di Nicola Lucarelli
Ci sono valori nella vita che danno un senso alla nostra esistenza ed al nostro vivere il quotidiano.
Amicizia, generosità, riconoscenza sono alcuni dei valori positivi che caratterizzano un rapporto nato quasi per caso all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, quando va in frantumi la Jugoslavia e scoppia una guerra fra le varie etnie che la componevano, grazie al pugno di ferro del maresciallo Tito. L’evento bellico finisce per coinvolgere nei mesi successivi la regione a sud di Dubrovnik, dove insiste la città di Cavtat, che oltre ad essere bombardata dal mare, viene invasa dalle truppe montenegrine, che si rendono protagoniste di numerosi atti di violenza nei confronti della popolazione e di vandalismo.
A Cavtat viene requisito il lussuoso Hotel Croazia per ospitare il comando delle truppe di occupazione. Quell’estate i nostri concittadini Maria Montanaro e Nicola Del Vecchio sono già lì, come facevano da anni.
Ed è l’amore per quella terra e l’affetto per quella gente, tanto generosa ed ospitale, che spinge, dopo il precipitoso rientro in Italia, la compianta Maria Montanaro ad intraprendere una, oggi incredibile, azione di soccorso, che vede l’intera città di Mola protagonista di una straordinaria solidarietà verso quelle popolazioni martoriate da una guerra non prevista.
Si raccolgono e si inviano a più riprese generi di prima necessità, indumenti, coperte. Si fanno cospicue donazioni in danaro che qualche anno dopo serviranno ad acquistare le tegole, necessarie alla ricostruzione. Maria mette più volte a repentaglio la propria vita raggiungendo con traversate avventurose via mare Cavtat, spacciandosi per inviata dell’ONU con tanto di tessera di riconoscimento, ovviamente falsificata. Organizza in collaborazione con la prof. Fani Vidovic e la Croce Rossa di Dubrovnik i soggiorni a Mola e paesi limitrofi di bambini orfani o figli di famiglie ridotte in povertà dalla guerra. Ho vissuto in prima persona quegli eventi e posso testimoniare l’intraprendenza ed il coraggio di Maria, ma anche la straordinaria generosità dei molesi.
Né va dimenticata un’altra straordinaria gara di solidarietà messa in campo dai cittadini di Mola negli stessi anni in favore dei tanti albanesi in fuga da un regime totalitario, dalla miseria e dalla fame. Anche in quella occasione le associazioni di volontariato raccolsero danaro, vestiario, coperte e generi di prima necessità per aiutare intere famiglie che sbarcavano quotidianamente sulle nostre coste.
La presenza a Mola, al Teatro “van Westerhout”, ieri sera di due musicisti albanesi e di una croata vuole rinsaldare i vincoli di amicizia costruiti nel recente passato fra le due sponde dell’Adriatico. In questi ultimi anni i contatti si sono fatti più frequenti. Più volte rappresentanti delle nostre amministrazioni sono stati ospiti sia in Albania che in Croazia. Sono stati avviati attività commerciali con l’Albania e turistiche con la Croazia, in modo particolare con Dubrovnik e Cavtat. Relazioni che certamente si intensificheranno nei prossimi anni.
Per questo, l’Associazione Sportello ELP da anni attiva sul territorio molese e protagonista di numerosi progetti di cooperazione internazionale in special modo nell’area del Mediterraneo, in collaborazione con la nostra testata giornalistica, ha promosso questo importante evento culturale, interamente imperniato sui rapporti tra la nostra città, Cavtat e l’Albania con il concerto di tre amici straordinari: Ivana Marija Vidović (pianoforte), Fatos Qerimaj (clarinetto) e Lorenc Radovani (violino) hanno eseguito con grande maestria musiche di Debussy, Tschaikovsky, Ramovš, Qerimaj, Gershwin e Piazzolla.
Il numeroso pubblico presente ha gradito ed ha ripetutamente applaudito i tre musicisti, presentati dalla concittadina Nilla Pappadopoli. Unica pecca l’assenza della pubblica amministrazione. In ogni caso è stata una bella serata di cultura all’insegna dell’amicizia. Il concerto è stato dedicato alla memoria di Maria Montanaro, donna straordinaria e coraggiosa.
Nel prossimo numero del mensile, in edicola all’inizio di Novembre, pubblicheremo sull’evento un servizio più esaustivo.
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“Unica pecca l’assenza della pubblica amministrazione.”
No, Nicola!.
Permettimi di dissentire. Non è da considerare una “pecca” l’assenza di quanti hanno dato prova di non aver compreso lo “spirito” contenutistico della manifestazione di ieri sera.
Meglio le assenze, dunque, che un ipocrita presenzialismo.
D’altro canto, stanne certo, se invece dei tre talentuosi musicisti in teatro si fossero esibiti dei saltimbanchi da avanspettacolo, fuori la porta d’ingresso sarebbe stato necessario far schierare la forza pubblica, per contenere l’irruenza di una marea di gente desiderosa di partecipare all’evento.
Dobbiamo rassegnarci: per la Cultura latitanti, per le manifestazioni mangerecce invece presenti in massa.
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