di Andrea G. Laterza

Una recente riunione tra alcune delle tante anime del centro-sinistra molese. In primo piano, sulla destra, l’ex Sindaco Enzo Cristino che oggi è tra i principali ispiratori di “Futura”.

“Futura” in un “cul de sac“.

E’ quello che appare dopo le consultazioni con gli alleati del Partito socialista e di Liberi e Uguali, in una due giorni (venerdi e sabato scorsi) dall’esito negativo.

In sostanza, gli ex autoconvocati (e poi autosospesi) del PD molese, costituitisi nell’Associazione politica “Futura” – dopo un incontro presso l’ufficio del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che aveva raccomandato una pacificazione nella diaspora delle varie anime del PD -, hanno cercato un’intesa con il PD ufficiale di Pino De Silvio (vicino alle posizioni del neo-deputato Ubaldo Pagano, segretario provinciale), i Moderati di Nicola Tanzi e Gianni Siciliano e gli Indipendenti di Franco Battista e Vito Lepore (tutti vicini a Marco Lacarra, anch’egli nuovo parlamentare del PD, nonchè segretario regionale).

Gli incontri (con la presenza, a garanzia, di componenti della segreteria provinciale del PD) hanno prodotto la redazione di un documento che, nella sua prima stesura, enunciava una sostanziale autocritica del PD di De Silvio, dei Moderati di Tanzi e degli Indipendenti di Battista per il voto di sfiducia che, nel marzo 2017, provocò la caduta del Sindaco Di Rutigliano e della sua Giunta.

Giangrazio Di Rutigliano e Nicola Tanzi. L’ex Sindaco si oppone al rientro in coalizione di Tanzi e degli altri ex consiglieri comunali e assessori che ne provocarono la caduta. “Futura”, invece, chiede il loro reintegro.

Tale stesura, una volta appresa, veniva però sostanzialmente bocciata da De Silvio, Tanzi, Siciliano, Battista e Lepore e successivamente rettificata in una nuova versione, glissando, nella sostanza, sulla sfiducia a Giangrazio Di Rutigliano.

Peraltro, in un colloquio telefonico avuto nel pomeriggio di venerdì scorso da “Città Nostra” con Nicola Tanzi, l’ex presidente del Consiglio comunale ha continuato a rivendicare la legittimità di aver provocato la caduta del suo ex pupillo.

Così, la sera di venerdì 6, “Futura” (che ora si giova anche della compresenza del gruppo che fa capo a Gianni Alberotanza) non ha potuto fare altro che presentare la stesura rettificata del documento ai suoi alleati del PSI e di Liberi e uguali.

Un documento che avrebbe dovuto consentire al PD, a Moderati e Indipendenti (ma, per estensione, anche a L’Altra Mola di Gianni Russo) di rientrare all’interno di una coalizione di centro-sinistra più ampia, anche se sicuramente priva della presenza di “Italia giusta secondo la costituzione”, di “Progetto Mola” e di “Sinistra Liberamente” che – abiure, autocritiche o meno -, davvero non vogliono saperne di tornare a sedersi allo stesso tavolo con gli artefici della caduta di Giangrazio Di Rutigliano.

Tuttavia, sia venerdi che ieri, sabato 7, la fumata, nella sede di “Futura”, è stata nera, anzi nerissima.

Le parole sono risuonate alte (chi dice che la discussione sia stata molto concitata) tra quanti (“Futura”) cercano di praticare una politica del “doppio forno” (pur mettendo, di fatto, fuori gioco l’ex Sindaco Di Rutigliano) e chi (come Socialisti e Liberi e Uguali) non vuole assolutamente saperne di riprendere in coalizione il “gruppo dei 5” (Tanzi, Battista, Lepore, Siciliano e Angelica Tribuzio) e, per estensione, nemmeno gli ex assessori De Silvio, Bufo e Russo (accusati, chi più chi meno, di aver remato contro la Giunta della quale facevano parte, con qualche distinguo per De Silvio).

Vittorio Farella ha posto il veto al rientro del “gruppo dei 5” nella coalizione di centro-sinistra

La riunione è stata sospesa per alto tasso di conflittualità.

Il documento non è stato neppure discusso perchè il veto del PSI e di Liberi e Uguali al rientro dei “reprobi” è invalicabile, come ha dichiarato Vittorio Farella a “Città Nostra” questa mattina.

In ogni caso, gli “alleati” torneranno ad incontrarsi a breve: sul tappeto le scelte che farà “Futura”, tentata di tornare nel PD ufficiale per mantenere il “patto” con Emiliano, ma comunque con l’obiettivo di imporre il proprio candidato sindaco oltre che a PSI e LeU, anche a PD, Moderati, Indipendenti e L’Altra Mola. Il nome, che Enzo Cristino, ha fatto esplicitamente nell’incontro con Emiliano è quello dell’ing. Antonio Tricase, già assessore e consigliere comunale fin dai tempi della prima Repubblica, nelle coalizioni DC-PSI.

Al contrario, PSI e Liberi e Uguali spingono per l’ufficializzazione di un’alleanza a tre: tra loro e con la recalcitrante “Futura”, più che mai in crisi di identità, non essendo nè carne nè pesce, una qualità poco apprezzata dagli elettori.

Antonio Tricase, leader di “Futura”. Enzo Cristino ha fatto il suo nome a Michele Emiliano come candidato sindaco della coalizione auspicata da “Futura”.

Peraltro, dalle parti di “Italia Giusta” e di “Progetto Mola”, confermato il suo assoluto “niet” ad un ritorno con coloro che ne hanno provocato la caduta, l’ex Sindaco Di Rutigliano si è convinto che un’alleanza con “Futura” diventi sempre più difficile – tenuto conto delle troppe giravolte dei suoi esponenti  – anche perchè la stessa Futura, i Socialisti e i Liberi e Uguali hanno messo un veto sulla sua candidatura a sindaco.

Insomma, la disinvolta operazione di “Futura” – che ha l’obiettivo di estendere la coalizione a PD, Moderati, Indipendenti e L’Altra Mola (a spese di Giangrazio Di Rutigliano), cercando di ottenere l’assenso alla candidatura a sindaco di Antonio Tricase dagli alleati -, sembra che non sia stata gradita da alcuno.

La politica è in ogni caso l’arte del possibile (e dell’impossibile… come in questo caso): i prossimi giorni diranno se si andrà comunque ad una semplificazione degli attuali 3 tronconi dell’ex coalizione “Bene comune” oppure se, alla fine, saranno 3 i candidati sindaco che verranno fuori dalla torre di babele del glorioso centro-sinistra che fu.

 

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