di Vittorio Farella

Il nostro appello alla costruzione di un nuovo Progetto per la Città Futura (così ci piace, per il momento, definirlo), lanciato all’indomani del tracollo elettorale del centrosinistra nel marzo 2010, sembra trovare finalmente udienza, anche se a irragionevole distanza di due anni.

Reputiamo, infatti, di grande interesse, nel senso da noi auspicato, il contenuto del documento emesso dal PD, seppure  riveli i suoi limiti in due condizioni da noi ritenute meritevoli di massima riflessione. La prima risiede nel fattore tempo: la politica non si è fermata alla fine di marzo del 2010 e tante cose sono nel frattempo accadute, dalle quali non si può prescindere per un’analisi approfondita della situazione attuale. La seconda riguarda il metodo e ci riporta al nostro documento di circa due mesi fa, significativamente intitolato “Analisi e confronto per ricominciare” che si concludeva, testualmente, “non possiamo che operare in questo modo: non circoli chiusi e nuvole di parole, ma eliminazione degli steccati e nuvole di idee che devono generare pioggia di azioni”, per richiamarci ad una maggiore concretezza e ad un allargamento degli orizzonti politici. Proviamo a chiarire i due punti.

Nei mesi successivi all’insediamento  della nuova Giunta, nel silenzio quasi generale delle opposizioni sui problemi che continuavano a gravare sulla cittadinanza, forse perché ancora storditi dall’infelice responso elettorale, le evoluzioni politiche non si sono certo bloccate: dapprima gli eventi relativi alla tentata soppressione di alcuni servizi sanitari e poi quelli relativi alle questioni ambientali, con in testa la chiusura dell’ormai satura discarica in contrada Martucci, sono venuti in evidenza grazie all’azione incisiva di gruppi spontanei allo scopo costituitisi, anche in risposta agli appelli che noi socialisti abbiamo, tempestivamente, portato all’attenzione di tutti i Partiti e Movimenti cittadini.

Tutto ciò, nel tempo, ha predeterminato nuove aggregazioni e un nuovo blocco d’opposizione all’attuale governo di destra del paese, che va ben al di là dei confini del cosiddetto centrosinistra classico. Questi movimenti e formazioni politiche, che ne hanno costituito il nucleo fondante, insieme a cittadini senza tessera di partito, possono rappresentare anch’essi la genesi di un possibile ricambio all’attuale maggioranza; e, dobbiamo confessare, noi ne abbiamo intuito la sensibilità ad affrontare un nuovo corso per la costruzione di una comune piattaforma alternativa per il futuro della nostra Mola.

Prescindere da tale evoluzione sarebbe quanto mai colpevole. In breve, il confronto non va più limitato allo schema classico e stantio dei confini di un centrosinistra ingessato, ma aperto alle nuove istanze di un più ampio raggruppamento, contrario all’attuale assetto e modello di governo del paese. Da questo confronto, schietto, aperto e leale, può nascere una reale e convincente alternativa, piuttosto che da atti di fede verso un passato, miscuglio di chiaroscuri, che è ormai storia e può solo dividere, senza far cambiare opinione ad alcuno. Lo abbiamo detto e ridetto: capitolo chiuso e si volta pagina.

Con questo punto di vista, si può ben comprendere, come si sia fermamente contrari al metodo impostato dei cosiddetti cerchi concentrici, con un nucleo centrale primario di eletti e di cerchi sempre più larghi di aggregati successivi, con il quale, è evidente, si avrebbero protagonisti e comprimari. Non è accettabile! Siamo, invece, per un rispetto di tutti verso tutti, su un piano di parità e dignità di ognuno, per la costruzione di un percorso largamente condiviso con il contributo di ciascuno dei partecipanti.

Ancora sul metodo: apprendere dalla stampa del documento PD, che chissà come e quando ci verrà recapitato ufficialmente, ci crea qualche imbarazzo. Vogliamo, però, restare nel solco del costruttivismo: ovvero nella capacità di ognuno di saper guardare avanti e contribuire alla elaborazione di un nuovo Progetto e alla costruzione di nuove alleanze, fondate su di un’ampia condivisione degli obiettivi e delle strategie. Da questa prospettiva il contenuto del documento PD è un’ottima base di partenza, ma ancora una base teorica che dovrà misurarsi sul piano pratico  nel superamento di antiche e anacronistiche divisioni, come lo stesso documento, giustamente, richiama. Ma proprio sul piano pratico esse sono riaffiorate.

Come prescindere da quanto accaduto ad un tavolo di confronto per la realizzazione di una manifestazione su di un tema largamente condiviso, e di stringente attualità, proposto da uno dei Movimenti politici che dovrebbero far parte del nuovo raggruppamento e sospeso per far luogo a questo documento pregiudiziale? Per quel che  ci riguarda è proprio lo stare insieme su iniziative condivise il viatico per abbattere steccati e creare le premesse per l’amalgama necessaria ad un nuovo orizzonte politico e ad una reale speranza di ricambio politico nella nostra città, proprio ora che nel fronte della maggioranza si aprono le prime crepe.

Questo è il motivo per cui ci faremo carico di proporre un doppio binario: quello della discussione sui principi, da compiere unitariamente e contemporaneamente, e un altro, ben più pressante, di dar luogo a manifestazioni unitarie di interesse comune per il bene della cittadinanza. Possono sicuramente viaggiare in parallelo e non ci fanno perdere tempo sul piano dell’azione politica: alla fine del percorso si potrà capire chi siamo e chi ci sta.

Partito Socialista Italiano – Sezione di Mola

 

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