di Nicola Rotondi
Un clima da stadio accoglie la conferenza stampa di presentazione della candidatura di Stefano Diperna; inaspettato, a detta del protagonista: la carezza alla pretattica è doverosa in ogni campagna elettorale.
La riconferma della leadership di Diperna è “la chiusura di un percorso iniziato che ci ha portato a una scelta serena e condivisa”, come afferma l’ex consigliere Francesco Brunetti, impegnato nel ruolo di coordinatore della campagna elettorale del centrodestra unito che si riconosce nei partiti tradizionali.
“Stefano è la persona giusta per guidare Mola”: per paradosso, si tratta di un passo indietro rispetto all’iniziale indisponibilità dell’ex sindaco al ritorno in pista.
Vengono introdotti i maggiorenti delle liste di supporto: Marianna Lattaruli (Forza Italia), Mimmo Vavallo (Fratelli d’Italia), Giovanni Spota (Il Polo dei Cittadini), Giuseppe Caporale (Noi con l’Italia – Udc).
Assenti i referenti della Lega (Alberto Fiore e Mario Di Sisto): Brunetti ne giustifica la defezione per motivi di lavoro, ricordando l’insperato risultato molese ottenuto dal partito di Salvini alle elezioni politiche del 4 marzo.
Marino Liuzzi, ex vicepresidente dell’ultimo consiglio comunale, espone il simbolo della lista “Prospettiva Comune” a disposizione del candidato sindaco e chiosa: “Mai come oggi il centrodestra è stato così unito e coeso”.
Diperna prende la parola acclamato dai presenti nella sala convegni del Gabbiano, esprimendosi in premessa sulla condanna in omissione di atti di ufficio subita nello scorso anno (“Sono stato condannato perché non ho infierito su povera gente, già colpita da provvedimenti gravi e dannosi”), alludendo persino a “espedienti” funzionali a un’estromissione della sua figura politica.
Difende la sua probità morale e la vicinanza al mondo del lavoro “in tutte le sue declinazioni”. “Non appartengo a nessuna élite: le lasciamo ad altri. Vogliamo guardare la gente negli occhi e mettere a disposizione il nostro sapere e la nostra esperienza a favore di tutta la città. Vogliamo condividere il nostro programma con le categorie produttive e il cittadino comune”.
Rivendica al suo mandato la responsabilità della realizzazione del Pirp, la paternità della chiusura del passaggio a livello (“Lo rifarei”) e della costruzione del cavalcaferrovia e anche una dose di autocritica nel rapporto trascurato con le organizzazioni sociali, citando il coordinamento delle cooperative come modello di riferimento: “Vogliamo estendere questa esperienza ai quartieri e alle frazioni”.
“Ho accettato questo compito perché so di poter contare sul lavoro e sulla competenza preziosa di tutti i giovani che militano nella nostra area politica”.
Il grido di battaglia che cita lo slogan ufficiale (“Mola ha bisogno di ripartire immediatamente”) investe anche quelle procedure avviate durante la sua amministrazione: “Ci sono le gare di appalto per il contratto di quartiere (in zona Trinità, ndr) e gli impianti di recupero delle acque meteoriche nel 2015 che a distanza di tre anni non vedono ancora la luce. Non possiamo perdere anche quelle risorse: si tratta di indispensabili lavori infrastrutturali”.
Da ciò che si interruppe nella notte del 15 giugno 2015 e dalla rottura con “Alleanza per Mola”, Stefano Diperna pone le basi della sua “ripartenza”.
La verve è rimasta la stessa e gli avversari non lo impensieriscono (“Non ci poniamo il problema”): la sfida per il Municipio è lanciata.