di Antonio Panzini

Il sole quasi oscurato dagli storni

Gli Storni, da qualche tempo si vedono sempre più numerosi e la loro comparsa nei cieli della nostra città non passa inosservata. Spettacolare il loro volteggiare in gruppo, si muovono a migliaia con un sincronismo straordinario, pari soltanto ai banchi di pesce.

Li si vede soprattutto all’alba quando si muovono per andare a cercare il cibo e al tramonto quando tornano ai loro nidi, invadendo soprattutto la pineta di via De Gasperi, dove pare, abbiano trovato l’abitat giusto per dimorare.  Il problema è che provocano dei disagi a causa dei loro escrementi lasciati in tutti i luoghi, sporcando aree e spazi pubblici, ma anche auto e balconi. “Per molto tempo considerata una specie protetta, solo recentemente alcune regioni italiane hanno autorizzato la caccia a questo famelico uccello per contrastare la sua crescente diffusione. Lo Storno europeo è considerato un pericoloso infestante delle colture agricole, in quanto questo vorace uccello è solito attaccare campi seminati, vigne ed arboreti da frutto, causando ogni anno ingenti danni . Gli Storni si cibano pressoché di qualsiasi cosa, preferendo tuttavia insetti ed altri invertebrati quando disponibili. La dieta abituale include cavallette, coleotteri, libellule, bruchi, lumache, lombrichi, millepiedi e ragni. Si cibano inoltre di frutta selvatica o coltivata (ciliegie, nespole, giuggiole, fichi, olive e more, ma anche bacche di agrifoglio, gelso, bagolaro e sommacco), granaglie, semi, nettare, mangimi di allevamento e rifiuti in genere.” Per qualcuno sta diventando un problema, per altri un evento sempre più affascinante per lo spettacolo che offrono nel vederli volare in massa.

Un esemplare di storno

Lo Storno (Sturnus vulgaris, Linnaeus 1758) è un uccello dell’ordine dei passeriformi. Lo storno è lungo circa 20-23 cm, ha un’apertura alare di circa 35-40 cm e pesa circa 70-90 g. Il suo piumaggio in estate è nero lucente con riflessi violacei e verdi con le punte delle piume bianche, mentre in inverno il nero diventa meno brillante e i riflessi si attenuano. Il becco è aguzzo, giallognolo in estate, bruno in inverno, le zampe sono rossastre, la coda corta. L’unico carattere che differenzia i sessi è una macchia sulla base del becco che è azzurra nei maschi, rossastra nelle femmine.

Ne esiste anche una variante rosa (storno rosa) molto rara e selezionata dall’uomo.

Lo storno è originario dell’Eurasia e dell’Africa settentrionale, ma è stato portato dall’uomo anche in Nordamerica e Australia dove, grazie alla sua adattabilità, si è ambientato perfettamente. In Italia i primi storni furono avvistati in Friuli alla fine dell’800 e da allora la sua espansione non ha subito battute d’arresto, se si pensa che secondo alcune fonti oggi in Italia svernerebbero più di un milione di coppie. Vive nelle campagne ma anche nelle città e nei villaggi. Durante l’estate predilige luoghi che presentino cavità per nidificare. È stato inserita nell’Elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo. (Fonte: Wikipedia)

 

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