5 Stelle in consiglio con Dibari

Lorenzo Dibari 

Redazionale

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Lorenzo Dibari, già candidato sindaco del Movimento 5 Stelle

A mente fredda, con molta serenità, tranquillità e, per tanti motivi, con un po’ di distacco e disinteresse, risponderò ai tanti che, un po’ ovunque, incontrandomi, mi fermano per chiedere conto delle nostre scelte, del motivo per il quale continuiamo a rifiutare alleanze o apparentamenti con altri partiti o forze politiche.

La prima risposta che mi viene in mente, con una buona dose di autoreferenzialità, è: perché Noi siamo il Movimento Cinque Stelle, e dunque è noto a tutti che non facciamo alleanze. In realtà le cose non stanno proprio cosi, questa è la motivazione principale adoperata dai media in modo inconsapevole, per ignoranza o in modo strumentale, consapevole, per denigrare il Movimento.
E’ evidente che il 50% più uno è una utopia, non si realizzerà mai, non solo per delle banali questioni di democrazia, ma anche e soprattutto per una semplice questione numerica. In Italia, i soggetti, fisici o giuridici, che in qualche misura, in qualche modo, chi più, chi meno, hanno “mangiato” attraverso questo sistema socio-politico o continuano a farlo tuttora, sono numericamente di più di chi è escluso dal “banchetto”. Tutti questi soggetti non hanno alcun interesse al cambiamento, non lo pensano minimamente perché sopravvivono da generazioni grazie a questo “banchetto”. Ergo il raggiungimento del 50% più uno è una illusione.
E’ allora, cosa facciamo?
Noi non siamo contrari a prescindere ad intese o alleanze programmatiche con Altri. Tutto però dipende dai rapporti di forza con cui si intende avviare un accordo. Un conto è avere dei numeri, derivanti da un consenso elettorale, che permettono di sedersi ad un tavolo in un rapporto paritetico che consenta di poter far valere le proprie ragioni, le proprie idee, le posizioni e gli interessi di chi rappresenti, che consenta di far convergere sul proprio programma altre forze, che consenta di incidere in modo significativo sul cambiamento. Un altro è non avere questi numeri e dunque questa forza, sedendosi ad un tavolo in attesa di una qualunque concessione e finire per fare la parte del “pupazzo” nelle mani dei poteri forti, senza avere voce in capitolo nelle scelte strategiche future, ricoprendo ruoli marginali e non incisivi. Solo per poter dire che ci siamo anche noi.
Noi non saremo mai disposti a questi ruoli, di comparse, di marionette, noi vogliamo essere gli attori, i protagonisti del cambiamento.
Per questo abbiamo sostenuto a gran voce che: “Noi non siamo quelli della vittoria a tutti i costi, ma quelli del cambiamento”.
Sconfessando il Movimento, i nostri principi, tra cui la coerenza, e tutti i nostri elettori, avremmo potuto anche noi decidere di apparentarci con chi il giorno prima abbiamo denigrato e criticato aspramente, come hanno fatto Altri. In questo modo avremmo ottenuto due consiglieri comunali. Addirittura in questo contesto qualcuno ha azzardato l’ipotesi di assegnazione di un assessorato, sostenendo che in questo modo si sarebbe dato un senso, un significato al voto espresso dai molesi.
Ma tutto questo si sarebbe tradotto in una uscita dal Movimento, bruciando anni di attivismo. Avremmo svolto il nostro ruolo in una posizione di subordine, di inferiorità, con istanze ed iniziative che al momento opportuno sarebbero state sminuite o bloccate dai poteri forti, spingendoci inevitabilmente ad una rottura dalle ripercussioni imprevedibili. Avremmo finito per ricoprire il ruolo di comparse, mentre le decisioni che contano ed incidono per il vero cambiamento del paese verrebbero prese altrove. Che senso avrebbe avuto tutto questo? Ne sarebbe valsa la pena, solo per poter dire di avere due consiglieri in Consiglio Comunale? Avremmo vinto ma sicuramente non ci sarebbe stato quel cambiamento che auspichiamo, perché ci saremmo uniformati a vecchie e consolidate pratiche e logiche politiche che hanno portato allo sfascio questo paese, non solo Mola ma l’intera nazione.
Noi non vogliamo ricoprire il ruolo di chi, pur di esserci, ha svenduto la propria coerenza, ammesso che ci sia mai stata. Noi abbiamo voluto mantenere integra la nostra coerenza, consapevoli che qualunque intesa o alleanza o apparentamento che dir si voglia, nel contesto dei risultati del primo turno, sarebbe stata trattata da una posizione di debolezza che non avrebbe prodotto alcun cambiamento e dunque abbiamo preferito rinunciare.
“Noi non siamo quelli della vittoria a tutti i costi, siamo quelli del cambiamento”.
#il31salvatutti

Lorenzo Dibari

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