posto dei pavimenti tradizionali nelle case moderne… questo materiale (simile a cemento normale) viene colato, lasciato indurire ed in seguito levigato e lucidato, come si faceva (o si fa ancora) con i tradizionali Tavelloni in molte case molesi (vi ricordate di “Zapp a Fonn ?).
Ecco, questa potrebbe essere una delle soluzioni per ovviare a costi più esosi per eventuali modifiche…
ma anche se il cemento risultasse di quello comune, non costerebbe nulla fare un test in un angolo e vedere il risultato, o no ?
Io mi domando anche come sia stato possibile che la Soprintendenza abbia autorizzato la costruzione di una cavea (cd. anfiteatro), che sembra più una gradinata da stadio, a ridosso del castello.
Un vero danno al nostro patrimonio storico-artistico.
Non dimentichiamo che esiste un altro problema che rallenta la conclusione dei lavori sul frontemare e cioè la struttura che contiene le pompe di sollevamento della fogna, che passa proprio sulla nuova strada. A quanto pare l’Acquedotto non ha ancora rilasciato le autorizzazioni per procedere al suo abbattimento e alle varie modifiche delle condutture. Quanto tempo ci vorrà per risolvere anche questo grosso problema?
Marco,
scusa ma non è altrettanto grave che fino a poco tempo fa a ridosso del castello ci fosse una strada con le macchine che ci passavano ad un tiro di schioppo e sempre a ridosso ci fosse un deposito che non consentiva di fruire a pieno degli spazi attorno al castello…o che addirittura ci siano ancora abitazioni che entrano nello spigolo del castello!! non stiamo parlando di una costruzione che impedisce la vista del castello, sviluppandosi al di sotto del piano di calpestio, o che peggio vi si appoggi in maniera invasiva ma è uno spazio prospicente e che non maschera ed è soprattutto funzionale (immagina quanti bei concerti o rappresentazioni teatrali che si potrebbero organizzare).
Poi se la sopraintendenza lo ha permesso vuol dire che non vi è alcuna violazione.
Concordo con Antonio che alcuni parziali interventi siano stati migliorativi, in particolare l’eliminazione del deposito adiacente al castello, anche se sarebbe necessaria l’apertura verso piazza XX Settembre. Non concordo quando si dice che a ridosso del castello c’era la strada, perché c’era un piccolo spizzale. E’ giusto lo spostamento della strada (tralasciamo poi il risultato, rimaniamo alle idee), ma quella cavea è del tutto fuori contesto, pensata male e realizzata peggio. Non stiamo poi parlando di illeciti, che quella cavea si possa fare perché la soprintendeza l’abbia autorizzata (salvo poi a modificare i propri atti) non si discute, ma ci troviamo nell’ambito della valutazioni, non di regolarità degli atti amministrativi, e non è raro che le soprintendenze autorizzino veri e propri obbrobri sparsi in tutti Italia.
Domenico Varrese continua a fare un ottimo lavoro di documentazione come è facile constatare visitando il suo sito (http://domenico.varrese.com/component/option,com_phocagallery/Itemid,40/id,112/view,category/).
Dovunque si scava nella città vecchia si trova qualcosa.
Il prof. Franco Biancofiore, il più grande archeologo della Puglia, trovò “vasellame buccheroide” (ciotole carenate) in terreno sottostante alle fondazioni del castello di Mola (Per la storia delle Comunità Peucetiche tra il XX-XXI sec. a.C.).
Dopo i tanti occultamenti del passato aspettiamo di conoscere cosa effettivamente è emerso dai nuovi scavi senza inutili e fantastiche congetture.
I miei ricordi di bambino: la ex statale fu realizzata a cavallo degli anni ’50 e ’60 con i sistemi ed i mezzi allora in uso. Per realizzarla non ci furono scavi di alcun genere, come nel caso odierno, ma semplici riempimenti con materiale inerte. Per altro quella era l’epoca in cui nel castello c’era il mattatoio comunale, non erano stati fatti studi approfonditi sul maniero, che qualcuno voleva abbattere (come il Teatro) per fare case popolari…Ossia, non esisteva la cultura della salvaguardia dei beni storici ed architettonici. Oggi, invece, oltre ad aver recuperato quella cultura, esistono studi, ricerche e documentazione sul Castello, per cui quando si è progettato nelle sue adiacenze, andavano tenuti in debita considerazione. La vicenda delle grotte ritrovate e ricoperte in fretta e furia lascia aperti non pochi interrogativi sulle responsabilità dei progettisti e della stessa Soprintendenza, che solo ora si ricorda del “corpo di fabbrica” riportato in libri, documenti e tesi di laurea.
La cavea poteva essere realizzata in altro sito e non a pochi metri dal Castello. Anche a Conversano l’hanno realizzata, ma in un giardino comunale, non certo a ridosso del castello! Non credo che un’opera in cemento armato c’entri molto con un’opera monumentale di grande valore storico ed architettonico.
Gentile Direttore,
la sua tesi è condivisibile anche se secondo il mio modesto parere il punto principale riguarda il fatto che l’opera non copre il castello e non ne è a contatto diretto e quindi mi sembra un intervento alle brutte reversibile che assolutamente non distruggerà nulla di quello che la storia ci ha regalato….io sono fiducioso.
Cordiali saluti
Aggiungo che la cavea di Conversano è davvero orrenda. Se dovesse venire una cosa simile anche a Mola, mi auguro che la si faccia esplodere in un minuto.
In passato il prof. Franco Biancofiore, il più famoso archeologo meridionale, scoprì nel corso di scavi in terreno sottostante alle fondazioni del castello vasellame buccheroide (ciotole carenate) di antiche comunità peucetiche.
Lasciamo lavorare i tecnici per conoscere esattamente ciò che è emerso nel corso dei lavori sul lungomare senza fare strane congetture.
Complimenti a Mimmo Varrese per la splendida documentazione del suo sito.