di Andrea G. Laterza

Buche stradali ovunque

La qualità della vita in una città, grande o piccola che sia, passa anche attraverso il mantenimento ottimale del fondo stradale e dei marciapiedi.

Ecco alcune informazioni fondamentali per capire le responsabilità delle Giunte comunali in materia:

L’Ente proprietario della strada (Comune o Provincia) è responsabile del manto stradale.

Infatti, l’art. 14 del Codice della strada (d.lgs. n. 285/1992) prevede che «gli enti proprietari delle strade, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono:

a) alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi;

b) al controllo tecnico dell’efficienza delle strade e relative pertinenze».

La responsabilità per i danni subiti dai cittadini a causa delle buche stradali è riconducibile all’art. 2051 c.c., il quale prevede che «ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito».

La suddetta norma stabilisce, quindi, una presunzione di responsabilità del custode (l’Ente proprietario della strada), il quale, per discolparsi, dovrà provare che il fatto è accaduto per mero caso fortuito, ossia che il danno è avvenuto in modo assolutamente imprevedibile ed inevitabile.

Non è una novità che i Comuni italiani (grandi e piccoli) siano subissati da richieste di risarcimento danni di pedoni e automobilisti per danni alle persone e ai veicoli. Ed è quello che accade anche a Mola, con il Comune costretto a riconoscere notevoli somme complessive ad anno per pagare i danni.

Inoltre, la magistratura amministrativa ha innovato negli scorsi anni le responsabilità dei soggetti concessionari di servizi pubblici (AQP, Enel, Telecom, etc). Se prima il soggetto concessionario a seguito di uno scavo doveva provvedere al ripristino temporaneo e versare degli oneri per il ripristino definitivo al Comune, la giurisprudenza amministrativa ha imposto che sia il soggetto concessionario stesso a provvedere al ripristino definitivo. All’amministrazione rimangono compiti di controllo.

E’ quello che accade anche a Mola: ogni qual volta vi è una “manomissione” del suolo stradale per lavori di fogna, acqua, energia elettrica, telefonia sono le ditte che hanno effettuato gli interventi a dover effettuare i ripristini e ciò deve avvenire a regola d’arte. Tuttavia, molto spesso il Comune non controlla a sufficienza e i ripristini vengono mal eseguiti, con ovvi danni alle sedi stradali.

Esiste poi una situazione di generalizzata usura dei manti stradali: molte delle strade cittadine non vedono una mano d’asfalto dagli anni ’70, forse anche da prima: è ad esempio la situazione di gran parte della “Mola Bianca”, il vasto quadrilatero che sta a monte di San Domenico.

Peraltro, alcune strade, come Via Manzoni, hanno avuto il rifacimento del manto stradale per lavori più volte, ma problemi strutturali (come all’angolo con Via V. Emanuele) non sono stati risolti, anzi si sono aggravati. Stesso discorso vale per i basolati delle strade del centro storico: molti appaiono usurati, scheggiati, lesionati con serio pericolo per i passanti; e i lavori eseguiti hanno visto riposizionamenti di basole e pietre laviche (come in Corso Umberto) in maniera approssimata e pericolosa.

Altre situazioni riguardano le strade di periferia, al limitare delle lottizzazioni, come Via San Pio da Pietrelcina e Via Mangini: i residenti, ormai da decenni, vivono nella polvere d’estate e nel fango in inverno con voragini autentiche da evitare. Nessuna amministrazione comunale ha risolto queste situazioni davvero scandalose.

Come si esce da questa complessa situazione che non può che aggravarsi con il decorso del tempo?

L’unica soluzione non sta in soluzioni provvisorie e tampone, ma in un piano di messa in sicurezza di tutto il tracciato viario cittadino.

Purtroppo, le norme europee non consentono di attingere fondi comunitari allo scopo, però i Comuni devono prevedere accantonamenti per il mantenimento dei fondi stradali, dei marciapiedi e della segnaletica. E questi proventi derivano principalmente dagli incassi per le infrazioni al codice della strada e per sosta nei parcheggi pubblici.

Il Comune di Mola, nonostante una situazione di selvaggia circolazione cittadina, non traduce a sufficienza queste infrazioni in incassi (le multe comminate sono troppo poche a fronte delle violazioni al codice stradale) e non ha ormai più da anni un sistema di riscossione dalle aree di sosta (che sono del tutto libere, anche in quelle che furono a suo tempo individuate a pagamento).

Il Sindaco e la Giunta che verranno dovranno porsi questo fondamentale problema, la cui soluzione è fondamentale per dare una qualità della vita decente ai cittadini e per offrire un’efficace immagine turistica di Mola ai visitatori.

Le soluzioni tecnico-amministrative (per evitare solo provvedimenti tampone e rappezzi temporanei) esistono: dai candidati sindaco che saranno in competizione i cittadini si aspettano soluzioni concrete.

 

 

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