di Nicola Rotondi
Pur coincidendo con la domenica, l’importanza simbolica della data del 1° maggio, Festa del Lavoro, ha caratterizzato il dibattito pubblico tenutosi ai campetti, nell’ambito dell’evento “1° maggio a Mola”, organizzato dal Circolo ARCI – Officina dell’Arte e dalla Camera del Lavoro CGIL. Al tavolo dei relatori erano presenti Gianni Russo, segretario regionale SLC CGIL Puglia; Stefano Diperna, sindaco di Mola; Antonio Pepe, segretario generale FIOM CGIL Bari; Pietro Santamaria e Franz Navach, docenti presso l’Università di Bari, e Stefano Gaudiuso, consigliere comunale di Mola.
L’incontro è stato introdotto da Gianni Rotondi, portavoce ARCI, il quale ha sottolineato come, in questo momento di crisi e difficoltà, l’unica lotta possibile va orientata verso la difesa dei diritti dei lavoratori.
Russo ha quindi esposto per grandi linee il senso dell’incontro, improntato al combinato disposto di ambiente e lavoro, specie quest’anno, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. “Unità”, ha sostenuto il rappresentante sindacale, “della quale dobbiamo beneficiarne tutti, nonostante le spinte separatistiche provenienti da una parte del Nord”. Illustrando un breve excursus storico del 1° maggio, che parte dai martiri di Chicago e attraversa la soppressione della festività durante il ventennio, il suo ripristino dopo la Liberazione e la strage di Portella della Ginestra, Russo ha posto in risalto il significato di una “festa del lavoro che appartiene a tutti e deve superare ogni difficoltà”. I criteri da tenere saldi sono la legalità, la sicurezza, l’occupazione, i diritti e un fisco equo da riparametrare in base al reddito.”La disoccupazione è in aumento” ha aggiunto Russo “e contestualmente sono diminuite le tutele dei lavoratori”.
Il Sindaco Diperna ha preso la parola, affermando che il tema del lavoro non deve dividere politica e sigle sindacali, anche se purtroppo è quello che succede. “Al di là dei propositi della base, il vertice non è compatto: non c’è unità sindacale, e ciò ne va a danno dei lavoratori. Per costruire un percorso sano c’è bisogno di un’analisi vera. Bisogna ammettere che il Paese ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Il debito pubblico è in aumento e le responsabilità sono da dividere a vari livelli. Nel nostro piccolo, abbiamo assunto sedici unità lavorative e stiamo provvedendo all’insediamento di un’attività produttiva nella zona industriale”.
Su un tema come il nucleare, in questi giorni ritornato all’attenzione nazionale in maniera dirompente per via del disastro di Fukushima e del referendum del prossimo mese, si è soffermato l’intervento di Navach, il quale, invitando chiunque fosse interessato a contattarlo per capirne di più e confrontarsi, è stato molto chiaro nell’esprimere la sua posizione. ”Il nucleare non va bene, non tanto perché è pericoloso. Parlare di rischio nucleare è la cosa più stupida che si possa fare. Il punto è capire a chi conviene e quanto conviene. Dobbiamo investire sulle energie nuove, come il solare. Non c’è da inventare nulla : si conoscono i metodi e le ricerche. Quanto costano? Un decimo di quanto ammonterebbero gli investimenti per la tecnologia nucleare comprata dalla Francia. È sbagliato il luogo comune della sicurezza e della vicinanza di altre centrali nelle nazioni confinanti. È sbagliato dire che è pulita : produce scorie che rimangono attive migliaia di anni. L’investimento non porta lavoro: solo soldi ai francesi e subappalto delle lobby del cemento”.
Santamaria, nel suo intervento, si è occupato della gestione dei rifiuti, per la quale a Mola si spendono annualmente 4 milioni di euro l’anno. “Ora i rifiuti vengono trasformati in combustibile, a sua volta destinato all’inceneritore di Massafra. Possiamo fare di più nella differenziata e nella raccolta dell’umido. Un punto di forza può essere la poseidonia, trasformabile in concime. Cerchiamo di sviluppare le economie dolci e di rispettare l’ambiente per migliorare la qualità della vita.”
Pepe della FIOM, partendo dalle parole del Sindaco, ha invece posto l’accento sulla matrice politica all’origine dei problemi del lavoro, poiché l’attuale governo già in passato ha spianato la strada al precariato con la legge 30. “C’è una responsabilità politica nell’indebolimento del sindacato nel momento in cui a Pomigliano e Mirafiori s’introducono deroghe, si cancellano il contratto di lavoro e la rappresentanza sindacale, sottraendo quest’ultima ai lavoratori”.
Gaudiuso, citando l’articolo 1, si è quindi allacciato all’intervento di Pepe, per sostenere che in Italia si è confusa la flessibilità col precariato. “Oggi i giovani sono condannati a una precarietà che non dà futuro. Il debito pubblico è ancora un problema e il suo incremento, che ebbe inizio negli anni ’80, fu determinato proprio da alcuni elementi oggi presenti nel governo nazionale. La contrazione della spesa sociale dovuta al federalismo è un danno per i comuni che risentono della limitatezza dei fondi”.
Nella loro successione, gli interventi sono stati inframezzati da letture sceniche declamate da Elisabetta Aloia e Angela Poli.
La manifestazione organizzata è proseguita con le esibizioni musicali di alcune band locali e di Enzo del Re, il quale, con la sua inseparabile sedia, ha raccolto attorno a sé l’attenzione e l’ascolto dei presenti.
Ripeto quanto già detto in precedenza. Tutte degne persone gli oratori, per carità, ma mi chiedo perchè a parlare di lavoro debbano essere:
un sindaco
due burocrati sindacali
un avvocato
un consigliere comunale
due docenti universitari
E gli operai? E i contadini? I muratori? I tecnici? I marinai? Gli impiegati (però quelli che non leggono il giornale e non passano la giornata a navigare su internet)?
Possibile che a Mola non esista più la classe lavoratrice vera che festeggia il primo maggio? Possibile che ci siano solo intellettuali con i posti iper-garantiti a disquisire di lavoro? Brave persone, lo ripeto: ma il lavoro è un’altra cosa.
Ehi Davide !!! a Mola non c’e’ mai stata una classe lavoratrice !!! ..quando le piazze di Gioia del Colle, Altamura, Andria, Gravina…ecc. erano gremite di LAVORATORI con tanto di bandiere rosse … a Mola i lavoratori andavano pacificamente alla piazza del pesce per acquistare il brodetto quotidiano.
Ad onor del vero Mola vanta lavoratori apprezzatissimi , ma quei veri lavoratori sono andati a dare il loro sudore all’estero e nel nostro paese si campava di rimesse dall’estero ….. Il primo maggio a Mola ? una festa fra le feste ; per cui il fatto che quei signori si siano attardati in chiecchiere senza alcun costrutto non deve deluderti: a Mo,a si usa cosi’ !
In effetti non hai tutti i torti. Però non è che a Mola non esista la gente che lavora. E’ che non è mai stata organizzata come si deve da chi lo doveva fare. I sindacati molesi sono stati quasi sempre ufficetti di sbrigafaccende, i partiti di sinistra (quando c’erano) fungevano da trampolino di lancio per gli intellettuali e gli operai andavano ad attaccare i manifesti al posto loro, gli estremisti facevano solo caciara. Ogni tanto qualcuno ha cercato di fare ma poi ha lasciato perdere perchè l’andazzo era quello. Sindacalisti che si mettevano a posto con le case, il conto in banca, ecc., e dirigenti della sinistra che si sistemavano nei posti migliori, senza rischio e ben pagati.
E’ chiaro che oggi a parlare di lavoro sono quelli che del lavoro vero (quello dove per 35-40 anni ti fai il mazzo) ne hanno solo una vaga idea.
la sagra delle banalità..
il sindaco è un lavoratore, il rappresentante sindacale è un lavoratore e RAPPRESENTA i lavoratori (se non partecipa un rappresentante sindacale a questi incontri non capisco di cosa debba occuparsi), un avvocato è un lavoratore, un docente universitario è un lavoratore… mancano gli operai? ci sono i loro rappresentanti…
sparare a zero su Mola giusto per il gusto di farlo nn lo condivido…
Sig. Tanzi, facciamo a non capirci da quello che vedo… I “rappresentanti” … che bella parola… Ma per rappresentare uno deve conoscere ciò che intende rappresentare. Altrimenti non staremmo a parlare di scollamento tra vertici e base, non le pare?
Se uno non ha mai lavorato in una fabbrica come può conoscere adeguatamente le esigenze, i problemi, le difficoltà degli operai? E così via per le altre categorie di lavoratori che hanno a che fare con il lavoro dove ci si fa il mazzo tanto. O dobbiamo parlare solo di avvocati, impiegati pubblici, professori universitari, politici di professione, ecc. e farli parlare di questioni che NON conoscono?
Lungi da me sparare a zero su Mola, ecc., ma non mi si venga a dire che un dibattito accademico tra accademici interpreta come si deve lo spirito del primo maggio.
Il Sindaco lavoratore e nello stesso tempo rappresentante di un governo che il lavoro lo ha distrutto a tutti i livelli e che ha adottato la strategia di dividere le forze sindacali per frammentare al massimo l’unità dei lavoratori. Rappresentante di un governo che ha impoverito il paese, depresso l’economia, aumentato la disoccupazione, la pressione fiscale, abbassato le tutele ai lavoratori, tagliato lo stato sociale, penalizzato i pensionati, umiliato il lavoro e la dignità delle donne, ha abbattuto una scure sulla scuola, sull’università e ricerca, ha tagliato fondi alla cultura mortificando la storia e l’arte del nostro paese, sono cresciute le disuguaglianze, si è ridotto il sostegno alle persone non autosufficienti, ai disabili, ai poveri etc., etc.. nel frattempo ha imposto accordi assurdi ai veri lavoratori delle fabbriche grazie ad alcuni sindacati “amici”. Insomma una volta si diceva “La classe operaia va in paradiso”. Questo per me non è pessimismo ma è realtà e non è un discorso di sinistra o altro è la fotografia dell’oggi. Penseranno anche ad eliminare la festa dei lavoratori! Per fortuna il Sig. Del Re ha allietato la serata.
Beh, se vogliamo fare una fotografia dell’oggi, dobbiamo dire pure che questo governo che sicuramente ha distrutto tutto quello che dici (e sottoscrivo in pieno) ha trovato terreno fertile in quanto avevano già iniziato a fare i vari governi di centrosinistra con i Treu, Dini, ecc.. Il precariato nasce dalle varie leggi sulla flessibilità dei governi Prodi, D’Alema et compagnia bella con l’avallo dei Bertinotti, ecc.. Poi i sindacalisti di comodo (vedi Angeletti e Bonanni) hanno fatto il resto perchè sono pappa e ciccia con Marchionne, Sacconi e Berlusconi.
Ecco perchè non mi fido dei “rappresentanti” che stanno chiusi negli uffici ma solo di quelli che lavorano fianco a fianco con i colleghi direttamente sul posto di lavoro.
Quanto alla festa del primo maggio, tra qualche anno (Berlusconi docet) se ne farà una cumulativa con il 25 aprile e la chiameranno festa della primavera: tutti all’Auchan a fare spese per aumentare il consumismo e la sera ad arrostire la salsiccia. Fine delle trasmissioni.
Ed e’ cosi’, egregio sig. Tanzi, che si concludono le cose a Mola di Bari ! Proprio per la “saggezza” di gente come Lei che ha inteso mettersi sul piedistallo del ” saputo” sulla cattedra di chi non condivide !!!
Lei non condivide, ma ha proposto qualcosa di costruttivo? no egregio signore ! Lei ha soffocato a priori un colloquio che era in fase di inizio !!!
Sig. Tanzi nessuno spara su Mola, noi siamo MOLESIVERACI !!!!!!!!! ci piacerebbe, al contrario di quel che Lei si permette di commentare, migliorare quel che accade nel nostro amato paese!!!
caro Moleseverace (ego smisurato, vedo), io contesto il modo di commentare che spesso si ha su questo sito. avrei apprezzato e mi sarebbe piaciuto intervenire, su commenti nel merito degli interventi delle persone di cui al post, invece si fanno commenti generici e oramai completamente superati e obsoleti sulla classe operaia. Lei è proprio certo che l’intervento di un operaio metalmeccanico sia più interessante e più pertinente di quello di un prof. universitario, di un sindacalista? crede che se su quel palco ci fossero stati un marinaio, un contatino e un metalmeccanico sarebbe stato più interessante il dibattito o avrebbero portato maggior valore aggiunto?? in base a cosa dice questo? ecco, non mi piace questo modo di approcciare alle questioni, non nel merito ma per slogan e frasi fatte.. raccontateci di cosa hanno parlato (io non c’ero), raccontateci su cosa non siete d’accordo e quali sono le vostre idee in merito.. e evitateci per favore frasi tipo “a Mola non c’e’ mai stata una classe lavoratrice !!! ..quando le piazze di Gioia del Colle, Altamura, Andria, Gravina…ecc. erano gremite di LAVORATORI con tanto di bandiere rosse … a Mola i lavoratori andavano pacificamente alla piazza del pesce per acquistare il brodetto quotidiano”… non servono a nessuno.
Sig. Tanzi ! gia’ in altre occasione e’ stato invitato ad evitare la nostra compagnia…Le e’ stato detto di tornare a Milano…Le e’ stato detto anche altro!
Se ne stia con la Sua cultura raccolta chissa’ in quale Universita’!
Salutissimi!
la eviterei volentieri viste la banalità e l’inutilità dei suoi o vostri commenti. continui ad ergersi a puro.. tanto è gratis… ed eviti di fare inviti che non le competono… cmq la lascio alle sue banalità.
Sig. Tanzi, visto che lei dice di stare al merito del dibattito, scusi ma mi dice cosa c’entra la posidonia del prof. Santamaria con il primo maggio? Glielo dico io: c’entra come l’alga a merenda…
Il primo maggio si parla di lavoro, del diritto ad averlo e a non perderlo, della tutela della salute nei luoghi di lavoro, del come crearne di nuovo a vantaggio dei lavoratori, dell’aumento dei salari, del come fare a far diminuire la precarietà, ecc. ecc..
La posidonia, la raccolta differenziata, i costi del nucleare: tutti temi importanti ma che non c’entrano una beata m…. con il primo maggio. Ecco perchè queste persone erano fuori posto, visto che di lavoro non avrebbero comunque saputo cosa dire. Non è colpa loro ma non ne conoscono i temi e gli argomenti: è come se invitassi un mio amico marinaio a parlare di viaggi intergalattici.
Davide lungi da me il difendere il prof. Santamaria, che cmq non conosco di persona, semplicemente per divergenze “strutturali” di vedute. ma io credo che per parlare di lavoro non è sufficiente parlare del “diritto al lavoro”, che in se è cosa nobilissima ma astratta (a mio modo di vedere). Penso che bisogna parlare di qualunque cosa possa creare opportunità lavorative, generare indotto. Ora io sono molto scettico sulla questione poseidonia semplicemente perchè da figlio di contadino nato nel 1920 (lui, ovviamente) so che quello delle alghe da utilizzare in agricoltura è un processo utilizzato dai nostri nonni e bisnonni ma che per tempi, fatica e risultati non è mai stata una strada percorribile (voglio dire che quello che i ricercatori hanno scoperto dopo decenni di ricerche, gli anziani molesi lo sapevano da oltre 100 anni, bastava chiederglielo e forse si risparmiavano un pò di soldini e si partiva con la ricerca da cose più fattibili)… Tuttavia ben vengano qualsiasi tipo di apporto alle possibilità di CREARE nuove opportunità lavorative. e, tornando a bomba ai post precedenti (ma senza polemica alcuna), se un operaio Italsider viene a dire che fa un lavoro da schifo, che viene sfruttato, che non arriva a fine mese, etc… mi fa incazzare col mondo, mi fa pensare che ci sono situazioni assurde, ma non mi da alcun valore aggiunto sul cosa si sta facendo per migliorare la situazione.. probabilmente su quel palco ci mancava la testimonianza diretta di un “operaio” ma credo che nella sostanza lo scopo di una giornata del lavoro sia quella di capire cosa fare per migliorare le cose… non so se sono stato chiaro, lungo di certo, chiaro lo spero … 🙂
Altrettanto senza polemica, quello che intendevo dire è che a parlare di lavoro ci devono essere innanzitutto i diretti interessati, cioè i lavoratori.
Se poi si vuole parlare anche di come crearlo il lavoro (che oggi mi sembra cosa importantissima) ci vogliono dei veri esperti in tal senso. Non mi pare che il pico della mirandola in posidonia e affini o l’avvocato ne sappiano molto più di me o di te in questa questione. Così come non hanno mai visto una vera fabbrica in vita loro, dubito che sappiano cosa bisogna fare per portare un’industria ad investire a Mola.
su quello condivido… molti scaldatori di poltrone 🙂