di Giovanni Miccolis
Le informazioni fornite dall’amico Francesco Vacca mi hanno
indotto a riprendere l’argomento sulla polemica circa la toponomastica molese e l’oblio di persone degne di perenne memoria, come gli otto molesi morti nel 1944 per l’affondamento della nave inglese su cui prestavano servizio. Ecco il risultato delle mie ricerche:
La “Empire Dace” era una nave da trasporto di 716 tonnellate GRT – dimensioni di metri 54,7×12,3×3,4 – capace di sviluppare 11 nodi. Fu costruita nel 1942 dalla società “Swan, Hunter & Wigham Richardson Ldt.”, Newcastle-Upon-Tyne ed assegnata al “Ministry of War Trasport (WOWT)” London, per il trasporto di armi e truppe. Si trattava di una “coaster”, cioè una nave di cabotaggio che effettuava viaggi generalmente non lontano dalle coste.
Apparteneva alle “Empire Ships”, navi che facendo parte del governo britannico avevano il prefisso “Empire”. Durante il secondo conflitto mondiale erano assegnate in proprietà al Ministero della Guerra per i Trasporti che talvolta le gestiva direttamente, altre volte le cedeva a varie compagnie di navigazione.
Il 1° dicembre 1944 era in viaggio verso la Grecia con 12 ufficiali di complemento, un equipaggio di 21 marittimi e 100 soldati, truppe indiane da inviare a Krioneri nel Peloponneso. Trasportava anche camions e carburanti.
Alle ore 7,50 del due dicembre la nave aveva lasciato Patrasso, dove aveva effettuato una sosta, ed era ripartita verso Missolungi, la città dove il 19 aprile 1824 era morto Lord Byron.
Galleggiava sull’acqua un relitto che sembrò innocuo, ma che nascondeva invece una micidiale mina. La nave stava per passarci sopra ma, all’improvviso, uno scoppio terrificante squarciò la prua che cadde in mare con due grossi veicoli. Il resto del natante si piegò all’indietro per affondare rapidamente.
Non fu possibile utilizzare le scialuppe di salvataggio. I sopravvissuti dallo scoppio si gettarono in mare e furono soccorsi da imbarcazioni locali di piccole dimensioni.
Perirono quasi tutti gli ufficiali inglesi di complemento, 20 marinai dell’equipaggio e 56 soldati.
L’equipaggio era formato in gran parte da marittimi pugliesi e tra gli scomparsi c’erano otto molesi (Battista Marino, via Tripoli 62; Colombo Cristoforo, via S. Spaventa 105; Napoli Francesco, via Trieste 110; Panzini Onofrio, via Mazzarelli 1; Recchia Vincenzo, corso R. Margherita 13; Salvai Donato, via Tripoli 210; Santoro Leonardo, via Dante 95; Scorcia Vito, via Alfieri 64) e quattro molfettesi (Gaudio Giuseppe, Laforgia Leonardo, Losito Domenico, Spadavecchia Angelo).
La Royal Navy, al fine di onorare la memoria dei caduti e dispersi in mare, ha realizzato alcuni “Memorial”, in pratica sacrari con sculture e lapidi che ricordano i marittimi scomparsi. Si tratta del “Chatham Naval Memorial” nel Kent, del “Portsmouth Naval Memorial” nell’Hampshire, del “Tower Hill Memorial” a Londra.
Nell’archivio di uno di quei sacrari, il “Tower Hill Memorial”, ho trovato i nomi di sei degli otto molesi dispersi in mare, la cui nazionalità risulta della Gran Bretagna, una nazione orgogliosa dei propri marinai, considerati figli da onorare con degna memoria:
Battista Marino– “Nationality: United Kingdom, Rank: Able Seaman, Extra Info: Son of Francesco and Francesca Battista; husband of Giovanna C. Battista, of Buenos Aires, Argentine; Regiment: Merchant Navy, Unit Text: S.S. Empire Dace (Newcastle-on-Tyne), Casualty Type: Commonwealth War Dead, Grave Reference: Panel 39”.
Colombo Cristoforo– “Nationality: United Kingdom, Rank: Able Seaman, Extra Info: Son Of Giuseppe And Antonia Colombo, of Mola Di Bari, Italy., Regiment: Merchant Navy, Unit Text: S.S. Empire Dace (Newcastle-on-Tyne), Casualty Type: Commonwealth War Dead, Grave Reference: Panel 39”.
Napoli Francesco– Initials: F Nationality: United Kingdom Rank: Fireman Regiment/Service: Merchant Navy Unit Text: S.S. Empire Dace (Newcastle-on-Tyne) Age: 38 Date of Death: 02/12/1944 Additional information: Son of Vito Napoli and Maria Atteniese; husband of Del Re Francesca Napoli, of Mola Di Bari, Italy. Casualty Type: Commonwealth War Dead Grave/Memorial Reference: Panel 39.
Panzini Onofrio– “Nationality: United Kingdom, Rank: Able Seaman, Extra Info: Son of Domenico Panzini, and of Adriana Panzini, of Mola Di Bari, Italy; Regiment: Merchant Navy, Unit Text: S.S. Empire Dace (Newcastle-on-Tyne), Casualty Type: Commonwealth War Dead, Grave Reference: Panel 39”.
Recchia Vincenzo– Initials: V Nationality: United Kingdom Rank: Fireman Regiment/Service: Merchant Navy Unit Text: S.S. Empire Dace (Newcastle-on-Tyne) Age: 32 Date of Death: 01/12/1944 Additional information: Son of Nicola and Caterina Clemente Recchia; husband of Angela Recchia, of Mola, Bari, Italy. Casualty Type: Commonwealth War Dead Grave/Memorial Reference: Panel 39.
Santoro Leonardo– Initials: L Nationality: United Kingdom Rank: Fireman Regiment/Service: Merchant Navy Unit Text: S.S. Empire Dace (Newcastle-on-Tyne) Age: 29 Date of Death: 01/12/1944 Casualty Type: Commonwealth War Dead Grave/Memorial Reference: Panel 39.
Ma nella nostra città esiste una lapide od altro ricordo di quei nostri sfortunati paesani? Inutile cercare, non trovereste nulla!
UN APPELLO
La nostra Redazione è interessata ad acquisire ulteriori informazioni su questo tragico evento della Seconda Guerra Mondiale. Rivolgiamo, dunque, un appello a chiunque sia in grado di fornircele, in modo particolare ai famigliari delle otto vittime dimenticate. Siamo alla ricerca di testimonianze, lettere, documenti e foto.
Per contattarci: citta.nostra@libero.it oppure cell. 3405837172 – tel. 0804732882.
Vorrei ricordare che proprio in quelle acque vi fu qualche anno prima altra tragedia riguardante i marittimi molesi di due pescherecci dispersi il 9 gennaio 1930 dopo aver lasciato il porto di Santa Maura (Lefkada), così come fu descritto in articolo di un quotidiano locale:
“Si apprende che il giorno 9 corrente nelle acque di Corfu’, naufragarono per cause non ancora accertate, le barche motopescherecce molesi San Spiridione e Maria S.S. Addolorata. Dei componenti i rispettivi equipaggi, in numero di 17 complessivamente, due sarebbero salvi perché per puro caso non si trovavano imbarcati ma erano rimasti a terra per riparazioni alle reti; di altri due sarebbero stati rinvenuti sulla spiaggia di Corfù i cadaveri riconosciuti di Giacomo Caragiulo e Antonio Vitulli. Il primo di essi, trovato completamente svestito ed aggrappato ad un remo, aveva tentato evidentemente senza riuscirvi di salvarsi a nuoto. Né degli altri tredici, né delle imbarcazioni, si è scoperta sinora alcuna traccia. Epperò non si nutrono ormai più speranze sulla loro sorte”.
L’anno scorso fu proiettato a Mola un documentario “LEFKADA” sui marittimi scomparsi il 9 gennaio 1930.
Per quei marittimi esiste a Mola una bella lapide proprio di fronte al Torrione.
Perché non collocare altra lastra marmorea affiancata alla predetta? Vicini nella tragedia e vicini nel ricordo!
Se l’amministrazione comunale o le associazioni dei marittimi non possono o non vogliono provvedere si può fare una sottoscrizione alla quale mi dichiaro primo aderente.