di Andrea G. Laterza

La giostrina riposizionata in Piazza XX Settembre, “impalla” la visione centrale dell’arco Vaaz. Basterebbe spostarla di pochi metri, con le baracche annesse, per ovviare al problema che svilisce l’importanza storico-artistica del portale settecentesco.

IL SINDACO COLONNA TRA GIOSTRINE IN PIAZZA E IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO.

MA NON S’ERA DETTO MAI PIU’ INDUSTRIA DELLA “MONNEZZA” A MARTUCCI?

Il Sindaco Giuseppe Colonna ha inaugurato un nuovo modo di comunicare con i cittadini, attraverso i social.

Una modalità che sicuramente agevola il rapporto diretto con i cittadini, anche se non bisogna dimenticare che esiste un’ampia fetta di popolazione, in specie quella degli over 60, che non utilizza internet.

Peraltro, sarebbe opportuno che le numerose esternazioni del Sindaco vengano rese anche note con comunicati stampa per gli organi d’informazione: non abbiamo la possibilità di visionare tutti i numerosi video sfornati a getto giornaliero da Giuseppe Colonna e, quindi, molte informazioni, anche importanti, possono sfuggirci.

Tra le tante esternazioni del Sindaco degli ultimi giorni abbiamo il dovere di commentarne comunque alcune riferite a decisioni o a intenzioni amministrative di maggiore impatto sulla cittadinanza.

LA GIOSTRINA IN PIAZZA XX SETTEMBRE E L’ARCO VAAZ

Il primo argomento, anche se in apparenza di minore importanza, riguarda il riposizionamento di una giostra per bambini e di altre attrazioni ludiche in Piazza XX Settembre.

Si tratta di un’attività rimossa a seguito dei lavori di ristrutturazione di Piazza XX Settembre e che ora viene ricollocata nella stessa sede.

Tuttavia, non è difficile rilevare che il riposizionamento sta avvendendo senza tenere conto della necessità di valorizzare l’arco Vaaz (che da decenni attende l’apertura del passaggio piazza-lungomare, sempre promessa e mai attuata).

Infatti, la giostra e la baracca di tiro a segno (e altro probabilmente seguirà), come mostra la foto che pubblichiamo, occludono la visione prospettica centrale dell’importante e storico portale settecentesco.

E’ pur vero che il Sindaco, in un suo video, ha esibito il parere della Soprintendenza ai Beni artistici che, a norma dell’art. 21 del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni culturali), ha rilasciato visto favorevole: tuttavia, probabilmente, al Soprintendente non sono state mostrate le foto che, con l’installazione della giostrina e altre attrazioni, mettono in second’ordine la visione primaria  dell’arco Vaaz.

In realtà – come lo stesso Sindaco ha sollecitato ai cittadini, chiedendo pareri per una migliore allocazione della giostra -, basterebbe spostare di alcuni metri l’installazione per evitare di “impallare” lo storico portale.

Ecco tutto lo spazio disponibile, a pochi metri di distanza dal punto di riallocazione della giostrina, che può essere utilizzato senza occludere la visione principale dell’arco Vaaz. Il Sindaco ha chiesto suggerimenti: ecco una possibile soluzione.

Infatti, come mostra la foto che pubblichiamo, con i lavori di ristrutturazione della piazza, si è creato un vasto spazio pedonale verso Via Colombo  (prima era uno slargo stradale) che consente un più agevole e decentrato posizionamento della giostra e delle altre attività ludiche gestite dalla famiglia dei giostrai concessionaria dello spazio pubblico.

Quindi, basta veramente poco per risolvere un problema di non capitale importanza che, tuttavia, sta generando molto malcontento tra quella parte di popolazione che, giustamente, considera la piazza come un unicum storico-artistico-culturale da preservare da installazioni improprie e invadenti.

L’IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO A MARTUCCI: A RISCHIO LA QUALITA’ DI VITA DEI MOLESI E IL FUTURO TURISTICO DEL PAESE.

Veniamo alla seconda questione evidenziata in uno dei recenti video del Sindaco Colonna: di ben altra portata e importanza.

Si tratta del futuro della discarica Martucci.

Dopo la pronuncia del Tribunale di Bari che ha mandato assolti gli imputati del processo sul reato di disastro ambientale, formulato dalla Procura di Bari, la Regione Puglia è tornata alla carica e vorrebbe riaprire in grande stile le vasche di servizio-soccorso dell’impianto  di produzione di CDR (combustibile da rifiuto, le famigerate “eco-balle” che finiscono negli inceneritori).

L’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci” e ora anche i Sindaci di Mola, Conversano e Rutigliano, si oppongono e chiedono di avviare un confronto a tutto campo con la Regione per decidere il futuro di quel martoriato sito.

Tuttavia, il Sindaco Colonna ha dichiarato nel video (e per la verità già in un incontro pubblico di qualche giorno fa, con l’Associazione dei Commercianti molesi, presso l’Hotel Gabbiano) che, a suo parere, Martucci dovrebbe essere riutilizzata per allocarvi un impianto di compostaggio per la trasformazione dei rifiuti organici in “compost”, cioè in materiale fertilizzante per l’agricoltura.

In sè sembra un’ottima proposta che già molte volte è stata avanzata in sede politica, fin dai decenni scorsi, e che avrebbe anche l’obiettivo di alleggerire la “bolletta” che il Comune  paga (e quindi tutti noi, attraverso la TARI) per lo smaltimento della frazione umida nei centri autorizzati, come la società Tersan di Modugno.

Tuttavia, abbiamo il dovere di mettere in guardia i nostri lettori e di invitare il Sindaco (oltre che l’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”) a riflettere bene su tale proposta.

Gli impianti di compostaggio (anche se, in teoria, meno dannosi di una discarica tradizionale e di un inceneritore) producono comunque un impatto sul territorio. In particolare, anche con i migliori accorgimenti tecnici, provocano il rilascio in atmosfera di forti esalazioni sgradevoli.

Per fare un esempio, la Tersan di Modugno (posizionata nella zona industriale) è stata più volte chiusa a causa dell’emissione di odori terribilmente nauseabondi, intollerabili nel raggio di molti chilometri che hanno provocato anche forti malesseri nella popolazione.

Il posizionamento di un impianto di compostaggio presso contrada Martucci, sebbene non a diretto contatto con i centri abitati di Mola, Conversano e Rutigliano, a causa dei venti dominanti arrecherebbe sicuramente molti problemi alle popolazioni.

Infatti, con i venti da sud-est, si ripeterebbe quanto è già avvenuto in passato, quando la discarica funzionava a pieno regime: i cattivi odori arrivavano a penetrare anche nelle abitazioni, fin sulla linea di costa.

L’impianto di compostaggio aggrava peraltro la diffusione di cattivi odori perchè tratta soltanto i rifiuti organici, che, con la decomposizione delle notevoli quantità che vi vengono conferite, producono una puzza spesso insopportabile, e il rilascio di bio-aerosol composto da sostanze fortemente allergizzanti, anche in grado di produrre asma e infezioni respiratorie.

Ecco alcune informazioni in merito, che non depongono per l’innocuità (come si vorrebbe far credere) degli impianti di compostaggio:

Impianto di compostaggio a Ponticelli: pericoli per la salute? La parola ai ricercatori americani

Non solo, ma vediamo cosa accade con l’impianto della Tersan di Modugno, in uno dei tanti articoli dedicati all’inquinamento prodotto da quell’impianto:

L’allarme dell’Arpa: “Tersan Puglia supera il limite di legge delle emissioni”

In sostanza, è doveroso chiedere al Sindaco Colonna e all’associazione ambientalista molese (che sembra aver smarrito i principi guida della sua azione fondativa: mai più rifiuti a Martucci), di riflettere molto bene prima di lanciare proposte che potrebbero rivelarsi un grosso boomerang per la nostra comunità e per le sue prospettive di sviluppo turistico, non solo per la qualità della vita e per la salute dei cittadini.

Finora abbiamo ascoltato da tutte le forze politiche “mai più a Martucci” e “il nostro territorio ha dato, quindi basta con ogni attività di trattamento e gestione rifiuti a Martucci”.

Oggi invece ascoltiamo da Colonna un altro refrain che va in direzione diversa e assolutamente dissonante con quello che chiedono da decenni i molesi: basta con Martucci e con l’industria della “monnezza” sul nostro territorio.

Insomma, un impianto di compostaggio a Martucci, oltre che peggiorare la già scarsa qualità di vita dei molesi, potrebbe essere la pietra tombale per ogni aspirazione a diventare una città turistica.

 

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