di Raffaele Ateniese

Giovanni Bachelet e famiglia ricevuti dal Presidente Napolitano

Venerdì 11 novembre, su invito dell’ Associazione socio-culturale “Città Nostra”, sarà a Mola l’On.le Giovanni Bachelet.  L’incontro sul tema “Dialoghi sulla democrazia” si svolgerà presso la Parrocchia Sacro Cuore, con inizio alle ore 18,00. 

 

Chi è Giovanni Bachelet

Bachelet è figlio di Vittorio Bachelet, giurista, Docente di Diritto pubblico presso l’Università “La Sapienza” di Roma, Presidente Generale dell’Azione Cattolica Italiana dal 1964 al 1973.

In quegli anni, successivi alla conclusione del Concilio Vaticano II, Vittorio Bachelet è stato l’artefice della recezione in Azione Cattolica delle indicazioni conciliari sul laicato e sull’ecclesiologia. Autore della “scelta religiosa” dell’associazione, pose definitivamente fine al collateralismo che sino ad allora aveva legato l’Azione Cattolica alla Democrazia Cristiana.

Vittorio Bachelet, assassinato dalle BR nel 1980

Nel 1976 Vittorio Bachelet fu eletto Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, carica che manterrà sino al 12 febbraio 1980 quando, a conclusione di una lezione all’Università, fu barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse.

Fu allora che, per così dire, suo figlio Giovanni divenne noto ai più. Durante la celebrazione dei funerali di suo padre lesse una preghiera, grande esempio di equilibrio e sapienza cristiana, nella quale esprimeva perdono per i carnefici del papà. Ecco il testo integrale di quella preghiera:”Preghiamo per i nostri governanti: per il nostro Presidente Sandro Pertini, per Francesco Cossiga. Preghiamo per tutti i giudici, per tutti i poliziotti, i carabinieri, gli agenti di custodia, per quanti oggi nelle diverse responsabilità, nella società, nel Parlamento, nelle strade continuano in prima fila la battaglia per la democrazia con coraggio e amore. Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri.”

Io conoscevo Giovanni già prima di questo tragico evento. Il nostro incontro era avvenuto negli anni ’70, in ambito ecumenico, per la comune ed assidua frequentazione annuale delle sessioni estive promosse dal Segretariato Attività Ecumeniche (S.A.E.), prima a Napoli e poi in Trentino, al Passo della Mendola. Tra noi e molti altri giovani, in particolare di confessione protestante, era nata una intensa amicizia, fondata nella fede comune e nell’impegno  per l’unità dei cristiani. Quelle occasioni d’incontro furono un ambito privilegiato per noi, all’epoca poco più che adolescenti. In un’intera settimana avevamo, ogni anno, come dire, a portata di mano, una messe di donne e uomini di Dio, a cominciare da Maria Vingiani, la santa vivente dell’ecumenismo

Giovanni Bachelet negli anni '80

italiano, figlia spirituale di Giovanni XXIII e fondatrice, su sollecitazione dello stesso Papa promotore del Concilio, del S.A.E. A distanza di tanti anni non sembrerebbe vero raccontare che  tanti maestri nella fede, sono stati le nostre guide in quelle intense settimane. Carlo Maria Martini,  Gianfranco Ravasi, don Oreste Bensi, Mons. Luigi Sartori, Adriana Zarri, per parte cattolica, i Rabbini Ravenna e Riccardo Di Segni (attuale Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma e, all’epoca, giovanissimo radiologo) per parte ebraica,  Valdo Vinay, Mario Sbaffi, Renzo Bertalot, Paolo Ricca, per parte evangelica, hanno rappresentato i nostri punti di riferimento che ci hanno accompagnati costruendo in noi una visione esigente e profonda della fede.

Oggi Giovanni Bachelet è Professore ordinario di fisica presso l’UniversitàLa Sapienzadi Roma. Nel 2008 è stato eletto parlamentare alla Camera dei Deputati nelle fine del PD.         

 Di cosa  parleremo con Bachelet

 Giovanni Bachelet non terrà una conferenza; risponderà a delle domande, rivolte anche dal  pubblico. L’argomento centrale sarà la grave crisi finanziaria che attraversa l’Europa e i cui tentativi di soluzione stanno gravando pesantemente sulla vita e sul futuro di milioni di uomini, indignati, ma anche incolpevoli vittime delle situazioni reali che hanno provocato la crisi. La democrazia non è lesa solo nei regimi; può essere gravemente intaccata dalla palese insipienza della politica, dalla negligenza di chi è occupato nella gestione del pubblico interesse, dalla speculazione finanziaria che è una delle tante caste che dominano l’economia mondiale globalizzata.

Come noto anche l’Italia è nell’occhio del ciclone e le soluzioni intraprese, quelle adottate e quelle in via di introduzione, hanno già modificato profondamente le prospettive economiche e gli scenari sociali, presenti e futuri, delle nostre famiglie.

Nessuno si attenda dai contenuti dell’incontro l’espressione di propensioni di parte. D’altronde  i governi dei principali Paesi coinvolti nella crisi, pur di orientamento di verso, annaspano nelle medesime difficoltà.

La diffusa perdita di posti di lavoro, la mancanza di prospettive occupazionali per le nuove generazioni, la discriminante legislazione sul precariato, i rischi per i risparmi delle famiglie in caso di default, le ripetute riforme pensionistiche, falsamente giustificate dall’allungamento della previsione di vita, saranno i principali temi che toccheremo nel dialogo, nel tentativo comune di comprendere come si possano tutelare i più deboli in un’epoca in cui solidarietà, condivisione e sussidiarietà sembrano sempre più estranee alla consapevolezza di chi è chiamato alla cura del pubblico interesse.

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